Andrea (Lino Capolicchio) nell'infanzia ha assistito alla morte della madre, restandone turbato e non riuscendo a raggiungere -in seguito- lo stato di maturità e responsabilità che la società impone. S'invaghisce della matrigna, litiga con il padre e perde la testa per la bellissima Carole (Colette Descombes), con la quale finisce per instaurare un rapporto contorto d'amore/odio. Dramma dalle tinte funeree (l'inatteso finale) che immerge lo spettatore in una realtà malata e perversa: quella di una mente nichilista, fallocratica e distruttiva.
MEMORABILE: Il ballo con la ragazza nera, cosparsa di cera.
Classico, nonché ennesimo (all'epoca) Capolicchio-movie nell'inevitabile ruolo di giovanotto con turbe, qui non tanto contestatarie alla Escalation o alla Lou Castel, ma psico-edipico-sessuali. Rondi si credeva un autore, quindi il film è più lento del necessario, ma comunque pienamente calato nell'estetica del periodo che ci piace per principio. Tuttavia di quel filone non è fra i migliori. Terribile la colonna sonora lounge di un Gaslini fuori forma.
Il film racconterebbe la storia del povero Capolicchio che, traumatizzato da piccolo dalla morte della madre, instaura rapporti malati prima con la matrigna, poi con un'amica di lei, senza riuscire a liberarsi dalle proprie ossessioni. Solo che il risvolto psicologico, se non ce lo spiegassero, non lo capiremmo certo dalla sceneggiatura. Il ricordo della madre che chiama il figlio piccolo sulla spiaggia è ripetitivo fino alla nausea; Capolicchio, pur essendo uno specialista del ruolo di giovane disturbato, non si può guardare.
Film morbosetto-nichilistico di Rondi, che alterna momenti verbosi e velleitari a tocchi interessanti, con echi moraviani e di Dolce vita. C'è una sincerità di fondo dell'autore, che nei film successivi calcherà più sull'epidermide che sul contenuto. Capolicchio piuttosto monocorde, ma deve reggere un'eccessiva parte del film, il cui cast conferma che Rondi (al di là d'avere attori feticcio, come la Schurer) aveva spesso le facce giuste (qui a partire da Quaglio). Affascinante la Descombes. La cameriera è la Bucchi, già sorella della Pavone...
Che noia. Un film con una trama ridotta ai minimi termini, alla quale resta ben poco se togliamo i nudi e gli spot per il Vat 69, com'è noto l'unico whisky maschio senza rischio. Da Rondi non mi aspettavo certo la solita variazione con i due personaggi in crisi esistenziale che cianciano su una spiaggia deserta per minuti che sembrano ore, ed invece, purtroppo, ho trovato proprio questo. Invecchiato e dimenticabile.
Malumori edipici e disorientamento borghese con tocco morboso alla Samperi: un dramma figlio del suo tempo, del quale mantiene il décor (i costumi, il party) e un nucleo familiare che si disgrega per gli strascichi di un ribellismo post-sessantottino. Sulle orme di Lou Castel, Capolicchio si contrae in un rampollo di rara arroganza e antipatia; forti della loro bellezza, la Schürer e una limpida e irresistibile Descombes si fanno carico di artistici nudi ed erotiche effusioni, alleggerendo così quegli eccessi autoriali di Rondi che, il più delle volte, si rivelano vuoti e pretenziosi.
MEMORABILE: La Descombes nuda, agghindata da albero di Natale.
Non so perché a Capolicchio facessero sempre giocare ruoli in cui faceva il parassita non solo verso la società, ma anche verso i neuroni dello spettatore. Non ci riesce in Metti una sera a cena perché gli altri attori compensano alla grande le sue paranoie, mentre ci riesce in pieno in questo film, come in D'amore si muore. Neanche il fascino della Schurer e la bellezza della Descombes leniscono il fastidio di subirlo. Sono un rondiano convintissimo, ma sono altrettanto convinto di dire che questo film è una solenne porcheria.
MEMORABILE: Il discorso della Schurer quando gli consiglia di smettere di leggere certi poeti e scrittori che lo fanno morire dentro...
