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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/10/07 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 9/10/07 18:07 - 5737 commenti

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Con una messa in scena elegante e un'atmosfera malata da fine del Ventennio, Bertolucci illustra complicati rapporti tra sesso, frustrazione, fascismo, antifascismo e contraddizioni borghesi, ben sintetizzati nella figura dell'aspirante "conformista" e opportunista Trintignant. Molto valida la prova degli attori: l'eterna bambina Sandrelli, la fascinosa Sanda, il gerarca Moschin, il cieco Quaglio, il democratico Tarascio, il teatrale Addobbati, il pederasta Clementi.

Cotola 30/11/09 23:17 - 9066 commenti

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Il bel romanzo di Moravia viene ottimamente trasporsto in celluloide da Bertolucci che, oltre a ricreare perfettamente ambienti e situazioni, costruisce una storia molto intrigante ed interessante che mantiene viva l'attenzione dello spettatore per tutta la sua durata. Bel cast, ottima regia e confezione sopraffina. Introvabile per tanto tempo, è sempre stato molto amato dai bertolucciani doc. Merita di essere riscoperto e rivalutato.

Nando 1/05/10 00:30 - 3816 commenti

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Una storia al tempo del fascismo analizzata con cura ed attenzione. Un Trintignant delatore che manifesta la sua nullità, il suo voler liberarsi di un qualcosa avvenuto nel passato ma purtroppo il passato torna categorico. Nonostante tutto, il protagonista, con una moglie oca ed un'amante vogliosa ma contraria alle sue traballanti idee, cerca la reazione ma alla fine, titolo docet, si conforma alla situazione imperante dopo la caduta del fascismo da lui inizialmente esaltato.

Pau 11/08/10 10:18 - 125 commenti

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Difficile trovare un aspetto che sia men che perfetto nel "Il conformista": dalla sceneggiatura di Bertolucci, che scomoda il "mito delle caverne" di Platone per accennare alla situazione di un'intera generazione, alla fotografia di Storaro, estraniante e virtuosistica; dalle ricostruzioni d'ambiente, "metafisiche" ed alienanti, opera di uno Scarfiotti in stato di grazia, alla maschera di Trintignant, perfetta nel dare vita (?) a un personaggio destabilizzante: un grumo di pericolosa mediocrità, caratteristico dei momenti bui della nostra storia.
MEMORABILE: La sequenza in cui Dominique Sanda pronuncia la battuta "Marcello, non farci del male", splendidamente fotografata da Storaro nei toni del blu notte.

B. Legnani 29/10/11 19:53 - 5541 commenti

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Esperienza visiva indimenticabile, per l'estrema cura della messa in scena (anche se certi eccessi gestuali non sono azzeccatissimi). La conoscenza del romanzo è importante per capire bene il film, che è un quanto mai pessimistico sguardo sull'homo italicus, ansioso di conformità per la propria tranquillità (terribile il tradimento finale nei confronti dell'amico cieco). I personaggi (tutti mediocri, mentalmente e/o moralmente) sono interpretati mirabilmente. Ciò che domina è, nella prima parte, l'architettura fascista che fa da cornice. ***½

Dusso 15/09/11 20:50 - 1566 commenti

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Bel film di Bertolucci che ho appena visionato in sala: tutti attori in forma, splendida Sanda, la Sandrelli che sembra faccia se stessa, una storia che tiene molto bene... altri tempi, ma vederlo in sala fa il suo effetto. La fotografia di Storaro è sinonimo di classe.

Giùan 17/04/12 13:51 - 4575 commenti

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Uno dei migliori Bertolucci di sempre, si pone al perfetto confine tra la sua natura di ragazzo (e poeta) emiliano e la sua elezione a Director di statura internazionale. Rileggendo Moravia, Bernardo tratteggia il destino universale di un meschino a cui la Storia (il fascismo) offre un rifugio sicuro dalle proprie più intime, infami paure. A far la differenza poi è lo stile in cui il tutto è filmato: un compendio mirabile di classicità e plasticità figurativa. Gli attori per una volta lascian il passo ad un cast tecnico ineffabile (Arcalli, Magrini, Storaro).
MEMORABILE: L'assassinio en plein air dei coniugi Quadri; La fioraia che canta L'internazionale; Il ballo Sanda-Sandrelli; Il 25 luglio 1943: l'ironica liberazione.

