Otto milioni di modi per morire - Film (1986)

Discreto film ai limiti tra il poliziesco ed il noir che può contare su una regia professionale e non del tutto dozzinale, su una sceneggiatura scritta da Oliver Stone e su un cast di buon livello su cui spiccano le prove di Jeff Bridges ed Andy Garcia. Non memorabile ma in ogni caso un buon prodotto di intrattenimento soprattutto per coloro che apprezzano il genere.

Ex poliziotto della narcotici ed ex alcolista col rischio di ricadute, Bridges non riesce a proteggere una prostituta che voleva prendere il volo; l'indagine personale per incastrare gli assassini lo porterà a scoprire un grosso giro di droga, rischiando la pelle ma recuperando la propria dignità. Girato ed interpretato con sufficiente professionalità (ci sono anche la puntuta Arquette e l'impomatato Garcia), ma piuttosto anonimo e dall'andamento prevedibile, il film di Ashby & Stone non è brutto ma fatica a ritagliarsi uno spazio nella memoria

Un film con tutte le carte in regola (per il genere) che stenta a decollare. Per un poliziesco anni '80 questo è un grosso difetto: mancano sonorità accattivanti (anche se tutti gli altri dettagli sono al posto giusto) e soprattutto una tensione di fondo.

La prima parte funziona bene: è misteriosa, il protagonista conquista subito lo spettatore, si vuole capire dove si andrà a parare. Peccato che da quando Bridges (bravo) si fissa con Garcia (fastidioso) il film si impantani in una prevedibilità eccessiva, che non è aiutata da un ritmo davvero troppo lento per un poliziesco. Comunque la regia ci sa fare e qua e là motivi di interesse affiorano, come lo scontro finale ben girato. Così così.

Peccato: l'ultimo film di Ashby è anche il suo più debole. Personaggi simili a quello interpretato, con buona resa invero, da Jeff Bridges si sono già visti circa 8 milioni di volte, la trama nella sua semplicità si mostra abbastanza confusa, Andy Garcia risulta discretamente irritante. Fortunatamente Ashby non esagera con situazioni action e la pellicola beneficia di un andamento non troppo convulso. Vedibile ma non certo memorabile.

Che sia colpa della travagliata produzione o della fin troppo compassata sceneggiatura di Oliver Stone, fatto sta che questo poliziesco non riesce ad esprimere appieno tutto il suo potenziale. Al suo ultimo lavoro (morirà due anni dopo), Ashby dirige bene le poche sequenze d'azione, e i notevoli venti minuti finali danno una bella scossa di adrenalina a un film fino a quel momento tutt'altro che adrenalinico. Azzeccato il cast con gli ottimi Bridges e Arquette, un Garcia bravo a rendersi odioso e una Paul che ha un ruolo minore ma comunque incisivo.