Rievocazione dell'assedio da parte delle truppe repubblicane dell'Alcázar, sede del presidio militare di Toledo, durante la guerra civile spagnola. Per riuscire ad apprezzare alcune sequenze belliche e di massa, girate con una certa maestria, bisogna non soffermarsi sugli intenti smaccatamente propagandistici, le mistificazione storiche, il rozzo manicheismo della rappresentazione, la retorica dei dialoghi, la banalità della sottotrama amorosa. In definitiva, più che tante, sono troppe le cose da mettere fra parentesi: film indigeribile, da vedere solo come documento dell'epoca.
Uno dei migliori film di propaganda voluti dal regime fascista, con lo scopo evidente di coinvolgere la Spagna nel conflitto mondiale in cui l'Italia stava entrando. Al netto delle considerazioni ideologiche, però, un melodramma bellico veramente coinvolgente, girato benissimo, con le scene di guerra realizzate con grande maestria. Del resto Genina era notoriamente uno dei migliori registi italiani di sempre.
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Michelangelo Antonioni, giovane critico, lo stroncò sulla rivista Cinema. In Germania uscì con la scena della messa cui partecipano gli assediati totalmente tagliata. Fonte: Francesco Savio, Ma l'amore no.