Galbo 27/10/12 05:53 - 12402 commenti

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Una delle migliori opere di Bertolucci, combina la sostanza del contenuto (si tratta di una storia molto interessante, che si segue con passione fino in fondo) alla grandissima eleganza formale. L'ottima ricostruzione ambientale si abbina alla resa fotografica (di Storaro) davvero pregevole. Un buona parte del merito della riuscita del film va alla prova eccellente di tutto il cast, Jean-Louis Trintignant in testa. Grande cinema.

Il Gobbo 26/11/12 23:41 - 3015 commenti

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Primo successone internazionale di Bertolucci e film-cerniera fra la fase più sperimentale e ardimentosa e il mainstream perlopiù tedioso che seguirà. Opera di straordinaria stilizzazione e reinvenzione iconografica di un'era mediante suggestioni quasi solo cinematografiche. Storaro pauroso, e buona prova degli attori, in cima ovviamente Moschin e un Trintignant-automa davvero notevole. Graziani, Savagnone e Rinaldi al doppiaggio. L'indirizzo del professore era quello di Godard al tempo!

Pigro 2/12/12 11:10 - 9679 commenti

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Una straordinaria eleganza visiva: le spettacolari location del ventennio, la raffinatezza di arredi e costumi, la notevole fotografia di Storaro, la morbidezza dei movimenti di macchina... E un’altrettanto straordinaria eleganza narrativa, che ricuce la storia della spia fascista aspirante alla normalizzazione in un racconto singhiozzante di pensieri (platonici), parole, opere e omissioni. Il conformismo come pavida fuga dalle proprie ossessioni, al confine tra politica e sessualità. Forse più bello da vedere che profondo su cui riflettere.

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Didda23 25/04/13 02:18 - 2431 commenti

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La strabiliante resa visiva, messa in essere da elegantissimi e finissimi movimenti di macchina, ci conduce nel lato oscuro di un individuo (un glaciale Trintignant) che senza scrupoli si insinua nei meandri più tossici della società individualista, sempre pronto a conformarsi per emergere. Sontuosa la ricostruzione ambientale e straordinaria la fotografia di Storaro. Presi dal vortice visivo, la sceneggiatura cade quasi in secondo piano. Aldo Lado è l'aiuto regista. Da non perdere.

Motorship 27/04/13 17:17 - 585 commenti

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Ottimo film di Bertolucci realizzato scrupolosamente sia nei dettagli tecnici che in quelli scenografici. Ha una storia davvero molto suggestiva che descrive una borghesia piuttosto particolare del periodo tardo-fascista. L'elemento di congiuzione con tutto questo è il personaggio di Trintignant (davvero ottimo!), ossia un mediocre opportunista patologico che si inserisce nella società in modo bieco e spiazzante. Oltre a lui, ottimo e molto ben attivo anche il resto del cast, tra cui una splendida Sanda e una Sandrelli bella e infantileggiante.
MEMORABILE: Il ballo Sandrelli-Sanda; L'eccellente fotografia di Storaro.

Furetto60 7/11/13 07:54 - 1196 commenti

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Bertolucci, con una sapiente ricerca di fotografia, location e costumi della borghesia medio alta, riesce a rendere un’immagine tipo, quasi idealizzata, del periodo degli anni ’30. Sotto questo aspetto il film è ben riuscito e supera il romanzo di Moravia riuscendo a infondere interesse anche a un non protagonista come Marcello, uno squallido opportunista nel quale potrebbero - e dovrebbero - riconoscersi non pochi personaggi scappati dall’esperienza fascista.
MEMORABILE: Il sapiente sfruttamento delle linee architettoniche.

