La rivincita delle bionde - Film (2001)

All inizio il film è quasi insopportabile. Poi, con il passare del tempo, il personaggio di Reese Witherspoon diventa simpatico e divertentissimo e il film non perde quasi più un colpo. E'una commedia spensierata e piuttosto carina (anche se non ha nulla di originale) ma molto più adatta ad un pubblico femminile che maschile.

Film solo all'apparenza benale e frivolo, è in parte una raffinata satrira sociale del carrierismo e del rampantismo della società americana (ma non solo), in cui l'immagine conta più dell'essere. Il tutto in una commedia molto divertente, letteralmente monopolizzata dalla sua giovane interprete, irresistibile nei panni della ragazzina apparentemente ingenua, che supera in fubizia e abilità i suoi concorrenti. Molto godibile.

Una ragazza con tutte le carte in regola per diventare un'icona nel campo della Frivolezza viene lasciata dal suo storico ragazzo perché considerata troppo "poco seria". Decide così di seguire il suo amato ad Harvard con la piena intenzione di fargli cambiare idea. Leggero, divertente, basato tutto sullo stereotipo della Bionda = Oca. Simpatico.

Ha dell'incredibile la notizia del successo avuto in patria da questa commediola che qui da noi non sfigurerebbe diretta da Vanzina jr. Non è ben chiaro se ad offendersi dovrebbero essere i Californiani (cafoni, ma dal cuore buono) o i Bostoniani (colti, ma freddi). Forse nessuno, perché sarebbe troppo chiedere al film di essere anche satira di costume. Comunque più che un richiamo a Judy Holliday ed alla sophisticated comedy, mi è sembrato di rivedere Claudio Amendola alla conquista di Tanhee Welch in Amarsi un po'.

Classico film al quale, fermandosi alle apparenze, spetterebbe un giudizio negativo. In realtà dietro alla facciata patinata, leggerina e stupidotta c'è un umorismo caustico, velato ma efficace contro i luoghi comuni. Grande merito alla Witterspoon molto brava in un ruolo difficile. Aveva fatto addirittura meglio in Election. Qualcosa di simile avevano cercato di farlo anche con il successivo La donna perfetta ma con risultati non altrettanto buoni. Solo un finale un po' stiracchiato non mi permette di assegnare un voto più alto.

Storia banale, attori mediocri e regìa da telefilm. Se mi chiedeste perché ha incassato milioni e milioni di dollari non saprei davvero cosa rispondere. La rivalsa delle protagonista è tutto fuorché sociale, immersa com'è in un qualunquismo davvero fastidioso... Ma a non convincere è soprattutto la Witherspoon ("Col suo cucchiaio", letteralmente), che carica il suo personaggio in modo davvero eccessivo. Con un sèguito, che però mi guarderò bene dal vedere.

Commedia in cui i vari caratteri sono riportati in modo caricaturale, a volte esagerato e questo potrebbe indurre a ritenere superficiale anche il risultato finale. Nel prosieguo ci si rende conto che il modo ironico con cui vengono presentate situazioni pesanti da sopportare - studenti pieni di sè, razzismo, professori lumaconi - sulle quali il cinema americano spinge spesso, vuole essere una denuncia delle stesse e se questo può essere realizzato col sorriso sulla bocca, tanto meglio.

Il film è piacevole e si mantiene godibile fino alla fine. E' anche vero che non è la solita commediola stupida come si potrebbe evincere dal titolo italico. Però da qui a scovarvi chissà quali contenuti profondi, ce ne passa. Anzi a dirla tutta è un film che pur volendo veicolare un messaggio (termino orribile, sì lo so) interessante, finisce per farlo in modo assolutamente conformista come dimostrato da tutta la parte finale. La Witherspoon è bella e simpatica; Wilson abbastanza imbambolato. In ogni caso non male.

Film che dileggia la generazione di "oche" degli anni 2000 - in effetti, per lo più bionde - ma anche quegli altezzosi e sbruffoni di Harvard (e simili), che forse riescono a rendersi ancora più odiosi. La commedia non è in realtà così originale, ma riesce ad amalgamare bene le varie situazioni, sebbene si mostrino talvolta prevedibili. Simpatico il colpo di scena finale nel processo. Non si toccano alti livelli, in questo film tecnicamente piuttosto mediocre ma che si può vedere (non più di una volta, s'intende) grazie alla magnifica Reese.

Ochetta tutta shopping e chihuahua si rivelerà brillante avvocatessa, senza per questo rinunciare alla propria frizzante personalità. Non è dunque un vero processo di metamorfosi a veicolare il plot, bensì l'abbattimento dei pregiudizi attraverso l'orgoglio di mostrarsi per come si è realmente. Morale classica ma sempre edificante, specie se affrontata col piglio leggero ed energico che il soggetto impone. Molte gag percorrono la via facile degli stereotipi, ma il più delle volte con abbastanza garbo da convincere, anche grazie all'abilità della Witherspoon di non rendersi irritante.