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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Non può farci respirare l'epica dei lavori di Coppola o Leone, nonostante i chiari tentativi in tal senso, ma questa variante canadese dei grandi film di mafia sa comunque come farsi seguire e trova buoni momenti che ne esaltano l'insolito connubio tra classicismo e modernità. L'ambientazione, nella Montreal del 1994, comincia inquadrando un ingombrante ritratto di Berlusconi che campeggia sulla parete di una casa di picciotti a Roma. Appena eletto, il nuovo premier ha parlato in termini entusiastici di un possibile ponte sullo Stretto di Messina e l'eco dei miliardi sui quali la criminalità organizzata potrebbe mettere le mani, nel caso in cui il progetto andasse...Leggi tutto in porto, allerta anche l'America. Poi lo stacco in Venezuela, dove un autobus sul quale viaggiano alcuni ragazzini viene fatto saltare in aria: una strage. Perché? Lo si capirà poi, ma è chiaro come il "bissiness", per la mafia a ogni latitudine, sia ancora e sempre la droga. Frank Paternò (Castellitto), autentico padrino di Montreal, sta facendo crescere nella sua ombra il figlio Giaco (Falsetti) e Vince Gamache (Grondin), figlio invece di un sarto (Sicotte) amicissimo di famiglia il quale, scegliendo la via della delinquenza invece di seguire le orme paterne, si è legato a loro. Una testa calda, Vince, di quelli che mena, spara, offende. Osserveremo le gesta sue e di Giaco ("fratelli fino alla morte") in un lungo flashback del 1980 prima di reimmergerci nelle più tipiche storie di mafia, condite da vendette incrociate e con la sorella (MacKay) di Vince promessa sposa di Pat (Ricci), il figlio di Frank più estraneo agli affari di famiglia. E' l'unica donna di una certa rivelanza, nel cast, perché le altre sono le solite mogli e madri che s'intromettono solo quando c'è da difendere o vendicare la prole. Scelta la coppia Vince e Giaco come centrale e lasciando comunque lo spazio a Castellitto per gigioneggiare un po' nel ruolo dell'emulo di Brando (il paragone calza, viste le similitudini nell'impostazione di molti personaggi, anche se il confronto con un'icona del cinema al suo top è inevitabilmente improponibile), il film sfrutta la relativa modernità delle ambientazioni per darsi un tono diverso, allontanadosi visivamente dai modelli riconosciuti ma mantenendo una buona eleganza sia nelle riprese che nella scelta delle location. Insomma, per quanto il distacco dai classici (anche in termini di profondità nell'analisi psicologica) sia evidente, non ci si può troppo lamentare di quello che il regista Daniel Grou ci offre. D'accordo, ogni tanto la sensazione che si ha è quella della replica inevitabilmente più povera e minimalista, ma la buona vena del cast, l'affiancamento corretto ai luoghi comuni del genere (minacce, torture, frodi finanziare e via dicendo), la giusta dose di sangue e un ritmo piuttosto sostenuto ci fanno dimenticare la durata eccessiva (oltre 2h 20'). Merito anche di una certa abilità nello scansare le scene superflue (d'altronde quando si parte da un romanzo, come in questo caso, il problema è sempre tagliare, piuttosto che il dover aggiungere) individuando i momenti chiave su cui far poggiare la storia. Niente di nuovo, insomma, nonostante una fotografia dai toni freddi in netto contrasto col calore pastoso di Coppola e Leone e più accostabile invece alla piattezza di certi prodotti televisivi a matrice thriller di cui il Canada è diventato grande esportatore. Naturalmente rispetto a questi ultimi l'impegno è maggiore, la sceneggiatura inserisce anche qualche inattesa punta d'ironia e Castellitto boss di Cosa Nostra ci offre una prospettiva diversa dell'attore, che magari può suonare un po' ridicola (anche per l'uso insistito del dialetto siciliano) ma che a suo modo funziona. La coppia Falsetti/Grondin diventa invece la principale su cui lavorare per approfondirne la mentalità criminale attraverso dialoghi e reazioni non necessariamente scontate.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/10/21 DAL DAVINOTTI
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Nicola81 13/10/21 21:27 - 2864 commenti

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Affresco mafioso che, fatte le dovute proporzioni, ricorda il padrino coppoliano per l'importanza della "famiglia" e il mix tra vincoli d'onore e affari criminali. La durata è importante (qualcosa si poteva tagliare), ma la storia è costruita discretamente, presenta alcuni elementi di modernità (il progetto del ponte sullo stretto di Messina, le frodi finanziarie), riserva spazio anche alle indagini della polizia e un finale beffardo non così scontato. Insolita l'ambientazione a Montreal, corretta la prova del cast. Nella colonna sonora troneggiano "Sarà perché ti amo" e "Felicità".