Tarabas 3/03/14 18:03 - 1878 commenti

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Ennesima declinazione della banalità del male, impersonata da un borghese qualsiasi che diventa spia dell'OVRA per "essere come gli altri". Visivamente il film è bellissimo, specie per chi apprezza gli spazi architettonici neoromani alla Piacentini e la Neue Sachlichkeit italica (io sono fra questi). Concettualmente, il film mi pare risenta delle "mode" del periodo, con un'interpretazione del fascismo sorpassata e un'impostazione psicologistica che mi lascia sempre insoddisfatto. Detto questo, è cinema di gran classe con un cast perfetto.

Kinodrop 30/03/14 20:29 - 2966 commenti

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Non sono sufficienti la straordinaria cura formale al limite del museale e la fotografia studiata maniacalmene per restituirci l'atmosfera reale, crudele e classista del ventennio. Sembra più una storia dannunziana sulla sospensione della morale che è propria degli individui asserviti al regime. Difatti il protagonista è spia, traditore degli amici, voltagabbana dopo la caduta del regime e sessualmente contorto. Film datato, lento, dispersivo (specie nella prima parte) e tutt'altro che un capolavoro. Musica di mestiere tra Francia e Italia.
MEMORABILE: Gli interni modernisti e la cura meticolosa delle inquadrature.

Vitgar 17/07/14 09:33 - 586 commenti

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Buon film che talvolta rallenta in maniera preoccupante. Tanti momenti descrittivi sembrano messi lì tanto per allungare il minutaggio. Ottima la fotografia. Molti personaggi dell'epoca che vengono rappresentati mi sembrano ancora paurosamente attuali. Buon cast. Bertolucci ha fatto di meglio.

Xabaras 1/01/15 08:30 - 210 commenti

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Primo film importante di Bertolucci, ed è gia cinema d'alta classe. L'ispirazione viene dal famoso romanzo del 1951 di Alberto Moravia, che viene qui traslitterato in maniera piuttosto fedele anche se si notano alcuni cambiamenti (viene modificato il finale, la dinamica dell'agguato e, particolare più significativo, non si riscontra alcun riferimento alla sinistra e complicata infanzia di Marcello). Molto buona la maniera in cui viene gestita la dinamica tra i protagonisti e il discorso sull'eros.

Alex1988 20/03/15 18:50 - 728 commenti

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Prima produzione di rilievo per Bernardo Bertolucci, che traspone su grande schermo l'omonimo romanzo di Alberto Moravia. Il risultato è un grande esercizio stilistico, volto a rappresentare l'ambiguità umana nei confronti del proprio pensiero politico; il protagonista diventa una spia segreta fascista per eliminare i propri fantasmi, ma il passato, prima o poi, è destinato a tornare.

J.d.s. 19/07/17 12:35 - 20 commenti

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Da un romanzo di Moravia, fra le migliori prove registiche di Bertolucci. Fu molto criticato alla sua uscita poiché considerato da certa critica cinematografica impegnata come non abbastanza autoriale. E' un cinema elegante, magnificamente fotografato (Storaro) e interpretato (Trintignant freddo e implacabile, la Sandrelli come esempio di frivolezza e superficialità e la Sanda semplicemente magnifica). Il fascismo è sullo sfondo e chi non vi si conforma muore. Da vedere.
MEMORABILE: La pioggia nel pineto durante il viaggio in treno; La sala da ballo a Parigi.

