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Titolo originale: Marat-Sade
Anno: 1966
Genere: teatro (colore)
Regia: Peter Brook
Note: aka "The persecution and assassination of Jean-Paul Marat as performed by the inmates of the asylum at Charenton under the direction of the Marquis De Sade".
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/02/09 DAL BENEMERITO PIGRO
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- Capolavoro assoluto (e ce ne sono pochi!):
Pigro - Un film straordinario, quasi perfetto!:
Apoffaldin - Grande esempio di cinema:
Giùan
De Sade, internato in manicomio, rappresenta la storia di Marat: dopo aver portato in scena il bel testo di Weiss, Brook trasferisce quello spettacolo sullo schermo, e lo fa con immutata potenza. Non solo è uno dei rari capolavori di teatro al cinema, ma anche un film straordinario di per sé: ritmo perfetto, folgorazione visivo-pittorica di grande espressività, interpretazioni attorali eccelse, approccio filosofico-politico profondo e tagliente. Bene han fatto a non doppiarlo ma a sottotitolarlo per non perdere la musicalità di versi e canzoni.
Infrequente modello di teatro filmato riuscito, l’opera di Brook sorprende per la promiscua molteplicità dei piani di lettura oltrechè per l’attualità di una messa in scena contraddistinta dalla produttiva motilità della mdp. Sfruttando e anzi andando oltre il potenziale insito nella piece di Weiss, il film resta sempre nel latente equilibrio della distanza brechtiana per sfociare poi in un finale che sfondando la “quarta parete” ci proietta pericolosamente nel vortice della follia e della violenza. Formidabile amalgama di musica, recitazione, regia.
MEMORABILE: Gli splendidi duetti tra Magee e Richardson; Le straordinarie prove di Glenda Jackson, Michael Williams e del “nostro” John Steiner.
Il nichilismo tormentato di Sade e il furore rivoluzionario di Marat trovano il loro ideale luogo di incontro-scontro a Chareton, manicomio che è una sineddoche del mondo in cui la pazzia è spesso stabilita per convenzione e i "matti" diventano attori del dramma, attuale oltre ogni aspettativa, scritto dal "Divino Marchese". Brook è bravissimo nel trasformare il teatro filmato in cinema ontologicamente inteso attraverso l'ottimo uso della macchina da presa (sguardi in macchina espressivamente necessari, panoramiche a schiaffo, fuoricampo presente e "pesante" etc). Da 10 gli attori.
MEMORABILE: L'abilità della regia nel trasformare il teatro filmato in cinema compiutamente inteso; La bravura e affiatamento degli attori: un'orchestra.
Glenda Jackson HA RECITATO ANCHE IN...
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- Hanno scritto...
"Agli eccidi di massa di Marat, De Sade contrappone la libera crudeltà del singolo come destino fatale.
In una visione del mondo moderno, De Sade è la voce della letteratura che difende la libertà totale dell'uomo."
Sergio Frosali, in La Nazione, 1 ottobre 1967 - Ricordo personale: mi è capitato, in anni giovanili (ossia una marea di tempo fa) di vedere film in piedi oppure seduta per terra, ma questo è l'unico film che ho visto in ginocchio... Unica proiezione in una saletta di Firenze, film raro, occasione imperdibile e per giunta ad ingresso gratuito: sala strapiena, con pure i posti in piedi sul fondo e lungo le pareti tutti occupati. Come altri, mi sistemo per terra in uno dei due corridoi laterali, ma così non riesco a vedere un accidente, devo stare in ginocchio, senza alcun appoggio.. con un disagio che dopo un poco si trasforma in sofferenza fisica. Marat Sade visto alla maniera di Masoch...
C'è da dire che in queste condizioni il film mi si è impresso talmente bene nella memoria che, pur essendo passati oltre 35anni, potrei raccontarvelo come se l'avessi visto il mese scorso.Ultima modifica: 4/06/19 18:23 da Daniela - Guarda, mancava solo il piatto di ceci sotto le ginocchia ed eri in perfetto stile Kotionkin... effettivamente non il massimo, come insegnava Guido Baldo Maria.