Pessoa 23/10/21 19:01 - 2476 commenti

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Interessante versione canadese de Il padrino che prende subito le distanze dal modello coppoliano proponendo una Mafia al passo con i tempi e collegata con l'alta finanza internazionale (come si evince anche dal titolo originale). Il quadro è molto attendibile e lo stile sobrio lo rende facilmente fruibile. Opportune e ben girate le sequenze action mentre il cast, molto preparato, è dominato da un immenso Castellitto in stato di grazia. Bella fotografia e coraggiose quanto indovinate scelte di montaggio ne fanno un prodotto più che godibile, da guardare tutto d'un fiato.

Puppigallo 18/03/22 17:59 - 5290 commenti

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Non tutto convince e la colonna sonora è qua e là più invadente che utile. Questo impedisce alla pellicola di spiccare il volo, permettendole comunque di procedere con un certo ritmo grazie agli omicidi e alle vicissitudini dei vari protagonisti. Castellitto se la cava dignitosamente, arrivando sempre a un passo dalla caricatura senza però mai passare il segno. E chi gli ruota attorno è abbastanza credibile, persino quando il livello della violenza sale come un fiume in piena. La chiusa è accettabile e il risultano non è male.
MEMORABILE: Il corpo recipiente; Il padrino vuole "La lupara bianca, lenta e dolorosa"; I ricordi d'infanzia nella sartoria; Sarto con pistola e padrino.

Max dembo 30/10/23 16:58 - 427 commenti

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Buon prodotto di genere canadese che, al netto di una prima mezz'ora nella quale paiono addensarsi gli ormai inevitabili cliché dei film sulla malavita organizzata, si riprende nella seconda parte e in particolare l’ultima mezz'ora, di ottima fattura nelle scene d'azione e con una certa precisa personalità. Ambizioso e con l'aspirazione di realizzare un denso affresco sulla mafia italiana di Montreal e Toronto come in Bad Blood, è passato piuttosto sotto silenzio in Italia, nonostante la presenza di un buon Castellitto.
MEMORABILE: L'utilizzo, decisamente e volutamente “stridente”, di "Sarà perché ti amo" dei Ricchi e Poveri e "Felicità" di Al Bano e Romina, non si dimentica.

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  • Homevideo Caesars • 3/12/21 13:24
    Scrivano - 16812 interventi
    Il 27 Gennaio, in Germania, uscirà blu-ray con audio in italiano
    https://bluray-disc.de/blu-ray-filme/168617-mafia_inc
  • Discussione Max dembo • 30/10/23 18:07
    Servizio caffè - 425 interventi
    Non so quanto Castellitto sia realmente adatto a questi ruoli di caratterizzazione molto meridionale, comunque se la cava bene, con la sua consueta buona dizione d'altri tempi attoriali, nel ruolo del boss capofamiglia(davvero banalizzante come pochi il titolo italiano, molto meglio e più appropriato, quello originale che è anche del romanzo) , in un film nel quale pure il protagonista per cui doveRe empatizzare, è un vero mostro e alla fine
    *S*P*O*I*L*E*R*
     la farà pure franca per un accordo con la procura. Seppure senza più l'ingente provente delle sue precedenti mostruosità. Tanto che alla fine pare quasi meglio di lui la famiglia mafiosa che lo ha rinnegato e di cui era un "adottivo" "figliol prodigo", a causa di questo per loro anche pericolosissimo suo unilaterale atto, visto che hanno già addosso gli occhi e gli orecchi della polizia federale canadese. Passato totalmente in sordina in Italia in pre-pandemia, e solo anni dopo uscito in dvd e BD. D'altronde che qui potrebbe essere anche un film "scomodo" non ci piove credo,. Inizia con una ripresa a scendere del ritratto ufficiale di un "giovane" Berlusconi da Presidente del Consiglio(siamo infatti nel 1994), in uno dei club dei picciotti, tutti si dimostrano soddisfatti e fiduciosi degli "affari" e dei "contatti/rapporti" che alcuni degli "amici", intrattengono con altri "amici" vicini a "questo nuovo Governo di persone che capisce le cose, e quello che è meglio fare"....Oltre che parlare tutti felici dei soldi che potranno fare con il nuovamente annunciato "Ponte sullo Stretto"(immutabile ritorno di ogni tempo), vero e proprio sogno di vita e visione che non potrà realizzare, di Castellitto per tutto il film..
    Ultima modifica: 30/10/23 18:10 da Max dembo