Daniela 11/08/17 08:20 - 12677 commenti

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Il miglior film di Bertolucci coincide con la migliore trasposizione cinematografica di un'opera di Moravia, "tradita" nell'epilogo, felicemente ambiguo invece che provvidenzialmente riparatore. Di grande eleganza formale, soprattutto nelle stupende sequenze metafisiche di ambientazione romana della parte iniziale, questo ritratto di un fascista opportunista mimetico per la volontà, originata da un equivoco, di confondersi nella massa, può contare sulle prove morbosamente affascinanti degli interpreti principali, mentre risultano memorabili i personaggi di Moschin, Quaglio, Clémenti.
MEMORABILE: L'esecuzione nel bosco innevato, con i tagli di luce fra gli alberi durante la fuga di Anna

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Pinhead80 23/08/17 13:42 - 4779 commenti

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Un uomo senza onore e senza alcuna fede si muove tra i gangli del partito fascista alla ricerca di una continua approvazione, che lo riabiliti agli occhi degli altri. Il cinismo e la codardia del protagonista vengono resi in maniera eccellente dall'intensa interpretazione di Jean-Louis Trintignant. Il suo personaggio rimane in un'ambiguità tale da consentirgli di non affermare mai pienamente nessuna convinzione, politica o sentimentale che sia. Un film diretto in maniera rigorosa che prende a calci la morale in nome del conformismo assoluto.
MEMORABILE: Il mito della caverna.

Thedude94 8/03/18 23:37 - 1097 commenti

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Portare un'opera complessa come questa sullo schermo non è cosa da tutti, ma Bertolucci è uno dei più capaci registi italiani e mostra una sicurezza in regia comune a pochi. L'aspetto tecnico del film è quasi superlativo: oltre alle inquadrature azzeccate, la fotografia di Storaro è eccezionale e rimane negli occhi per tutta la durata. Forse non è un capolavoro, ma rimane un pezzo importante della storia del nostro cinema anche per la trattazione dell'umanità di un poliziotto fascista (ottimo Trintignant) alle prese con problemi personali gravi.

Myvincent 7/05/18 08:36 - 3748 commenti

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Le ambizioni borghesi di un conformista che lo aiutino a sentirsi normale, invisibile alla società, non serviranno a sciogliere gli enigmi interiori di un uomo qualunque nell'Italia fascista. Bertolucci si avvale di Moravia per realizzare un'opera dove la forma stilistica è quasi più narrativa del contenuto in sé, gratificando appieno gli occhi dello spettatore. L'estetica cinematografica raggiunge livelli altissimi. Il finale diverso dal romanzo originale si legge un po' artefatto, o per lo meno soggettivo.
MEMORABILE: L'eterna inquietudine sul volto di Trintignant in contrasto coi modi da sciocchina sublime interpretati dalla Sandrelli.

Lythops 1/12/18 15:41 - 1019 commenti

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È indubbiamente l'opera di Bertolucci che vince sulle altre. Grande per estetica ed eleganza, merito sicuramente di Storaro che firma la fotografia come luce e inquadrature. Impeccabile il lavoro degli attori più caratteristici di quegli anni (e la loro direzione), fra i quali spicca una sgradevole Sandrelli. Ottimo lavoro di Delerue per le musiche. Grande film, con una sceneggiatura solida ed evidentemente meditata.

Rocchiola 17/04/19 09:48 - 970 commenti

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Lontano dallo sfarzo dei kolossal internazionali, come dal minimalismo delle opere più intimiste, Bertolucci firma il suo film più stimolante e avvincente. Una sorta di thriller psicologico-politico sull’ambiguità borghese nell’Italia fascista. L’originalità delle inquadrature, la narrazione cronologicamente non lineare, l’elegante ricostruzione ambientale, i colori di Storaro e le musiche di Delerue, compongono un’opera che coniuga al meglio spettacolo e contenuto reggendo bene la prova del tempo. Moschin si conferma caratterista di rango.
MEMORABILE: "Le persone veramente serie, non sono mai serie"; L'esecuzione nei boschi; La visita la padre in manicomio; La confessione di Marcello al prete.

