L'altra metà di casa mia - Film (2017)

Convenzionale thriller televisivo canadese con l'immancabile pazza scatenata che dopo aver sibilato tra sé e sé “T'ho trovata!” alla vista, sul computer, di una povera ragazza che online affitta una parte del proprio appartamento, pianta il partner (il quale per tutta risposta la offende non troppo signorilmente rinfacciandole il lavoro da spogliarellista) e si dirige decisa verso l'abitazione della poveretta. Quest'ultima, Karen (Hobbs), è già in un mare di problemi dopo che suo marito Andrew (Lawrence) è rimasto coinvolto in un incidente stradale finendo in ospedale (con conseguente perdita del lavoro) e costringendola per l'appunto...Leggi tutto ad affittare un paio di stanze dell'appartamento in cui vivono per raggranellare qualche soldo. La prima ad approfittare dell'offerta è proprio Miranda (Shea), che nascondendo l'incipiente insanità mentale le s'installa in casa mostrandosi subito estremamente gentile. La solita trafila insomma: dapprima cortesie, favori, aiuti di ogni genere, poi un'invadenza appiccicaticcia che si comincia a capire essere pericolosa. Ma perché Miranda ha preso armi e bagagli per trasferirsi d'improvviso a casa di Karen? Che rapporto può esserci tra loro se le due a quanto pare non s'erano mai viste prima? Lo scopriremo nella seconda parte del film, quando la preparazione del terreno di scontro si concretizza in una regia che finalmente fa montare la suspense e sfrutta un soggetto tutto sommato discreto, che qualche colpo di scena lo riserva e ci presenta un buon parco di personaggi da far intervenire, tutti legati a Karen: dal fratello (Gellman) del marito all'amica del cuore Aubrey (Maitland) fino al detective pronto ad aiutarla nelle indagini. Perché c'è poi da capire com'è davvero morta sei mesi prima la madre di Karen in Messico e che fine abbia fatto il placido ospite che per qualche tempo ha condiviso la casa con Miranda e Karen. Insomma, la trama gira, è discretamente congegnata e il film a suo modo funziona. Anche per una Chelsea Hobbs dolcissima e credibile, molto più di una Charity Shea piuttosto appiattita nel ruolo della psicopatica che cambia espressione tre volte nel corso della stessa inquadratura per far vedere quanto sia internamente combattuta. Tratteggiato con un certo gusto anche il secondo coinquilino, a dimostrazione di un copione e di una regia ben amalgamati. Tutto si gioca comunque nella seconda parte, quando i nodi verranno lentamente al pettine e ogni domanda troverà una risposta confermando come in questi tv movie di ovvie, modeste ambizioni, non ci si può permettere di sgarrare lasciando parti della soluzione senza risposta o rischiare di confondere troppo chi guarda. Onesto mestiere, con una fotografia non disdicevole che è sempre la stessa e una produzione dalle idee chiare alle spalle. Chi sa cosa attendersi non resterà deluso.

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