Catastrofe! - Film (1974)

Definirlo delirante sarebbe minimizzare. Mise en scene arbitraria delle quartine di Nostradamus che dà luogo a tutte le peggio rogne planetarie immaginabili, ma soprattutto inimmaginabili, centrifugate senza soluzione di continuità in 80'. Prendete tutti i catastrofici dei 70-80, shakerate bene e servite al banco. C'è addirittura spazio per una stralunata e polarizzata citazione escatologica dell'incipit de 2001. Bisogna vederlo per poterci davvero credere, e a fatica. Chi ha sbavato per The day after tomorrow metta il bavaglino prima di vedere questo.

Interessante catastrofico ecologista. I patiti del genere apprezzeranno numerose scene (da citare l'esplosione a catena delle auto sull'autostrada). Non mancano naturalmente anche un po' di dramma (anche se abbastanza stucchevole), un'accennata scena d'amore con seno, balletti, foreste guineiane con indios diventati cannibali... Insomma, una curiosità da riscoprire.

Quando la fine del mondo cade in mano ai nipponici si può star certi che i nostri riverenti omini cercheranno di infilarci dentro qualsiasi mostruosità possibile pur di drammatizzarla (e spesso ridicolizzarla) sino allo sfinimento. La madraga esiziale della Toho stavolta cattura tra le sue maglie le profetiche centurie di Nostradamus, erme(neu)tica ouverture di una farandola cubitale di alluvioni, glaciazioni, orrori cannibalici, gigantismi zoo-botanici, irradiazioni ustionanti e pazzia collettiva. Sperperio di cataclismi che paraffa in Japan mode una folle e ridondante parenesi ecologista.

Volutamente debordante, pieno di catastrofi che convergono fra loro fino a creare l'Apocalisse: sembra di avere sullo schermo le Sette Sorelle del Male pronte a punirci inesorabilmente per tutti i nostri misfatti al pianeta, per avere il comfort. Fantastica la voce femminile che ne annuncia i gradi progressivi; la calma è solo il preludio alla fase successiva (forse cambierà il mezzo ma non il fine). Resta la speranza di una nuova vita (sigh!) e un globo calvo popolato di qualche mostruosità; se n'erano già viste parecchie, ma la creatura finale è unica.