Non so quanto
Castellitto sia realmente adatto a questi ruoli di caratterizzazione molto meridionale, comunque se la cava bene, con la sua consueta buona dizione d'altri tempi attoriali, nel ruolo del boss capofamiglia(davvero banalizzante come pochi il titolo italiano, molto meglio e più appropriato, quello originale che è anche del romanzo) , in un film nel quale pure il protagonista per cui doveRe empatizzare, è un vero mostro e alla fine
*S*P*O*I*L*E*R* la farà pure franca per un accordo con la procura. Seppure senza più l'ingente provente delle sue precedenti mostruosità. Tanto che alla fine pare quasi meglio di lui la famiglia mafiosa che lo ha rinnegato e di cui era un "adottivo" "figliol prodigo", a causa di questo per loro anche pericolosissimo suo unilaterale atto, visto che hanno già addosso gli occhi e gli orecchi della polizia federale canadese. Passato totalmente in sordina in Italia in pre-pandemia, e solo anni dopo uscito in dvd e BD. D'altronde che qui potrebbe essere anche un film "scomodo" non ci piove credo,. Inizia con una ripresa a scendere del ritratto ufficiale di un "giovane"
Berlusconi da
Presidente del Consiglio(siamo infatti nel 1994), in uno dei club dei picciotti, tutti si dimostrano soddisfatti e fiduciosi degli "affari" e dei "contatti/rapporti" che alcuni degli "amici", intrattengono con altri "amici" vicini a "questo nuovo Governo di persone che capisce le cose, e quello che è meglio fare"....Oltre che parlare tutti felici dei soldi che potranno fare con il nuovamente annunciato "
Ponte sullo Stretto"(immutabile ritorno di ogni tempo), vero e proprio sogno di vita e visione che non potrà realizzare, di
Castellitto per tutto il film..