L'homme à la tête en caoutchouc - Corto (1901)

Di nuovo una testa per Mèliès, che qui può essere aumentata o ridotta a discrezione dello "scienziato", ma occhio a giocare troppo... La tecnica è perfetta, il corto nei suoi quasi 3 minuti pieno di ritmo, buono il colpo di scena finale. Va visto.

Méliès riprende in questo corto (che dura quasi due minuti e mezzo) il già esplorato tema del "doppio sé stesso", visto più di una volta nella precedente sua produzione, ma riesce comunque a sorprenderci, perché decide di "gonfiare la testa" dell'alter ego. Trovata unica, ma decisamente notevole, perché regge bene per tutta la durata del breve filmato. ***

Il “gioco della testa”, ottenuto con l’uso di mascherino/contro-mascherino e presentato in Un homme de tête, prosegue e si complica in questo corto del 1901 in cui Méliès sposta la telecamera per ottenere l’effetto di ingigantire e rimpicciolire gli oggetti: così la testa si gonfia, si sgonfia e si rigonfia fino a scoppiare, in uno sketch diretto e interpretato dall’autore – nelle vesti di un bizzarro scienziato: un tòpos del cinema di fantascienza - con la giocosità di sempre.

Il corto è semplice ma stupefacente: Méliès scopre il primo piano! Si tratta di una testa che viene gonfiata da un mantice, e per l'occasione vediamo la testa ingigantirsi e, quel che è importante, vediamo un susseguirsi di espressioni buffe su quella faccia. Insomma, la semplicità della storia dà la possibilità all'autore di mostrare i dettagli del viso alterati in modo comico, e questo è curioso e sorprendente.

Davvero stupefacente questo cortometraggio di Méliès. La testa che si gonfia/sgonfia con l'utilizzo del mantice era già di per sè una cosa geniale, in più il regista arricchisce il tutto con l'aggiunta del primo piano e di espressioni facciali veramente comiche. La storia è molto semplice ma funzionale allo scopo. Per comprendere il cinema di Mèliés, la visione di questo corto mi pare essenziale.

Un interessante studio sugli effetti speciali (semplici oggi ma geniali per l'epoca) ma anche sulla mimica in questo interessante cortometraggio di Georges Méliès. Uno strano scienziato gonfia a dismisura una testa (sia quest'ultima che il protagonista interpretati dallo stesso regista) e si assiste oltre all'effetto in sè a tutta una gamma di espressioni facciali davvero "parlanti" nonostante il corto sia ovviamente muto.

Rivisitazione de Un homme de tète, solo che qui c'è una sola testa, che invece di moltiplicarsi e sdoppiarsi viene ingrandita e rimpicciolita. Tecnicamente, la realizzazione dell'effetto è più complessa rispetto al corto di tre anni prima, l'atmosfera è sempre scanzonata, anche una testa staccata dal busto può perdere ogni connotazione macabra e diventare un numero comico. Del resto, "Il decapitato recalcitrante" era il cavallo di battaglia del Méliès illusionista fin dai suoi esordi in teatro... una piccola "mania" passata dritta al cinema!

La caratteristica di Méliès consiste nell’integrare una serie di trucchi all’interno di una storia piuttosto che presentarli in modo separato come faceva a teatro un illusionista. Il suo unico scopo è quello di colpire il pubblico, suscitando sensazioni di meraviglia e divertimento. La sceneggiatura rispetto al potere di attrazione dei trucchi rimane secondaria, non è altro che un trait d’union destinato a legarli fra loro. In questo caso il trucco è l’ingrandimento della faccia ottenuta mediante l’esposizione multipla e un congegno basato sull’utilizzo di un piano inclinato.