Gabrius79 14/03/20 13:41 - 1427 commenti

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Bernardo Bertolucci confeziona un film indubbiamente efficace nelle ricostruzioni e quindi nella fotografia e con attori che se la cavano egregiamente (su tutti un bravissimo Trintignant), ma la storia talvolta rischia di annoiare e pare che si tenti in alcune scene di allungare il brodo. Valide le musiche e attenzione a un piccolo cameo di un giovanissimo Alessandro Haber nei panni di un cieco.

Gmriccard 6/04/20 08:29 - 121 commenti

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Bertolucci è un maestro della regia e si avvale di ottimi collaboratori, vista la fotografia. Ma il soggetto (Moravia) è piuttosto banale e si impernia sul solito cliché del fascista vigliacco: troppo poco per stupire e troppo strumentale ai fini politici. In più è forse un po’ troppo facile avvicinare l’esule antifascista. Bello però l’agguato. Il personaggio della Sanda anticipa per certi versi lo stesso interpretato in Novecento, sempre per il regista parmigiano.
MEMORABILE: La scena dell’agguato.

Paulaster 10/04/20 14:17 - 4435 commenti

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Spia fascista va in missione per uccidere un professore. Film politico che condanna una fetta della borghesia che seguiva il Duce e anche chi agiva solo per convenienza. Girato in maniera impeccabile con enorme cura, specie nella prima parte, restituisce le architetture del periodo usando splendide carrellate. Trintignant è glaciale e resta invischiato nelle maglie della violenza sessuale, da cui si capiscono poco gli effetti subiti.
MEMORABILE: La cena a doppia coppia; La convocazione dal ministro; L'agguato al professore e alla moglie.

Lou 12/04/20 20:08 - 1121 commenti

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L'omologazione al sistema fascista di un funzionario dei servizi (l'ottimo Trintignant), opportunista senza valori disposto a tutto per fare carriera. Il tutto condito da torbide pulsioni sessuali e da un'ambiguità disturbante. D'effetto le atmosfere surreali che stigmatizzano la crudeltà di un sistema spietato e immorale. Azione lenta ma intrigante, grande cura estetica.

Caesars 4/05/20 10:48 - 3798 commenti

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Film interessante, ma anche datato e non completamente riuscito. La trama fatica a creare un vero interesse nello spettatore, forse anche a causa di una certa freddezza nel creare i rapporti tra i personaggi. Bisogna tuttavia dire che Trintignant è perfetto nella parte, mentre la Sandrelli fa semplicemente la Sandrelli. Bella la fotografia di Storaro.

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Zampanò 4/09/20 15:42 - 381 commenti

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Il Bertolucci che si fa commestibile: il film ne sancì l'ingresso al club dei super-autori, quelli bravi a cui non basta specchiarsi. Il più trasposto dei nostri scrittori, Moravia, lo immette sui binari, dove non valgono le nebbie da Nouvelle Vague. Sulla traccia narrativa è però magistrale il regista a ri-scrivere ciò che desidera solo con le immagini e il montaggio. Una geometrica dolcezza, chez Nando Scarfiotti, vaglia scena per scena (il casino, il ballo, il manicomio). Sublime in senso kantiano l'apologo del cinema attraverso la caverna di Platone.
MEMORABILE: L'ex agente Clerici addossa all'autista che lo molestò da bambino la colpa dei delitti politici commessi.

Enzus79 11/01/21 18:33 - 2908 commenti

I gusti di Enzus79

Tratto dall'omonimo bellissimo romanzo di Alberto Moravia. Pellicola abbastanza destabilizzante in cui il protagonista si vuole "normalizzare" alla società in cui vive, rimanendo freddo rispetto agli eventi e alle persone che gli sono accanto. Peccato per il finale, diverso da quello del libro. Bellissima la fotografia di Vittorio Storaro. Sicuramente tra i migliori film diretti da Bernardo Bertolucci.

