La dama dei veleni - Miniserie TV (1978)

La dama dei veleni (miniserie tv)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ci risiamo con la reincarnazione. La Rai dei Settanta prosegue imperterrita a sfornare sceneggiati in cui antiche figure dei secoli scorsi si ripresentano sotto nuove spoglie stimolando la curiosità di chi è disposto a "credere". In questo caso tocca alla bella cecoslovacca Susanna Martinková sedurre a Parigi (ma sarebbe più corretto dire Parisi, visto che è nella solita villa di Monte Porzio Catone che avviene l'incontro "francese") l'adorante Dario Gherardi (Pagliai), giovane editore che lì se ne innamora e la sposa portandosela in Italia, dove risiede. Tutto va per il meglio fino a quando, all'interno di un libro del misterioso...Leggi tutto criminologo Guido Santacroce, Dario non rinviene un ritratto di Marie D'Aubray, un'avvelenatrice ghigliottinata nell'Ottocento omonima di sua moglie, alla quale pare assomigliare come una goccia d'acqua. Una coincidenza che turba, certo, ma turba ancor di più il fatto che lo zio di Carlo Desgrez (Bentivegna), un vicino di casa di Dario, muoia nel proprio letto a causa di quello che si sospetta essere un avvelenamento. Per assicurarsi che sia davvero così Carlo, suo cognato (Bonora) e Dario decidono di trafugarne la salma al cimitero per procedere a un'autopsia non autorizzata. Una volta lì scoprono tuttavia che il cadavere dell'uomo nella bara non c'è; al suo posto una cordicella con nove nodi... Ad accrescere il clima di mistero, la donna di servizio di casa Desgrez giura di aver visto, la notte della morte del ricco padrone di casa, una figura femminile vestita di nero salire fino alla stanza dell'uomo per porgergli qualcosa da bere e sparire nel nulla. Non bastasse questo, il marito della governante, anch'egli alle dipendenze di casa Grenet, afferma di aver visto proprio lo zio defunto su una sedia a dondolo della sua stanza un bel po' di tempo dopo la sua morte... ma vivo! Un intreccio assai complicato che fatica a suscitare la stessa curiosità di altri sceneggiati che si reggono su trame in cui giallo e soprannaturale s'intersecano mescolandosi senza mai chiarire – se non in conlcusione - dove finisca l'uno e cominci l'altro. Colpa soprattutto di una regia (di Silverio Blasi) particolarmente imbolsita, soporifera, che accompagna uno dei più lenti e fiacchi sceneggiati di quegli anni, con un Ugo Pagliai che pur da protagonista non riesce mai a prendersi con decisione la scena, lasciando che altri gliela rubino. Il primo a dare una scossa al lento procedere è il commissario La Volpe di Alessandro Sperli. Sarà anche solo per la voce stentorea, ma almeno ecco qualcuno che fa domande, prende in pugno la situazione e non si limita a spalancare la bocca o poco più davanti agli inspiegabili avvenimenti. Il secondo ad agire così sarà il solito formidabile Corrado Gaipa nel ruolo dello scrittore Santacroce, cui spetterà di articolare l'immancabile spiegone col giusto piglio. Siamo però già alla fine della terza e ultima puntata e la sensazione che si ha è che ci sia mossi pochissimo dalla casa dove si svolge l'azione o comunque dagli interni entro cui la vicenda si chiude. Susanna Martinková, complice anche qualche impaccio con la lingua, rischia più volte di svilire il suo personaggio, centrale, mentre le ottime musiche di Bruno Nicolai esaltano al contrario alcuni passaggi donandogli la necessaria aura di mistero. Il finale (con la sua doppia soluzione) resta in ogni caso il punto di forza per l'imprevedibilità con cui accresce l'eccentricità del risultato; potrà piacere o lasciare perplessi ma è senza dubbio altamente caratterizzante, che non è poco. E' quanto si è fatto per condurci fin lì, semmai, a deludere parzialmente. Personaggi e storia sembrano spesso fuori fuoco, con spunti aggiunti senza convinzione (la corda a nove nodi) o poco chiariti (soprattutto quelli relativi a certe figure del passato) e una svogliatezza generale che sembra assorbire l'insieme. Peccato perché l'intreccio di base è ben studiato.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/10/10 DAL BENEMERITO FAUNO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/02/21
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Fauno 22/10/10 11:58 - 2214 commenti

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Notevolissimo, ma malauguratamente ha pochissima azione. Se fosse stato impostato in maniera simile a Ritratto di donna velata non avrebbe avuto rivali. Certo che così statico sembra più un'opera teatrale che uno sceneggiato, anche se ci sono gli ultimi cinque minuti finali, in cui si svela la verità, che sono veramente da brivido. E se si pensa a quello che aveva detto poco prima il sempre bravissimo Gaipa... La Martinkova è adorabile, sempre al top delle sue possibilità.

