Incredibile cast per un lavoretto svelto fatto al traino del ben più divertente Operazione San Gennaro. Lucio Fulci, comunque, tira fuori il mestiere e riesce a condurre in porto la sua di operazione senza troppi rimpianti per lo spettatore.
Non memorabile, tirato via. Manca, poi, un vero protagonista, il che funziona solo se la trama è ben più forte. Spaesato Brialy, poco sfruttato Buzzanca. Ci sono il vegliardo Edward G. Robinson (nel cast anche Ivan G. Scratuglia, a testimonianza del mistero del punto G), la felina Uta Levka, reduce dal successo di Carmen, Capannelle in un ruoletto (è affamato pure qui); fra gli n.c. l’onnipresente Maria Tedeschi e l'elegante John Stacy. In abito talare, ma pronto a gestire l’inchiesta, Virginio Gazzolo: non sarà l’ultima volta, con Fulci.
Mediocre film di Fulci molto inferiore al capostipite di Risi. Qui poco funziona, i tre reduci dal film precedente non sono valorizzati a dovere; diversi i personaggi spaesati come Brialy (assolutamente fuori ruolo). Qualche momento azzeccato qua e là come il finale sulla barca mentre noioso e infinitamente lungo è il prefinale con la ricerca della Pietà (inseguimenti vari compresi).
Opera mediocre e noiosa. Nonostante Fulci si sia impegnato il risultato è banaluccio. Lo spezzo in due parti: buona la prima, pessima la seconda, anche se ci sono discrete scene d'azione. Il cast è molto valido, ma più di 2 pallini non merita, a mio avviso.
Seguito di Operazione San Gennaro, ma molto meno divertente e vivace del precedente. Il passaggio di regia si sente, perché Fulci batte più su una comicità ingenua piuttosto che sul folclore o i personaggi interessanti. Buzzanca incide poco, Brialy è fuori posto; il meglio lo danno Robinson e il trio Ardia-Maggio-Fangareggi proveniente dal film originale. Mediocre.
Una caccia al ladro della Pietà di Michelangelo per il sequel di Operazione San Gennaro. La regia passa a Fulci (da Risi del primo film) che si ritrova tra le mani una sceneggiatura piuttosto scadente e una trama risibile. Il regista supplisce a tali evidenti lacune affidandosi al mestiere degli attori, che fanno il loro lavoro regalando qualche momento divertente. Il contesto è però quello che è.
Uno dei più brutti film girati da Fulci. La storia si impernia sul furto della Pietà di Michelangelo durante la settimana santa. Personaggi insopportabili, attori fuori ruolo, trovate insistite come i tre colpi che fanno retrocedere il criminale psicopatico Eduard G. Robinson a innocuo fanciullo. Inoltre, il tono brillante della vicenda è stucchevole e solo le scene dello sguinzagliamento da parte del Vaticano di una fiumana di prelati, frati e preti alla ricerca della statua rubata, acquistano l’incantevole leggerezza scenografica di un minuetto.
MEMORABILE: Preti e frati che, come se niente fosse, pensano e agiscono come tanti James Bond...
Tentativo malriuscito di copiare il precedente Operazione San Gennaro: come si è pensato che Buzzanca anche all'apice della carriera potesse competere con Totò e Manfredi? L'idea di rubare la statua della Pietà all'interno del Vaticano è sicuramente originale, ma il film ha poco spessore e a tratti risulta anche noioso. Le uniche risate vengono dagli attori partenopei (visti nel precedente film) e l'azione dall'uso eccessivo dei "preti stuntman".
Si perde tempo all'inizio con piccoli colpi di presentazione e un Brialy doppiato in romanesco... che non ci crede nessuno. Poi il vero colpo, facile, facile, perché tutte le risorse vengono usate per l'inseguimento (da parte di tutto il clero) ai ladri fuggiaschi. È questa la parte che ho preferito: qualche risata ci scappa ma non per merito dei protagonisti. Non basta la presenza di grossi e medi calibri stranieri per tentare di arricchire la mediocre sceneggiatura. Colonna sonora che copia malamente quelle in voga nel periodo.
Risibile tentativo di imitazione del celebre film di Risi, a cui ovviamente Fulci strizza l'occhio; siamo però al cospetto di una trama sfilacciata che perde di interesse man mano che scorrono i minuti. Il cast non convince e risulta poco incisivo: Buzzanca in primis, che viene tenuto inspiegabilmente a briglia stretta, cosi come i blasonati nomi stranieri che risultano spaesati. Apprezzabili i paesaggi laziali.
Lasciando da parte paragoni che sarebbero impietosi, parliamo di un film diviso in due parti. La prima, con la preparazione e il colpo, che risulta piuttosto lenta e verbosa, registra qualche buona battuta ma lascia da parte quel minimo di tensione fondamentale per una storia come questa. Nel finale il cambio di ritmo, dovuto soprattutto alle splendide acrobazie curate dal mago Remy Julienne, eleva il livello. Regia poco attenta e un buon cast che però non dà il massimo. Un film guardabile, a patto di non aspettarsi troppo...
MEMORABILE: Tutte le acrobazie in moto, auto e aereo.
Poteva essere una grande commedia, se consideriamo la qualità delle riprese e la satira anticlericale di cui si arricchisce. Purtroppo non funziona la sceneggiatura, poco credibile e noiosa, su cui influisce pesantemente l’impalpabilità dei protagonisti. L’amaro in bocca è tanto, perché il tipo di soggetto doveva necessariamente regalare momenti divertenti e personaggi memorabili di cui, invece, non si vede traccia. Restano impresse la vivacità della seconda parte e l’impatto delle scene d’azione, godibili ancora a distanza di tempo, amaramente sprecate da una storia deficitaria.
MEMORABILE: Buzzanca al cardinale: “Siete più organizzati della mafia”. Il cardinale: “Abbiamo duemila anni di più”.
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HomevideoGestarsh99 • 4/06/11 12:47 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione dvd dall' 08/06/2011 per 01 Distribution:
DATI TECNICI
* Lingue Italiano
* Schermo Anamorfico 16:9
* Audio Dolby Digital 2.0