Introspettivo, subdolo, affascinante, un film atipico che richiama certe atmosfere antonionane. La psiche e la psicologia alla base del soggetto, specialmente del personaggio di Capolicchio; relazioni morbose e sbagliate per un'ossessione che ti distrugge l'anima in un lungometraggio che rispecchia perfettamente l'epoca e talune sfaccettature di una certa borghesia.
Terribile. Povero e pretestuoso. Nonostante questo, almeno il cast offre qualcosa, a partire dalla Schurer matrigna, passando dall'ambigua Descombes. Purtroppo il film rimane incompiuto, quasi irritante. Decisamente un film da evitare, neanche l'amore personale per il decennio lo risolleva.
MEMORABILE: La Schurer e le mille parrucche che usa durante il film.
Film che vorrebbe avere pretese autoriali, ma... Capolicchio ondeggia (è il caso di dirlo) per tutto il film oppresso (pare) da antichi traumi, annoiate e nullafacenti signore tentano di aiutarlo/concupirlo senza altro risultato che quello di mostrare tette e gambe e la presunta morbosità strappa risate (la scena dell'albero di Natale!!!). Ma davvero negli Anni Settanta l'intellettualismo pensava di andare avanti così? Metti, una sera a cena ha fatto danni...
MEMORABILE: Il ricordo della mamma, che compare ogni dieci minuti. La mamma, nuda pure da morta!
Il meglio è la colonna sonora di Gaslini, un po' lagnosa e poco jazzante ma tutto sommato accettabile; il peggio: tutto il resto. Solito borghese-annoiato movie in puro stile Rondi. Anche le tematiche sono quelle tipiche del regista. Peccato che in passato le abbia trattate meglio. Capolicchio annoiato (lo è anche lo spettatore) fornisce una prestazione irritante e devastante. Manca un qualsiasi guizzo e non riesce
a divertire nemmeno in chiave puramente trash.
MEMORABILE: I fotomontaggi ridicoli di Lino Capolicchio.
La scusa dell'adulto ingenuo e traumatizzato da un trauma infantile, è la scusa – ancora una volta – per non far lavorare il protagonista del film di Brunello Rondi (il regista dei borghesi annoiati per eccellenza). Il sommo Capolicchio ciondola da un letto a una spiaggia in cerca dei suoi perché e, di tanto in tanto, trova una donna con cui avvinghiarsi come un koala senza però mai "concludere" (il dramma dello shock subìto presenta il conto). La noia del "sommo" interagisce con lo spettatore facendolo suo.
Un film che, più che descrivere la nevrosi del protagonista, la procura a chi si trova incautamente a vederlo. Fotografia mediocre, vistosi errori della segreteria di edizione e nudi femminili buttati qua e là condiscono il tutto. Capolicchio fa di tutto per risultare odioso e ci riesce, ma il tutto è quello che si dice una clamorosa perdita di tempo.
La gioventù introversa non è sicuramente stata inventata da Rondi e ha diversi predecessori. Ma qui il regista fa riaffiorare pian piano le problematiche psicologiche del protagonista grazie sia ai flashback inquietanti e poetici sia all'ambientazione desolata della spiaggia (specchio della solitudine interiore) e alla bravura di Capolicchio. La mania del protagonista dei fotomontaggi-collage ricorda Oh mia bella matrigna! e anche, in parte, il suo rapporto col passato.
MEMORABILE: I ricordi d'infanzia del protagonista.
Il giovane protagonista (Capolicchio) vive in una dimensione psichica che è astrazione morbosa, nutrita di ricordi e fantasie; qui le figure femminili (Schürer, Descombes) si direbbero proiezioni della sua mente, non proprio calibrata sull'equilibrio... E la tragedia aleggia, invisibile ma presentita, sulle note depistanti del maestro Gaslini. Rondi insegue qualche sua ossessione e non usa male gli attori, la macchina da presa e l'ambiente; conduce con un certo stile ma resta lontanissimo dal consegnarci un capolavoro.
