Gigi e Andrea: Ci do... che ci do... che ci do... - Spettacolo teatrale (2013)

Tornati insieme sul palco nel 2008, Gigi e Andrea rinnovano la partnership con uno spettacolo semplice e accattivante, che riprendendo in mano una formula adottata da moltissime coppie comiche (quella che forse ci si avvicina di più come tipo di show è quella composta da Ric e Gian) propone due figure classiche: il narratore e il disturbatore. Nella parte del primo un ottimo Gigi Sammarchi, ancora vivace e giovanile (nonostante i capelli bianchi), cui spetta il compito di introdurre lo spettacolo spiegando come avrebbe intenzione si svolgesse. L'obiettivo (fasullo, naturalmente, giacché è ovvio che interverrà Andrea a modificarne sostanzialmente le linee) è quello di spiegare quanto il partner...Leggi tutto non sia così ossessionato dalle donne come si è sempre creduto facendogli poi declamare una serie di poesie di celebri autori esteri (il Prévert dei tre fiammiferi di fila accesi nella notte, il García Lorca del "Lamento per Ignazio") e italiani (Leopardi, che verrà mescolato a Carducci e altri). In scena senza scenografia che non siano due sgabelli alle loro spalle, Gigi e Andrea cominciano. L'affiatamento dei vecchi tempi si conferma, anche se Andrea appare un po' stanco e il canovaccio non è esattamente di prima qualità. Si fa leva su battute antidiluviane (Ulisse e i proci), su doppi sensi sfruttati già infinite volte ed equivoci linguisitici preistorici: Gigi azzarda durante la presentazione qualche termine desueto (satollo, scisso...) e Andrea ci ricama sopra semi improvvisando, commentando a bassa voce, prendendo in giro l'amico, seguendo uno schema insomma collaudatissimo e che ha fatto la fortuna di migliaia di commedianti. Dalla traccia poetica ad ogni modo si devia spessissimo: basta qualche spunto di Andrea per introdurre nuovi sketch, come quelli che vedono la sommaria ricostruzione di importanti momenti religiosi (Gesù e Lazzaro) o mitologici (Ulisse, e qui vengono in mente le indimenticabili recite di Gianni Ippoliti con Luca Laurenti). Poca varietà nella rappresentazione e un'unica concessione ai personaggi di un tempo (Andrea vestito da "mamma", inevitabile), con la simpatia dei due che resta il loro punto di forza; Andrea col suo bolognese strascicato trova ancora (e di frequente) il modo di far ridere il suo pubblico, Gigi gli fa egregiamente da "spalla" proprio come ai vecchi tempi. Giusto fermarsi prima delle due ore, con un nostalgico bis in cui si ripropone la bislacca canzone che fu il loro primo cavallo di battaglia. La coppia funziona, i meccanismi sono oliati da anni di esperienza on stage mai dimenticati e, anche se par di assistere a uno show di quarant'anni fa e non si possa certo gridare al miracolo o al colpo di genio, non ci si annoia e si può godere, oggi come allora, della contagiosa e umana verve di Andrea, supportato da chi meglio ha saputo innescarla negli anni.

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