Gimme shelter - Documentario (1970)

Nato come grande spettacolo gratuito di musica e festa, Gimme Shelter finisce per diventare la commemorazione elegiaca di una stagione nutrita di esaltanti aspettative, ma conclusasi nella più pofonda delusione. Non credo che i fratelli Maysles avessero intenti polemici; ma come la camera inquadra il pubblico, non si può fare a meno di notare ragazzi completamente "fatti", per giunta in preda ad un "bad trip" (qualcuno accusò la CIA). La testimonianza di Gimme Shelter mette ordine in un caotico periodo difficile da raccontare a parole.

Tournée americana degli Stones impeccabile, ma ciliegina di Altamont che si trasforma in bacca velenosa. In un luogo senza recinzione o limite di posti, con gli Hell's Angels ubriachi fradici a garantire l'ordine e con gli spettatori fumati, impasticcati e sfiniti da 60 ore di attesa, la tragedia era inevitabile. Meredith Hunter è rimasto in agonia per ore prima che lo portassero via già morto in elicottero e perfino Marty Balin, chitarrista e voce dei Jefferson Airplane, è stato malmenato. Jagger grande come sempre ma molto immaturo; più sveglio Watts.

Anni '70: musica e droga vanno di pari passo, l'ordine pubblico è in mano a un branco di ubriaconi armati fino al collo, simbolo di un'anarchia giovanile che verrà ben presto repressa. Si inizia con un po' di musica e qualche intermezzo in studio per poi arrivare al "fattaccio" dell'omicidio di Meredith Hunter, ripreso con dovizia di particolari. Un'ora e mezza con Jagger mattatore del palco e i visi dei fans sconvolti dalla droga e dall'alcool: un ritratto vecchio di 40 anni che parla poco di musica e più di società.