Apprezzo lo sforzo nel tentare di fare un horror vampiresco denoantri; e bisogna dire che l'ambientazione e il bianco e nero aiutano, creando quel minimo di atmosfera che un film del genere deve avere. Purtroppo, le ingenuità, verbali e visive, sono tante, troppe e il risultato non può che essere mediocre, nonostante gli attori si impegnino (per alcuni però non basta proprio). La trama è la solita: un gruppo di persone (qui una compagnia teatrale) finisce, guarda caso, nel castello di un certo conte. Vedibile, ma con una buona dose di pazienza e comprensione.
MEMORABILE: I denti dei vampiri, uguali a quelli che si vendono a Carnevale, o a Halloween; La lotta finale, non certo degna di un elegante vampiro (se menano).
Discreto vampirico. Non tutte le interpretazioni funzionano e alcune sono leggermente sopra le righe, ma in ogni caso vi sono una buona atmosfera e un discreto ritmo. Discreto il colpo di scena finale, consigliato per gli appassionati delle creature della notte, forse gli altri non apprezzeranno troppo.
Qui (intra)vediamo la prima "vampira nuda" ante-Jean Rollin dello schermo. Filmetto piacevole e a suo modo stuzzicante (ma all'epoca erano fissati con 'sta cosa del gruppo di ballerine che, guarda la combinazione, finiscono con il pernottare nel castello del solito mostro o vampiro di turno...! ?), che personalmente preferisco al coevo L'amante del vampiro di Polselli (film che, comunque, non mi dispiace anch'esso). A prescindere: un piccolo classico del nostro cinema horror anni '60.
La solita compagnia di avanspettacolo capeggiata dall'immancabile Alfredo Rizzo finisce in panne. Che fare se non rifugiarsi nel tenebroso castello di un affascinante nobiluomo, dove però nottetempo scorazza un suo antenato vampiro comprensibilmente alla ricerca di morbidi colli femminili? Data l'originalità delle premesse, svolgimento, conclusione (e sbadigli dello spettatore) vanno in automatico. Ai tempi vietato ai minori di 16 anni. Sarà stato per gli inquietanti dentoni del vampiro o per le lunghe gambe delle zoccoleggianti ballerine?
Epigono de L'amante del vampiro, limita la componente gotica al solito tetro maniero gravato dalla maledizione e alle inquadrature dei canini succhiasangue, soffermandosi piuttosto su un erotismo sensuale ed elegante che costituisce il proprio ubi consistam: ballerine di rivista che sgambettano, vagano scalze in trasparenti lingerie, si esibiscono in bikini al termine di uno spogliarello (Di Centa) fino a spingersi ad un paio di rapidi nudi a sorpresa (la “doppia” Rocco e la starnazzante Giovannini). Come Christopher Lee italiano, l’anodino Walter Bigari è del tutto improponibile.
MEMORABILE: Lo spogliarello della Di Centa; l’aggressione vampirica a Rizzo da parte della non-morta Giovannini; la lotta finale tra il conte e il suo avo.
Perde la sfida col vampiro di Polselli, affine per i balli (qui davvero minimalistici). Ma Regnoli (siamo nel 61) mostra quello che si voleva vedere (e non si poteva): la vampira gira nuda (in ombra, naturalmente) e in un'occasione (quasi due) mostra bene il seno! Oltre a questo, la veste trasparente della morsicata fa il bis! Ripeto, siamo nel 1961 e non credo che quanto appare nella versione integrale abbia superato la censura di allora. Poi il prodotto è complessivamente molto semplice, fatto in economia e con una storia classica dell'orrore di una volta.
MEMORABILE: Le gambe e l'intimo iniziale fanno capire subito l'indirizzo del film.
