L'uomo senza gravità - Film (2019)

Nato senza gravità, il protagonista deve portare uno zaino-zavorra per non volar via. Tre film in uno: la prima parte (la più tenera) come una favola popolare con il bambino recluso in casa; la seconda (la più banale) che trasforma il giovane in fenomeno televisivo da baraccone; la terza (la più intensa) alla ricerca di una nuova possibilità esistenziale. L’invenzione alla Calvino (esplicitamente citato) non riesce a fare mai il salto della visionarietà, dell’incantamento e dell’apologo, ma sa almeno suscitare la curiosità dello spettatore.

Sulla falsariga di un romanzo di Stephen King ("Elevation") e di ispirazione chiaramente calviniana, questo film diretto da Marco Bonfanti può essere definito un piccolo cult. Fiaba con risvolti morali piuttosto coraggiosa, coinvolge e convince. Regia efficace. Il cast funziona, con la Cescon ed Elio Germano una spanna sopra gli altri. Discreta la colonna sonora.

Una favola moderna in cui un uomo che non sente la gravità del corpo si innamora fin da piccolo di una ragazza, Agata, a cui svela il segreto e che gli regala uno zainetto rosa che lo accompagnerà per tutta la vita fino all'incontro finale. Lo sviluppo della trama poteva essere girato meglio e non appare del tutto convincente la prova di Germano, quasi non sentisse il suo ruolo mentre è migliore l'interpretazione della Cescon-D'Amico. Alla fine l'amore ricambiato gli farà accettare la sua condizione trasformandolo in un supereroe.