La strada buia - Film (1950)

Un giallo in piena regola, tratto dal romanzo di Philip Jordan “Dark Road” e diretto da Sidney Salkow (unico regista nei titoli della versione inglese, proprio come avverrà in L'ULTIMO UOMO DELLA TERRA) e Marino Girolami (unico secondo la versione italiana). Ambientato in Italia, tra Roma e (ci viene fatto credere) il lago di Nemi, si apre in una notte di tregenda: l'auto del ricco Raoul Clementi (Ciannelli) imbocca una strada sterrata e precipita nelle acque del lago. Raoul muore e sua moglie Barbara (Paige) dovrebbe ereditare le sue sostanze assieme alla sorella adottiva di lui, Esther (Barnes). A impedire che le pratiche vadano...Leggi tutto subito in porto ci si mette di mezzo l'investigatore delle assicurazioni, deciso a capirci meglio prima di concedere il passaggio del denaro; scelta giusta, perché non ci vuole poi molto a capire che il rapporto con la moglie era tutt'altro che felice. Spunta ad esempio l'ex pretendente inglese di lei (Serato), al quale la donna sembra essere ancora legata, e attraverso gli interrogatori alla servitù, alla sorella del defunto, a baristi e ad altri personaggi che hanno avuto anche solo una piccola parte nella vicenda, si delineerà un caso di non così immediata soluzione. Un intreccio giallo ben strutturato benché in parte appesantito dall'incrociarsi tra presente e ricostruzioni in flashback, un'atmosfera quasi da thriller garantita soprattutto dal bel bianco e nero (diciamo noir) di Tonino Delli Colli. La regia è il punto debole assieme alla recitazione, entrambe piuttosto legate all'anno di realizzazione, cosa che impedisce al film di farsi notare come per altri versi meriterebbe. Ad ogni modo non si può dire che la confezione non sia professionale; ci si incuriosisce così fino all'ultima parte, che mette in luce qualche ingenuità e manca della necessaria efficacia ma che almeno chiude come avveniva un tempo senza allungare il brodo con epiloghi inutili. Qualche dialogo di troppo, forse, tuttavia va rimarcata la chiarezza con cui viene gestito lo svolgersi delle indagini, perché i ripetuti rimpalli temporali rischiavano sulla carta di creare non poca confusione. Vagamente hitchockiano (fatti i dovuti distinguo, visto che manca qui uno stile in grado di donare vera personalità al film), sa inserirsi nel genere puntando molto sulla forza del soggetto.

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