Homesick 30/10/11 17:38 - 5737 commenti

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Dopo il successo de Il segno del comando lo sceneggiato italiano ha assai di frequente corteggiato il gotico, mutuandone leggende di dame misteriose e reincarnazioni per incanalarle entro classici schemi whodunit. Le tre puntate di Blasi, tratte da un romanzo di Dickson Carr, permangono a lungo in fase di stallo, salvo scuotersi vigorosamente nel doppio coup de théâtre conclusivo, sorta di regolamento di conti tra razionalità e fantastico. Pagliai sempre più sconvolto, Gaipa sempre più gigione; fotoromanzesco Bentivegna. Lo score di Nicolai ripropone uno dei temi composti per I corpi....
MEMORABILE: La spiegazione à la Agatha Christie di Gaipa, apparentemente esaustiva e inattaccabile; la Martinkova che si materializza attraverso la parete.

Cotola 3/05/12 21:33 - 9071 commenti

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Assodato che gli sceneggiati di una volta erano piuttosto lenti (per quanto ben fatti e basantisi su storie ricche di mistero), questo si difende tutto sommato bene, grazie all'abile miscela di elementi fantastici e quelli tipici del giallo classico: si veda lo spiegone nel quasi epilogo. Pur meno invecchiato di altri lavori del genere, va però avanti tra qualche pausa e riempitivo di troppo. Per fortuna c'è la parte finale con doppio colpo di scena: un colpo d'ala inaspettato e riuscito. Appassionati e non possono recuperarlo.

Nicola81 27/07/12 15:46 - 2865 commenti

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Nel suo genere è secondo solo a Il segno del comando. L'ambientazione nella Roma contemporanea funziona, il ritmo, salvo qualche stiracchiamento nella seconda puntata, è piuttosto alto, il finale una vera sorpresa. Ottimi Pagliai e Gaipa, bravi Bentivegna, Sperlì e la Bacci; la Martinkova meglio come donna del mistero che come femme fatale. Belle le musiche di Nicolai. Curioso l'utilizzo del bianco e nero in un periodo in cui il colore aveva già preso piede: tentativo di ricreare le atmosfere gotiche o semplici esigenze di risparmio?
MEMORABILE: Tutta la prima puntata, con la storia (vera) della dama dei veleni alla corte del Re Sole; Il finale.

Dusso 15/01/14 10:03 - 1566 commenti

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Il finale non mi ha per nulla soddisfatto (non ho letto il romanzo da cui è tratto) ma l'ho trovato un colpo di scena fine a se stesso (mezzo punto in meno). La vicenda si rende interessante soprattutto tra la fine del primo e tutto il secondo episodio (inquietante la scena delle scale) e ben presto si vira sul giallo classico all'inglese con venature gotiche. Non troppo bene stavolta Pagliai, fin troppo sopra le righe (non un gran cast rispetto ad altri sceneggiati simili del periodo comunque).

Trivex 24/02/15 09:59 - 1746 commenti

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Come altri consimili, lo sceneggiato è interpretato con sostenute modalità teatrali, dialoghi in particolare. Ma l'atmosfera c'è e a tratti si fa davvero particolarmente suggestiva, come quella del "moderno" horror gotico. Storia intrigante, sempre in bilico tra spiegazione razionale e mondo delle tenebre, con un finale esaustivo e inquietante. Nonostante il ritmo non sia elevato, l'attenzione è sempre desta e rimane vivo l'apprezzamento per il nobile stile con il quale, complessivamente, questi prodotti venivano confezionati.

Myvincent 12/04/19 07:48 - 3751 commenti

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Sceneggiato a puntate meno noto di altri, propone un viaggio dentro a tematiche varie: sovrannaturale, occultismo e thriller. L'impianto base è decisamente teatrale, con una recitazione sempre di qualità anche se un po' "statica" qua e là. Dopo un primo capitolo didascalico, seguono gli altri due che scivolano veloci verso un doppio finale che, francamente, non ci aspettavamo. Delizie TV d'altri tempi.

