Istanbul - Corto (1964)

Archetipi e modernità della Istanbul contemporanea, con la sua storia millenaria alle prese con una progressiva "mondanizzazione". Probabilmente la più didascalica delle "cronache turche" di Pialat, in cui il sincretismo socio-culturale della capitale dell'ex impero ottomano viene raccontato con una certa ostentazione profana, senza quei guizzi poetici che altrove caratterizzano i documentari dell'autore di Loulou. Interessante l'occidentalizzazione nella rappresentazione del sesso, con la pervasività delle riviste e immagini pubblicitarie. E intanto il Bosforo sorride tristemente.

È oggettivamente difficile raccontare la vita e vitalità di Istanbul in dieci minuti, ma Pialat riesce nell’impresa offrendo attraverso il suo sguardo la molteplicità di una città così complessa, attraversata notte e dì, annotando ogni dettaglio, o perlomeno i più curiosi o stimolanti. Il risultato, però, è inevitabilmente quello della superficialità, dell’album di cartoline, di un diario affrettato. Insomma, il cortometraggio instilla semi di una straordinaria fascinazione e al contempo ne smorza le potenzialità. Comunque piacevole.