Gotico del nostro Piero Regnoli, che già mostra l'attenzione per il corpo femminile che sarà spesso alla base del genere. La storia di una compagnia di avanspettacolo costretta dalle circostanze a pernottare in un sinistro maniero abitato da un conte, rispecchia perfettamente le regole. Sono la mano del regista e un cattivone senza un briciolo di personalità a limitare il risultato finale. L'elegante b/n, qualche fugace seno scoperto, uno spogliarello e donnine in lingerie per il castello rendono la pellicola piacevole da vedere. Niente di che.
Fin dal primo piano sulla coscia tornita della Giovannini il buon Regnoli (a suo modo un pilastro del bis nostrano) mette in chiaro che la componente sexy interessa più di quella horror. Di paura del resto ce n'è pochina, e non potrebbe essere diversamente se spaventare tocca al tarchiato Brandi, e per quanto sia squadernato tutto l'armamentario da catalogo del gotico (il maniero, le armature, il custode strano, le segrete e via elencando). Così così
Ancora una commistione fra donnine succinte e vampirismo che ha come palcoscenico un castello merlato su cui domina un'atavica maledizione. Per ragioni sicuramente di budget il film è girato perlopiù negli interni del maniero e il cast è quanto di meno professionale si possa trovare. Il conte in questione si fa in due per spaventare e sedurre mortalmente le ignare fanciulle. Della serie cosce e dentoni, tanto per catturare qualche spettatore maschile in più.
Soggetto banalissimo: macchina si ferma nel cuore della notte - si chiede ospitalità alla casa/castello più vicina - si scatena l'orrore. Uno dei primi gotici italiani a mescolare horror e "nudità", ma nel campo c'è di meglio. Il ritmo è troppo lento anche per i fan più pazienti. Il vampiro è il meno minaccioso visto nella storia del cinema, caratterizzato da un'innaturale rigidità. La lotta finale è ridicola ma talmente divertente che da sola fa sì che il film non si riveli una totale perdite di tempo.
Cultissimo e audace (per l'epoca) vampiristico di casa nostra. Gli ingredienti ci sono tutti: Il castello tetro, Walter Brandi soprannominato il Dracula italiano, l'onnipresente Alfredo Rizzo, un mistero che aleggia nel castello stesso e le ballerine mezze svampite (non tutte) ignare del pericolo. Alfiere dell'horror di casa nostra. Una curiosità: ma se un vampiro morde una persona (nel caso del film Vera) non diventa anch'essa automaticamente un vampiro? Mah! Cultissimo.
MEMORABILE: L'apparizione della non-morta Giovannini nel cuore della notte.
Inizio: si parla del bivio in cui sono, ma non lo si vede; dicono di passare su un ponte e non lo si vede, Nel finale, però, si vede un sepolcro di marmo, appena toccato, ondeggiare come cartapesta. Nell'edizione USA, in compenso, si vedono le poppe della Giovannini, già valletta di Mike. Recitato malissimo (il meno peggio è il composto Botta), non riesce a creare neppure un minimo di tensione. Brandi inverosimile sia come conte (la giacca indossata non aiuta), sia come vampiro. Abbondanti luoghi comuni (pure il servo zoppo). Decisamente inferiore al polselliano L'amante del vampiro.
MEMORABILE: Lo spogliarello: bello, ma interrotto sul più bello.
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La versione che ho visto io è un mux probabilmente ricavato dal dvd Image: dura 80'30" e comprende le scene di nudo e il dialogo al funerale; alla fine viene proposto il trailer.
Questa scena col topless quindi appare solo nella versione francese,e non anche nel dvd image ?
Questa versione francese si può reperire da qualche parte che tu sappia ?
HomevideoTrivex • 21/09/11 12:40 Archivista in seconda - 1317 interventi
Per Ciavazzaro: no, nel dvd americano la scena alternativa con il topless non c'è. Alla versione francese si era accennato anni fa su un dossier Nocturno, però non so se sia oggi reperibile.
Per Trivex: grazie per il link, quel dvd forse è il mux che ho visto io.