L'urlo di guerra degli apaches - Film (1958)

Anche senza grandi mezzi e spese (film interamente girato in località selvagge) si può riuscire a produrre discrete opere. È il caso di questo western che riesce a essere interessante, nonostante la storia non sia proprio originalissima (ma nemmeno banale) perché i personaggi, oltre a essere variegati - il che permette la nascita di microstorie all'interno della vicenda principale - sono ben approfonditi nei caratteri e sostenuti da attori più che dignitosi. Uno di questi è proprio un giovane e irrequieto Clint Eastwood, sudista arrabbiato.

Un gruppetto di soldati nordisti intento a portare un prigioniero al forte si imbatte in alcuni ex-soldati sudisti; la guerra è finita da poco tempo, gli animi sono ancora caldi ma gli Apaches sono sulle loro tracce. È un film del 1958, creato con uno stile semplice, quasi artigianale, eppure gustoso come le minestre della nonna. Copelan si affida alla sua estetica e a un gruppo di buoni attori (fra cui il 28enne Clint Eastwood) e il risultato paga gli sforzi.

Western niente male che vede Eastwood iniziare a scalare le gerarchie nel mondo cinematografico. La storia, alquanto classica, viene però sviluppata in maniera interessante grazie all'incrocio di tanti personaggi diversi e ben caratterizzati. Bellissime le location nell'ormai chiuso Iverson Ranch, mentre il b/n aiuta a donare una buona atmosfera sia alle riprese di giorno che notturne. Clint sfodera un volto da mastino e un carattere ribelle e fumantino che si ritroverà spesso nei suoi personaggi (non a caso sarà sua la battuta conclusiva).