Titolo ch'è perfetta sinossi, adatta a descrivere - in una sola parola - quello che rappresentava la ventottenne Tinì Cansino: una voce da scioccherella su un fisico da "sturbo". Ad onor del vero, altre "delizie" soggiacciono alla morbida svampita, ossia Carmen Di Pietro, in fase ancora non "esasperata" e la simpatica Adriana Russo (l'unica che abbia anche un minimo senso di recitazione). Poi il campo è quello di D'Amato, regista in grado di far vedere molto (ma molto) di più di quanto passa "il convento"... Allettante.
Diretto da Joe D'amato sotto falso nome, racconta la classica storia del sogno proibito di un adolescente (che dimostra 30 anni e studia algebra da 4 libri diversi). I dialoghi di tutto il film fanno scompisciare dalla demenzialità, ricchi di incomprensibile slang paninaro. Una regia che vacilla, soffermandosi a volte su particolari di poco conto e inventando scene poco credibili. La ridicolaggine della sceneggiatura completa il tutto; per farsi quattro risate in compagnia.
MEMORABILE: È stato meglio di un concerto di Vasco Rossi!; L'incidente in moto; Carlo che fa finta di star male; La rissa; La festa d'addio al castello.
È una mezza boiata, ma preso alla leggera risulta anche simpatico. Tipicamente Anni Ottanta, spensierato, con inserti "paninari", soggetto insolito per D'Amato. L'erotismo è leggero e si riduce a nudi integrali, gli attori sono pessimi (a livello di recitazione), dal primo all'ultimo, e alcune battute sono da voltastomaco. Ma negli 80 si fece di molto peggio.
Un must retrospettivo del paninaro, esportato in centro italia. I dialoghi tra gli amici del protagonista sono, al riguardo, un vero reperto d'epoca e finiscono per renderlo divertente. L'altro punto di forza sono le rotondità delle squinzie (adeguiamoci al contesto...) coinvolte. Sontuosa la Cansino (malgrado come americana abbia zero credibilità) in body bianco perizomato e nel completino di pizzo nero. Bella la Di Pietro. Compare persino "Er Mutanda" Zequila in un ruolo che tutto sommato gli si addice.
MEMORABILE: Tutte le battute dei ragazzi, tipo "Dai, respingi i lucciconi. Mica vale la pena piangere per quel campanone. Tu sì che sei giusta, piumozza".
Da vedere in tandem con Italian fast food, vista la presenza in entrambi i film di protagonisti del "Drive In" (qui la Cansino) e la massiccia presenza di cliché dei paninari anni '80; i neologismi squallidissimi dei suddetti sono forse la cosa più divertente del film, che visto oggi mantiene alto il livello di trash. La Cansino ha una voce insostenibile e recita male, quindi punta tutto sulla fisicità, anche se in realtà il film non può esser considerato soft-core (solo qualche nudo) bensì una commedia giovanilistica. Para-televisivo...
Massaccesi non ha mai avuto i tempi della commedia e ce lo conferma in questo film pessimo, reso ancora più insopportabile dal gergo dei paninari. Prodotto pure da Reteitalia, quindi un film para-televisivo (i paninari non erano forse saliti alla fama grazie al "Drive in"?) che però mette in bella mostra le poppe della Cansino, unico motivo per una visione. Come commedia non ha praticamente senso, sia come canovaccio vecchio come il cucco che come ritmo pari a zero, con scene eterne come quelle della festa al castello.
Una giovane fotomodella americana di origini italiane torna nel Belpaese per chiudere la vendita di un immobile. La sua bellezza conturbante finirà per far arrapare chiunque le capiti attorno. Tinì Cansino mostra a più non posso tutte le sue grazie e lo spettatore non può che goderne. La cosa migliore del film (o quella più scult) è comunque la parlata giovanilistica (fortemente esagerata) che contraddistingue buona parte dell'opera. Nel cast sono da segnalare il solito marpione Zequila e una poco riconoscibile Laura Gemser.
MEMORABILE: La parlata esageratamente paninara dei ragazzi.
Ennesima conferma di come l'ambito della commedia (tempi comici) sia quello meno congeniale per il poliedrico Aristide Massaccesi. La pellicola è resa "celebre" dalla presenza di Tinì Cansino, una delle maggiorate reduci dai fasti del "Drive In" (da cui il film trae ulteriore spunto affibbiando ai giovani il "linguaggio" dei paninari). Se non fosse per la goffaggine dell'operazione e del divertimento involontario che generano gli slang giovanilistici ci sarebbe ben poco da salvare. Il cinema di genere aveva davvero i giorni contati.
Film di strabiliante inutilità nel quale è stato stipato tutto il peggio degli anni '80, dalla musica al linguaggio paninaro, forzatissimo. Difficile trovare qualcosa per cui valga la pena guardarlo. Terribili gli attori. Tini Cansino ingessatissima e si è ben pensato di peggiorare la situazione dotandola di una voce insopportabile. Chi si aspetta un briciolo di eros ha sbagliato decisamente strada.
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Pellicola-ritratto di un'epoca caratterizzata da una moda transitoria, che però ebbe certa diffusione: ci riferiamo alla tremenda "devianza di linguaggio" dei Paninari (di cui il grande Faletti fece una macchietta televisiva per Drive-in).
Piccola correzione: era Braschi e non Faletti a fare "il paninaro" in "Drive-in"
Caesars ebbe a dire: Undying ebbe a dire: Un film megagalattico
Pellicola-ritratto di un'epoca caratterizzata da una moda transitoria, che però ebbe certa diffusione: ci riferiamo alla tremenda "devianza di linguaggio" dei Paninari (di cui il grande Faletti fece una macchietta televisiva per Drive-in).
Piccola correzione: era Braschi e non Faletti a fare "il paninaro" in "Drive-in"
Grazie per la correzione, Caesars.
MusichePanza • 14/07/14 11:38 Contratto a progetto - 5199 interventi
Le canzoni del film:
Mike Turner, Far from you (Mainetti - Anelli)
Mike Turner, Delight (Mainetti - Anelli)
Garçons Fatales, My father (Bonanni - Tovoli)
Garçons Fatales, I'm looking for you (Bonanni - Tovoli)
Zender ebbe a dire: Ecco, grazie HK :) Probabile ne esistano altre (magari estere) firmate da D'Amato.
ma se dobbiamo rispettare imdb...almeno con il Massaccesi non sballa la ricerca.
DiscussioneZender • 23/01/16 07:47 Capo scrivano - 47839 interventi
Ti spiego Ruber: noi rispettiamo Imdb per quanto riguarda i primi nomi (e infatti qui al limite bastava inserire Massaccesi e basta), ma gli pseudonimi sono tutto un'altro paio di maniche (cioè quelli che imdb segna come "as"). In casi come Massaccesi o Jess Franco è talmente un delirio di pseudonimi che cambiano a diversa delle varie edizioni dei film che non c'è obbligo di mettere quello di Imdb perché magari (come in questo caso) lo pseudonimo varia da nazione a nazione. L'importante è che sia scritto Massaccesi tra parentesi (come infatti è).