Chi ha incastrato Babbo Natale? - Film (2021)

A incastrare Babbo Natale ci prova la Wonderfast, ditta specializzata in consegne a domicilio che ha solo nel periodo natalizio una flessione dovuta alla concorrenza dell'amabile omino in rosso. Per questo, tramite un elfo transfuga (Gill) caduto in disgrazia, decide di pagare un napoletano specializzato in "pacchi" (ovvero confezionamenti di solenni fregature) per sabotare di fatto il lavoro di Babbo Natale (De Sica). Il soggetto in questione è Genny Catalano (Siani), spigliatissimo erede dei tanti truffatori partenopei che il cinema negli anni ha imparato a conoscere divertendosi, il quale giunto in Lapponia si fa subito cadere il mento di fronte all'avvenente nipote (Leotta)...Leggi tutto di Babbo Natale. Inevitabilmente, qui, comincerà a interagire con la “famiglia” e gli elfi finendo per insegnare loro come aggiornarsi e restare al passo con i desideri dei nuovi bambini di oggi, più interessati alla tecnologia che ai regali tradizionali. Insomma, una storia che perde presto per strada la sua struttura originaria per fondarsi sul rapporto tra Siani e De Sica, col primo nei panni dell'istruttore che insegna a Babbo Natale il significato della parola chiave per la riscossa, ovvero quella "cazzimma", termine usato sempre più comunemente per indicare decisione, risolutezza, convinzione massima. Come noto ci sta tutta una filosofia, dietro al termine, e sembra proprio che Siani voglia spiegarcela alla lavagna, passando poi a svecchiare la figura di Babbo Natale: lo accompagnerà in improbabili avventure che lasciano decisamente il tempo che trovano (non parliamo di quella nella birreria tedesca con la presenza al banco di Stefano Chiodaroli) e lasciando spazio a una Befana (Finocchiaro) pronta ad affacciarsi come "guest star". Quel che si segnala prima di ogni cosa è un Siani piuttosto in palla (come attore, molto meno come regista), costretto sì a venire a patti con giovanilismi rabbrividenti ("Bro") e a gag puerili che si integrano in un contesto vietato ai maggiori, ma talora travolgente nel suo monologare insolitamente aggressivo che ne mette in luce un carisma non comune. E' lui in poche parole l'unico elemento da salvare in un film per il resto sconclusionato, sgangherato e troppo stipato di quelle melensaggini infantili che Siani sembra ultimamente aver eletto a proprio stile; forse perché sa di riuscire a far sorridere sfruttando un'autenticità ingenua e trascinante che al pubblico più giovane piace. De Sica si limita in sostanza a fargli da spalla facendo capire quanto il film poco gli appartenga, benché la sua presenza si faccia sentire garantendo professionalità e tempi giusti. Dispiace tuttavia vederlo costretto in un ruolo tanto stereotipato e carente di grinta, ridotto a tentare con fatica di regalare uno spicciolo di maturità a una fiaba insapore, che piazza in mezzo la bella Leotta a fare da dolce, grazioso bonbon da ammirare come una bambola in porcellana, ovvio sogno proibito di un Siani che costantemente rifiutato si consola con l'amicizia dello scugnizzo verace partito con lui da Napoli. Avventura per ragazzi con patetica richiesta al pubblico sui titoli di coda: se il film vi è piaciuto ditelo in giro, in caso contrario tenetevelo per voi: è "cazzimme" anche questa, dice...

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