Giufox 6/06/21 17:21 - 324 commenti

I gusti di Giufox

Al pari di Godard, Bertolucci adatta Moravia in modo personale salvaguardando l'essenza del romanzo. Le pennellate coi carrelli, i tagli di luce e la recitazione naturalistica, testimoniano di uno stile espressivo e sospeso, molto maturo ed elegante, che farà del film un successo internazionale. Tra metafore freudiane, visioni nostalgiche di Parigi e scontri esistenziali/politici, un film di ampia portata, forse apparentemente superficiale in alcuni passaggi, ma spontaneamente estraneo alla produzione autoriale del periodo. La Sandrelli ridicolizza qui ogni scena.
MEMORABILE: Le luci intermittenti nella sequenza iniziale; Le architetture espressioniste del palazzo; Il gran contributo di Storaro, Arcalli e Trintignant.

Silvia75 6/11/21 21:23 - 165 commenti

I gusti di Silvia75

Anni 30: un professore che ha subito un trauma infantile e che crede di aver commesso un delitto per conformarsi agli altri (da qui il titolo) aderisce alla polizia segreta fascista e viene incaricato di uccidere un antifascista esule a Parigi. Bravissimi tutti gli attori, splendida Dominique Sanda. Regia geometrica, ambienti che si ispirano al futurismo. Ampi campi lunghi, primissimi piani dell'algido Trintignant. Belle le scenografie, i costumi e la fotografia. Peccato l'atmosfera morbosa ma nel complesso bello.

Noodles 28/02/23 17:07 - 2240 commenti

I gusti di Noodles

Il film di Bernardo Bertolucci più interessante, ancora lontano da certa prosopopea e pomposità che caratterizzeranno i futuri lavori del regista. La vicenda è tratta da un romanzo di Alberto Moravia ed è ben raccontata da Bertolucci, pur con qualche momento lento che si poteva evitare. Al di là dell'efficacia del racconto, che ben descrive l'epoca e analizza molto bene la figura del protagonista, è sicuramente da applausi la messa in scena e la fotografia, entrambe realizzate con grande attenzione al dettaglio. Buono il cast. Peccato che Bertolucci abbia poi preso un'altra strada.

Magi94 8/04/23 10:59 - 954 commenti

I gusti di Magi94

Film di non facile visione, perché la storia che viene narrata in modo solo apparentemente realistico è invece un intreccio di racconto e immaginazione, guidato da pensieri psicanalitici che portano anche a bertolucciate sessuali traghettate dal personaggio della Sanda. Eppure la grandezza dell'opera sta tutta nel ritratto di Trintignant come italiano conformista, o quantomeno che vuole esserlo per raggiungere la serenità nella perfetta condizione di "normale", nonostante sappia del mito della caverna, delle ombre del fascismo. Grandi scenografie e movimenti di macchina affascinanti.
MEMORABILE: Il personaggio di Moschin; La definizione di Italo di "uomo normale".

Cerveza 23/05/23 09:45 - 376 commenti

I gusti di Cerveza

Passato e presente s'intrecciano, si giustificano, si accusano, cercano disperatamente l'espiazione. Bertolucci sospende a mezz'aria una tela metafisica palpitante, dipinta con cura maniacale, avvolta da una costante percezione onirica e allucinatoria di un De Chirico. Un uomo emotivamente inerte si appiattisce ai dettami del potere per ritagliarsi un ruolo nella società; ma in realtà ha sempre vissuto normalizzato nell'immoralità sociale equamente diffusa fra cattivi, finti buoni ed edonisti. Crepuscolare, decadente, complesso, esteticamente ineccepibile, perfettamente moraviano.
MEMORABILE: La fotografia; Marcello in strada che accusa tutti di fascismo; Anna che grida a Marcello quanto gli fa schifo e poi gli si concede; L'esecuzione.

