Libera - Film (1993)

Una trilogia di cortometraggi veraci come l'anima di Napoli assemblati, ma non congiunti tra loro, in un'opera audiovisiva di talentuosa realizzazione. Si va dal sacro al profano, dal "lecito" all'illecito, dal grottesco al passionale. Libera, Carmela, Aurora, tre femmine, tre storie di vita vissuta, di amori rubati, di amori sudati. Un piccolo cult che strizza l'occhio ad Almodovar. Il battesimo di Corsicato è bagnato ma non solo di lacrime. Sei pronto ad entrare in chiesa?

Eccolo l'esordio del buon "Pappone" (con rispetto parlando si intende). La struttura episodica non si traduce affatto in bozzettismo, così come la connotazione partenopea non è mai folkloristica, sostanziandosi in esterni anonimi contrappuntati da interni dal dècor eeccessivo. Corsicato disegna con leggerezza tre condizioni femminili, i cui aneliti di indipendenza sono frustrati, mentre nel divertito tessuto del racconto son trasparenti il disagio e la solitudine. Scivola un po' via. Iaia Forte è espressiva sintesi cinematografica. Memorabile Enzo Moscato.

Già assistente di Almodóvar per Légami!, Corsicato esordisce con un film ad episodi in cui gli eventi influssi del regista spagnolo (donne sull'orlo di una crisi di nervi, cambi di sesso, preti canterini) sono declinati secondo i canoni della commedia all'italiana: piuttosto gustoso il primo episodio, forzato il secondo, divertente il terzo, con un'edicolante sposata ad un malato cronico bugiardo e traditore. Nel complesso, opera piacevole che all'uscita fece sperare nella nascita di un nuovo interessante autore - speranza in buona parte smentita dalle opere successive.

Tre episodi ognuno dedicato a una protagonista femminile: Aurora, Carmela e Libera, ognuna con i suoi drammi e dolori interiori. Il tema conduttore dei tre mediometraggi è il matrimonio allo sfascio, ma affrontato in tre diverse maniere. Il primo episodio è degno di nota per i tocchi di surrealismo che colpiscono. Il secondo offre un dramma turbante affrontato con ironia ma il migliore è senza dubbio l'ultimo (che dà anche il titolo al film), in termini di sviluppo e trama. Ottima opera prima.

Abbastanza divertente e con una discreta verve registica. Corsicato si tiene sopra le righe pur attingendo molto dai canoni della commedia all'italiana (amanti, edicole, fannulloni) e talvolta fa centro proponendo gustosi siparietti, talvolta riesce noioso come nel secondo episodio. Efficace il parco attori, tra cui spicca la Iaia Forte che col regista diventerà prolifica.

La regia di Corsicato è quasi sempre lieve. La vedi sorvolare con disincanto sopra le cose. Corsicato non giudica mai, osserva e utilizza la videocamera per renderci personaggi attraverso situazioni anche grotteshe. Il primo e il terzo epidodio sono dei piccoli capolavori in cui è la donna la protagonista assoluta (e chi se non Iaia Forte?).

Triplice episodio che spazia all'interno della famiglia. Si vede che Corsicato ha lavorato con Almodóvar: per come dissacra i preti, per gli accenni al mondo dei travestiti e per la scarsa fiducia nel matrimonio. Un cinema che parla di sessualità senza essere sfacciato e che evita drammatizzazioni inutili, anzi cerca di essere spigliato e mai volgare. Si percepisce la napoletanità per l’uso delle canzoni melodiche affiancate da sonorità arabe. Iaia Forte regge la scena molto bene.

Tre episodi simpatici e diretti in maniera originale da Pappi Corsicato generano un film tutto sommato interessante e buono, che mette alla luce diverse situazioni sentimentali che giocano sui tradimenti e sulla volontà di libertà da parte delle donne protagoniste. Tra queste spicca in due episodi l'ottima Iaia Forte, oltre all'avvincente Donadio e a un cast molto azzeccato. Buone anche le scelte delle location, che ben caratterizzano lo stato sociale dei personaggi e che diventano fondamentali per le varie trame. Da scoprire.

Bell'esordio, simpatico e pure - a tratti - divertente che face sperare nella nascita di nuovo e diverso autore, di matrice almodovariana, nel panorama del cinema italiano: peccato che in seguito Corsicato non si ripeterà quasi più a questi livelli. Qualche forzatura qua e là c'è ma è sapiente l'uso e il ribaltamento di alcuni topoi della commedia e del melodramma. Alcuni momenti topici, anticipati dai film d'antan in tv, sono spassosi e riusciti. Riusciti anche gli sprazzi surreali. Globalmente un buon film. Godibile e gustosamente sopra le righe.