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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Le mystère de la chambre jaune
Anno: 2003
Genere: giallo (colore)
Regia: Bruno Podalydès
Note: Dal romanzo omonimo di Gaston Leroux.
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Da uno dei più noti romanzi gialli di sempre, firmato da Gaston Leroux, la trasposizione cinematografica made in France (e Belgio) che può sfruttare il complesso, affascinante enigma legato al celebre delitto della camera (chiusa) del titolo. In cabina di regia Bruno Podalydès, che riserva al fratello Denis il ruolo del protagonista, quindi del giornalista/investigatore Joseph Rouletabille. L'indagine è spesso messa in secondo piano da qualche spunto ironico di troppo, ma la forza della storia è innegabile e, pur in presenza di una regia compassata e non certo brillante, emerge comunque appassionando. Soprattutto nella seconda parte, in cui i misteri si moltiplicano e la “simpatica” supponenza...Leggi tutto di Rouletabille ne caratterizza con intelligenza il personaggio. L'aderenza al romanzo è notevole, gli snodi chiave ci sono tutti e la soluzione finale - per quanto un po’ tirata per i capelli - conserva il suo fascino. Gli attori modesti e la fotografia piatta nonostante i bei colori di una location indovinata ne fanno un prodotto dall'apparenza quasi televisiva, che naturalmente Leroux non meritava. Ciononostante chi ha amato il romanzo ne ritroverà qui una riduzione che ne coglie bene i punti di forza sfrondando il giusto per focalizzare l'essenziale (compresi i titoli dei capitoli, riportati come didascalia). I pregi, in ogni caso, sono quasi tutti merito dell'opera letteraria.
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Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/09/11 DAL BENEMERITO MYVINCENT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/03/15
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- Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Dusso - Mediocre, ma con un suo perché:
Myvincent
Giallo prolisso e troppo lungo per essere amato, è caratterizzato da uno humour francese piuttosto incomprensibile e da una trama apparentemente vuota e non-sense per la maggior parte del suo divenire. Senonchè l'ultima mezz'oretta mette in risalto l'acutezza di Gastone Leroux, dal cui romanzo il film è tratto, svelando il mistero e risvegliando lo spettatore dal suo profondo torpore. Due palle...
Il film, come curiosamente dice anche uno dei protagonisti, ha un finale che delude nel rivelare il famoso mistero della camera gialla (o chiusa) e che gli fa perdere tantissimo. Non è comunque male, con un humor francese alcune volte molto divertente (si pensi alla scena in cui il fotografo cade con l'orologio a pendolo), altre meno. Qualche interpretazione mediocre (ad esempio Sabine Azéma nei panni di Mathilde Stangerson).
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