Sonoalcine 23/08/23 20:48 - 185 commenti

I gusti di Sonoalcine

Marcello Clerici è cardine del cinema di Bertolucci: è alla ricerca disperata e incessante del proprio ruolo nel mondo, ma evita qualsiasi deriva rivoluzionaria e si nasconde nel conformismo, nella ricerca di una pseudo normalità sotto la quale si celano timori inconfessabili, oltre a un rinnegamento per qualunque debolezza personale (la sua nascosta omosessualità) o collettiva (la pazzia del padre, la cecità dell'amico Italo...). Il protagonista vive in un complesso di inferiorità tra sé stesso e il bisogno di apparire.
MEMORABILE: L'accoltellamento del professor Quadri nel bosco; Il tradimento finale.
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MUSICHE:
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  • Curiosità Lucius • 12/04/14 10:25
    Scrivano - 9051 interventi
    In una delle inquadrature dell'infanzia del protagonista Marcello, ambientata nel 1917, appare per errore sullo sfondo una torre di antenne radiofoniche, all'epoca non ancora edificate.

    Fonte: Ciak, Un secolo di grandi capolavori, supplemento riservato ai lettori di Ciak n.3
  • Homevideo Xtron • 31/01/16 13:19
    Servizio caffè - 2151 interventi
    Il bluray RAROVIDEO ha una durata di 1h52m52s
    Contiene gli extra della versione dvd.

    Immagine a 46:50

    Ultima modifica: 31/01/16 13:51 da Zender
  • Musiche Lucius • 10/07/16 00:07
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, la musicassetta originale:



    Ultima modifica: 10/07/16 08:58 da Zender
  • Homevideo Rocchiola • 17/04/19 10:00
    Call center Davinotti - 1258 interventi
    Confermo l'alta qualità dell'edizione bluray curata dalla Rarovideo. Prima di tutto è da lodare il recupero di un titolo importante che ingiustamente non era mai uscito sul mercato home-video se non in VHS. Poi c'è da dire che la confezione digipak con slipcase e libretto a colori è all'altezza delle più celebrate case editrici estere. Infine una qualità che personalmente ho trovato davvero elevata. L'immagine è pulitissima, con giusto un filo di grana del tutto naturale notabile quasi esclusivamente sugli sfondi meno coloriti. La definizione è di ottimo livello ed i colori sono vivi e rendono giustizia alle scelte cromatiche di Storaro. L'audio originale mono è molto potente. Gran bell'edizione oggi disponibile a prezzi economici !!!
  • Discussione Caesars • 4/05/20 11:17
    Scrivano - 16812 interventi
    Probabilmente sto prendendo un granchio grosso come una casa, ma per tutta la durata del film mi sono portato addosso l'impressione che esso abbia esercitato più di un'influenza sul cinema di Argento e in particolare in Suspiria.
    Il pianista cieco interpretato da Bucci, la scuola di danza per bambine, il bosco attraversato col taxi.
    Certo i due film appartengono a due mondi diversissimi, però...
  • Discussione Daniela • 4/05/20 12:03
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Probabilmente sto prendendo un granchio ....
    Certo i due film appartengono a due mondi diversissimi, però...


    Mica tanto, se si pensa alle parole pronunciate da Argento in occasione del funerale di Bertolucci e a quanto dichiarato in varie occasioni, tra cui questa:

    https://bernardobertolucci.org/resource/conversazione-con-dario-argento/
  • Discussione Caesars • 4/05/20 12:09
    Scrivano - 16812 interventi
    Grazie Dani.
  • Curiosità Caesars • 19/05/20 16:44
    Scrivano - 16812 interventi
    Il numero di telefono e l'indirizzo al quale abita il professor Quadri, all'epoca erano il vero numero di telefono ed indirizzo di Jean Luc Godard.

    Fonte: trasmissione RAI "Il cinema alla radio" del 27/11/2018
  • Curiosità Lucius • 15/12/22 15:03
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dall'Archivio cartaceo Lucius, il flano d'epoca del film:

    [img size=350]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images63/ilconfo.jpg[/img]
  • Curiosità Lucius • 14/02/23 00:05
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dall'Archivio cartaceo Lucius, un altro flano d'epoca del film:

    [img size=300]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images63/ilconfor.jpg[/img]