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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Kimi è una versione più progredita di Alexa il cui funzionamento, tuttavia, non se ne differenzia molto per chi guarda il film: fai precedere la richiesta dal suo nome e lei agisce. Accende le luci, carica una musica, risponde alle domande... Sembra la prossima big next thing e chi l'ha lanciata si prepara a incassare. Poi c'è chi per Alexa e il suo perfezionamento lavora, come Angela Childs (Kravitz): quotidianamente analizza i messaggi registrati da alcuni utenti (passati a lei dalla società) per capire come correggere gli errori del dispositivo. Un giorno, tra questi, ne arriva uno confuso: amplificandolo, lavorandoci sopra, Angela scopre che ha registrato in sottofondo...Leggi tutto le grida della probabile vittima di un omicidio e cerca di capire come sia possibile individuare la fonte del messaggio per comunicare poi la cosa ai vertici della società e in ultima analisi all'FBI. Sulle prime sembra che la denuncia possa essere presentata svolgendo la normale trafila, successivamente si capisce che qualcuno ha un preciso interesse a insabbiarla. Perché?

Parrebbe strutturarsi come un giallo il film di Soderbergh, e tutta la prima parte sembrerebbe confermarlo, con espliciti omaggi alla FINESTRA SUL CORTILE (e a BLOW OUT di De Palma, che di Hitchock è noto emulo) e una progressione che ci avvicina passo passo alla verità. Ben presto invece ci si rende conto che l'impianto da giallo cede il passo a un'impostazione action a ben vedere molto più efficace. Fin lì infatti si era perso inutilmente troppo tempo a dipanare la matassa, con divagazioni poco pregnanti, personaggi di scarso interesse e una opprimente sensazione claustrofobica data dall'ambientazione pressoché unica all'interno del loft della protagonista: Angela con le cuffie, Angela senza, Angela che armeggia con la tastiera mentre le finestre del PC si aprono veloci, Angela che guida Kimi, si allena sulla cyclette, scambia messaggi al telefonino col dirimpettaio, Angela che fa sesso... Dopo un po' si avverte nettamente la necessità di evadere da un microcosmo che - reso ancor più chiuso dalle restrizioni del Covid alle quali tutti erano al tempo costretti - annoia e poco offre.

Non bastano la sceneggiatura di un gran professionista come Koepp e nemmeno la regia del spesso sottostimato Soderbergh a dare un senso al tutto. Così, quando finalmente si esce all'aperto, si respira e lo stesso fa il film, che quasi d'improvviso ingrana e comincia a farsi interessante. Le riprese in piena azione sfoggiano perizia e qualità (pur senza eccellere, salvo in rarissimi momenti), i nuovi personaggi si fanno sfiziosi (persino il solito hacker infallibile che deve rintracciare Angela da casa trafficando sui suoi computer), la violenza assume simpatiche sfumature grottesche (lo sparachiodi) e anche Angela acquisisce qualche tratto vivace che in una caratterizzazione tanto apatica non dispiace. L'intervento dei diversi soggetti è articolato con una certa sapienza e l'ultima parte non delude (la sparachiodi!). Peccato si sia perso troppo tempo all'inizio senza riuscire a rendere interessante la detection, perché appunto la seconda parte sfoggia invece qualche idea notevole (da ricordare anche l'agguato in piena manifestazione) e si conclude degnamente, supportata da una buona colonna sonora.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/02/22 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/08/23
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Herrkinski 12/02/22 15:21 - 8140 commenti

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In sostanza è una variazione di classici temi hitchcockiani in salsa digitale; al posto della finestra sul cortile (e comunque anche qui le finestre giocano un ruolo nella trama), la protagonista agorafobica (come in Copycat)  è testimone di un omicidio registrato da un device simile ad Alexa, che porta ad un intrigo criminoso di proporzioni inaspettate. Soderbergh sa il fatto suo, questo è ormai risaputo e anche qui offre alcune riprese molto efficaci durante le scene più concitate; la prima parte stenta a decollare ma dopo il ritmo sale e porta a una finale teso e soddisfacente.

Ira72 7/03/23 12:40 - 1313 commenti

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Agorafobica scontrosa, addetta al miglioramento dell’algoritmo di risposta di un rivoluzionario assistente vocale, assiste suo malgrado (virtualmente) a un probabile omicidio. Comprensibilmente, il thriller è ambientato quasi in toto nel di lei loft, comunque hi-tech, aeroso, luminoso (motivo per cui non si avverte quel senso claustrofobico tipico di altri film simili). Il taglio è intervallato da momenti di scanzonata ironia che conferiscono un certo piglio alla sceneggiatura, rendendola scorrevole. Anche la scelta dei killer, impacciati e pasticcioni, è evidentemente grottesca.

Giùan 7/05/23 09:29 - 4582 commenti

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Passano gli anni, s'allunga la filmografia e ci si convince sempre più, al di là delle singole riuscite (e questa lo è coi fiocchi), della cognizione di causa del progetto cinema di Soderbergh. Una comprensione ellittica della "attualità" del mezzo che qui trova congruenza nella classica scrittura di Koepp e si incarna in un thriller dinamico e scaltro, chirurgico nel suo dire qualcosa sull'hic et nunc del Covid e della pandemia tecnologica come sull'altrove e sempre della solitudine e della solidarietà. Peccato il finale supereroistico che si poteva osare più esplicitamente ironico.
MEMORABILE: La folla di manifestanti che aiuta Kimi; Il vicino di casa; La sparachiodi.

Enzus79 30/07/23 22:23 - 2912 commenti

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Una ragazza, informatica e agorafobica, si trova invischiata in un complotto dopo aver ascoltato un file sul quale è registrato un crimine. Notevole. Sceneggiato da David Koepp. Di chiara impronta hitchcockiana, il film si dimostra interessante nei contenuti. Forse un po' troppo semplicistico il finale. Regia di Steven Soderbergh come al solito efficace. Molto suggestive le musiche.

Kinodrop 28/03/24 19:32 - 2972 commenti

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Durante il suo lavoro di analisi e perfezionamento di un congegno multimediale in rodaggio, Angela scopre un file audio che sembra l'indizio di un omicidio, ma il suo tentativo di venire a capo del mistero si infrange contro una serie di ostacoli sempre più pericolosi. Un thriller diviso nettamente in due parti: la prima molto statica (il loft e le indagini online), la seconda invece più action coinvolge anche per il moltiplicarsi dei personaggi legati a una macchinazione di hackeraggio, per un finale decisamente fisico e "artigianale" (la sparachiodi) con un pizzico di ironia.
MEMORABILE: Durante la resa dei conti: "Kimi spegni le luci e metti a tutto volume Sabotage".

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