Epitome dello pseudo (meta?)-western: la storia è quella della Carmen di Merimée, poi musicata da Bizet: "amour fou" di un ufficiale (Franco Nero) per una fatalona ingannevole (Tina Aumont al suo massimo), regolarmente ambientata in Spagna. Il "trucco" di Bazzoni è di girarlo come uno spaghetti (fotografia, atmosfere, locations - del resto coincidenti con quelle "giuste"), specie nella seconda parte (nella quale entra in scena un cattivissimo Kinski), giocata più sugli esterni. Visivamente molto bello, da vedere.
Non è un western solo perché è tratto da un romanzo francese ambientato in Spagna. Ma è uno spaghetti western al 100% fottuto dalle intenzioni "alte" dell'origine. Ma quando appare la faccia di Guido Lollobrigida siamo nel mondo della colt nostrana. Bellissima fotografia, poco memorabile sviluppo della storia, Tina Aumont così bella da svenire. Ambedue i protagonisti vengono da un film di Brass.
Melodramma ispirato alla "Carmen", trasferito in un contesto pseudo-western. La vena autoriale di Bazzoni è avvertibile nei flashbacks e nella ricercata fotografia (già ammirata nell'ottimo La donna del lago e poi riproposta ne Le orme). Nero è l'ingenuo Josè, intontito, travolto e dilaniato fino alla morte dalla bellezza tzigana e puttana della Aumont; il violentissimo rivale è interpretato con consueta furia pazzoide da Kinski. Non è del tutto riuscito, ma conferma Bazzoni come regista sui generis.
Dramma travestito da spaghetti western (soprattutto nella seconda metà); il risultato è senz'altro originale e di qualità, complice un regista come Bazzoni che riesce sempre a elevare sopra la media i suoi film grazie a un'ottima cura della fotografia e delle inquadrature. Il film segue alla lettera il titolo e può essere diviso in tre parti delle quali la seconda è sicuramente la più riuscita, anche (e soprattutto) grazie all'entrata in scena del grande Kinski, il cattivo per eccellenza. Molto bravi anche Nero e la Aumont.
Questa volta l'amour fou investe il nostro Franco Nero alle prese con una zingara ammaliatrice che lo priverà di ogni cosa raggirandolo continuamente. A tutti gli effetti si può considerare un bel spaghetti western con tutti i crismi del caso, ambientazione spagnola compresa. La storia è costruita tanto bene da farci penare per il protagonista, per quanto lo si vede sentimentalmente prostrato. Kinski poi ci mette la solita vena pulsante di follia che non guasta mai. Da riscoprire.
Il film non è una grande opera, ma contiene comunque quel tanto di artigianale e professionale da renderlo attraente e fruibile. In breve, una bellissima quanto fedifraga gitana manderà allo sbaraglio un gruppo di uomini, fra i quali un promettente brigadiere che per lei finirà fra le fila di scafati assassini. I begli occhi di Tina Aumont trovano un degno specchio in quelli azzurri di Franco Nero.
Stravagante non-western di Bazzoni, prende le mosse dalla "Carmen" di Mérimée (vien da pensar però anche al Capriccio spagnolo di Sternberg tratto da "La donna e il burattino"), trasponendola in ambientazione rocciosa e desertica. L'operazione, come sempre nel rado cinema del regista parmense, non è affatto banale ed emana un indubbio fascino figurativo, ma al fondo non convince. Lo script di Suso Cecchi D'Amico è fin troppo raffinato coi suoi richiami all'eterno femminino e la Aumont, bellissima, non ha spalle recitative per reggere il personaggio. Meglio l'imbambolato Nero.
Bazzoni ripropone l'eterna storia di Adamo ed Eva cercando un pedigree letterario (Bizet più che Merimée) in una Spagna che una volta tanto non deve fingere di essere l'America. Il film si fa notare precipuamente per la confezione molto buona che sfrutta un contesto western tanto farlocco quanto efficace, sottolineato dalle presenze di Nero e Kinski che tendono però a caratterizzare troppo i loro personaggi. La vicenda si segue bene anche grazie a uno script non banale che tende talvolta a scivolare nel melò, mettendo forse troppa carne al fuoco. Nel complesso più che guardabile.
"Carmen" di Prosper Mérimée riletta in salsa western dalla sceneggiatura di Suso Cecchi D'amico, ma se l'impianto narrativo è prevalentemente melodrammatico, la regia di Bazzoni (ben supportato dalla fotografia del fratello Camillo e dalle musiche di Rustichelli) non trascura neppure il versante avventuroso, sfruttando al meglio gli aspri paesaggi spagnoli e imprimendo un ritmo fluido. Franco Nero rende molto bene i tormenti del protagonista, la Aumont è splendida nella sua volubile passionalità, ma anche Kinski lascia il segno con il suo sadismo. Notevole, e visivamente raffinato.
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Uscito dapprima in Germania per la Black Hill (che lo ha recentemente ripubblicato in abbinata a Tempo di massacro), ora reperibile anche nei negozi italiani, edito dalla Surf, qualità come di consueto buona.
HomevideoGeppo • 22/08/09 14:57 Call center Davinotti - 4284 interventi
Disponibile in Germania il DVD tedesco di "L'UOMO, L'ORGOGLIO, LA VENDETTA" con traccia audio "italiano e tedesco".
Etichetta: Black Hill
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