Se vogliamo interpretarlo come cronaca del disagio (giovanile e contestatario) del tempo dobbiamo convenire sulla sua bislacca velleitarietà (con pretenziosi dialoghi sul filo del ridicolo). Ciò che resta di positivo, al di là delle intenzioni di Rondi, è lo spessore del documento sociologico composto da volti, abiti, atteggiamenti che, di per sé, costituiscono una forza visiva non comune. A ciò si aggiungono le eccellenti musiche di Gaslini. Capolicchio in parte seppur costretto nei panni di un personaggio irritante.
I complessi edipici di un giovane asociale traumatizzato dalla morte della madre turbano anche amici e parenti, a partire dalla giovane matrigna. Film figlio di un decennio in conclusione, il che se da una parte lo rende invecchiato, derivativo e fra i minori del filone, dall'altra il fascino delle ambientazioni è l'unico motivo di interesse di una pellicola vacua e prevedibile. Rondi appare indeciso fra Samperi o Bellocchio, ma se entrambi avevano Castel a lui tocca purtroppo Capolicchio: a poco vale la cura dei fratelli Martino e della loro troupe.
MEMORABILE: I fotomontaggi; Il ballo con la cera.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
HomevideoZender • 12/03/10 17:42 Capo scrivano - 37 interventi
Solito eccellente lavoro Undying! Un grosso grazie da parte di tutti!
DiscussioneFauno • 27/05/12 19:40 Contratto a progetto - 2743 interventi
Sarà bella la fotografia e belle le attrici, ma Capolicchio è insopportabile. Rondi come regista è secondo solo a Polselli per i miei personalissimi gusti, ma questo film è la grossa pecca di Brunello, come d'altronde di Polselli non mi è piaciuto Riti,orge e magie nere del '300, e di Cavallone, altro regista che amo non mi è piaciuto per niente La gemella erotica. Impossibile non sbagliare mai, per quello dico sempre di massacrare finchè si vuole un film che non piace, ma di non toccare attori e registi. Ciao Gugly. FAUNO.
Ciao Fauno, Capolicchio perennemente imbronciato e senza un tubo da fare tutto il giorno mi ha fatto sbellicare, senza contare che il plot della sceneggiatura lo fa diventare il "Sora Camilla" della situazione: tutte lo vogliono ma nessuno se lo pilla...ma perchè non vuole lui!
DiscussioneFauno • 28/05/12 12:14 Contratto a progetto - 2743 interventi
Sì, proprio perchè non fa un c.... si può permettere di avere tutte le crisi esistenziali che vuole, ma se lo vedi in D'AMORE SI MUORE è ancora più pidocchioso, viene proprio da pregare perchè lo facciano fuori, mentre in METTI UNA SERA, un po' il regista lo abbellisce alla Helmut Berger, un po' Tritignant e la Bolkan sono talmente straordinari da offuscarle, le sue paranoie, e delle due ci sta anche un personaggio come lui. Ma qui e nell'altro film sopracitato, altro che capricci da donnetta isterica...Molto, molto peggio. E se ti può consolare ti dico che il suo non è per forza un atteggiamento femminile, l'ho notato in tanti ragazzi o uomini. In loro è più difficile da tollerare, quello sì...FAUNO.
Parlando dei registi,almeno vedere Polselli è come entrare in una nuova dimensione,e nella peggiore delle ipotesi si ride,qui invece regna sovrana la noia..
DiscussioneFauno • 30/05/12 22:31 Contratto a progetto - 2743 interventi
Sì Ciavazzaro, figurati se non son d'accordo, ma aggiungo che per me è l'unico scivolone di Rondi, visto che gli altri li faccio viaggiare su una media di quattro palle e mezzo. Perfino Più tardi Claire più tardi l'ho molto apprezzato, ma se devo esagerare, anche perchè non me l'aspettavo, per "Domani non siamo più qui" mi sarei messo in ginocchio a ringraziare Rondi di esser nato. E negli anni '70 ha fatto una sestina quasi irraggiungibile. "Racconti proibiti di niente vestiti" non l'ho visto, forse sarà una commedia e mi interesserà di meno, ma la sua potenza ci sarà tutta...
Non so se segui anche Cavallone: pur essendo di una drammaticità a volte estrema ha fatto un film comico-ironico quale Quickly-Spari e baci a colazione. Il genere è diverso, ma la sua impronta si sente. FAUNO.