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  • Discussione Fauno • 22/10/10 12:05
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    La Martinkova me la ricordavo come giovane segretaria di Gazzolo in Albert e l'uomo nero,mi è venuto un mezzo collasso quando ho saputo che era fra gli interpreti di Colpo Rovente,che lì sono stato male finchè non l'ho trovato dal gran che era straordinaria la musica del film...figuriamoci poi quando l'ho trovato e l'ho visto anche nella versione coi tagli...il suo personaggio è a dir poco straordinario...E in Un detective di Guerrieri,vestita di bianco con la minigonna e la parrucca bionda...Non dico altro.FAUNO.
  • Discussione Cotola • 3/05/12 21:36
    Consigliere avanzato - 3848 interventi
    Nel suo commento Fauno ebbe a dire:

    ci sono gli ultimi cinque minuti finali, in cui si svela la verità soprannaturale, che sono veramente da brivido.

    Per fortuna ho letto il commento di Fauno solo
    dopo aver finito di vedere lo sceneggiato. In
    caso contrario avrei subito capito un aspetto
    troppo importante del mistero che avrebbe rovinato tutta la sorpresa finale (a parer mio
    riuscita e notevole). Sarà un po' antipatico da
    dire, ma non si potrebbe, Zender, chiedere a Fauno di modificare leggermente quella parte di
    commento, in modo da non far capire palesemente
    come vanno a finire le vicende?
  • Discussione Fauno • 3/05/12 22:09
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Non è antipatico per niente,e si può togliere,ma lo sceneggiato era stato embrionalmente impostato e preparato per una soluzione del genere. Io ho solo voluto ricalcare il termine per via dell'effetto sorpresa, che è stata grande niente di più. Ma chiunque lo vada a vedere una soluzione del genere se l'aspetta, magari non di tale entità. Negli sceneggiati televisivi non si fanno mai delle messinscene clamorose nelle quali tutto era stato premeditato da degli impostori; altri esempi li puoi avere sia ne Il segno del comando che in Ritratto di donna velata, nel quale le due componenti dell'impostura e dell'esoterismo vero sono mescolati e addirittura concatenati. Quindi per me non è uno spoiler. Decida Zender e io accetto il suo verdetto. Cordialmente. FAUNO.
  • Discussione Cotola • 3/05/12 22:17
    Consigliere avanzato - 3848 interventi
    Fauno sia chiaro: non era una critica nei tuoi
    confronti. E come per te, anche per me la sorpresa è stata grande. Proprio per questo quindi, magari leggere quel particolare, può vanificarla. Comunque davvero riuscito il doppio colpo di scena finale. Ciao.
  • Discussione Zender • 4/05/12 07:51
    Capo scrivano - 47839 interventi
    Sì, Cotola, puoi aver ragione. E' bene comunque non dare idea della soluzione. Quello che per uno può esser chiaro fin dall'inizio per altri può non esserlo affatto. E' sempre bene evitare di parlare del finale, in ogni senso.
  • Discussione Fauno • 4/05/12 09:34
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    L'ho riletto. Quella parola in più ci poteva stare, ma il problema era la frase dopo relativa a Gaipa che poteva effettivamente spoilerare nel suo assieme.Giusto togliere.Grazie a tutti e due. FAUNO.
  • Discussione Zender • 4/05/12 09:55
    Capo scrivano - 47839 interventi
    Grazie a te Fauno.
  • Curiosità Dusso • 15/01/14 08:09
    Archivista in seconda - 1838 interventi
    La trasmissione in tv che sta guardando la governante di Villa Degrez Agata Perelli (Gabriella Giacobbe) è lo sceneggiato "Come un uragano" dello stesso regista Silverio Blasi:

  • Musiche Ciavazzaro • 15/07/19 00:06
    Scrivano - 5591 interventi
    La maggior parte delle musiche sono riciclate da altri gialli del Nicolai.

    Il buon Nicolai doveva essere un grande fan delle "dame" poichè la sigla dei titoli di testa riprende
    il tema de La Dama rossa uccide sette volte.
    Nella prima puntata è poi recuperato il tema de Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, proprio in una scena dove i protagonisti guardano un quadro (come nel film).

    La musica dei titoli di coda è ripresa dalla ost di Perchè quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer ?