I'm your man - Film (2021)

Ricercatrice testa un robot umanizzato per tre settimane. La relazione umani/macchine è stata già esplorata e in questo caso l'equilibrio narrativo è la nota positiva. L'approccio iniziale è leggero poi ci si addentra man mano in ragionamenti più articolati senza cadere nel filosofico. Ben delineata la fallibilità umana e anche il tentativo di superarla per essere persone migliori. La chiusura non è molto originale, è delicata ma almeno non cade nel melenso. Ottima nelle espressioni la Eggert e Stevens sembra Jude Law di A.I.

Gentile, premuroso, coltissimo, di bell'aspetto: è Tom, un androide sperimentale che la ricercatrice di un museo berlinese deve testare per tre settimane allo scopo di verificare se può essere commercializzato come compagno ideale... Le premesse sono quelle di una commedia brillante dai risvolti satirici, ma lo svolgimento diventa una riflessione sul cosa significa essere umani che, seppur già affrontata in altri film del genere, qui assume inaspettati toni malinconici prima di sfociare in un epilogo delicato e felicemente contraddittorio. Intensa Eggert, in parte Stevens.

Una studiosa di scritture antiche che lavora all'interno del Pergamon di Berlino è chiamata a testare un androide in tutto e per tutto "umanizzato" per un'eventuale commercializzazione come compagno di vita. L'esperimento prende quasi subito una piega dai tanti interrogativi, non nuovi, sul rapporto tra umano e ciò che sembra soltanto tale. La regista offre un approccio "sentimentale" tutt'altro che banale e va direttamente al cuore del senso dell'autenticità dei rapporti affettivi (problematici comunque robot o non robot). Un tema attuale condotto con poesia e intelligente ironia.

Se il rapporto con gli umanoidi o con servizi a essi collegati è già stato esplorato va detto che la Schrader ha il merito di tentare una strada più meditata che poggia sul considerare il robot come specchio delle nostre insicurezze. Il contrasto tra la Eggert e un validissimo Stevens riesce così a caratterizzare il film e dar vita a uno sviluppo fatto di momenti di umorismo e di riflessioni non banali. Il racconto può ogni tanto vagare senza meta ma nel complesso è scritto bene e con uno stile mitteleuropeo da apprezzare.