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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/08/08 DAL BENEMERITO PIGRO
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Pigro 14/08/08 09:31 - 9686 commenti

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Due fratellini in viaggio dalla Grecia alla Germania alla ricerca del padre che non c’è. Una storia concreta narrata con l’arma della poesia e della fascinazione grazie all’impronta di Tonino Guerra. Angelopoulos, maestro dell’immagine lirica e dell’incanto, trasmette con potenza le emozioni di un intimo racconto on the road che è prima di tutto un percorso di crescita dei due (bravissimi) protagonisti. Paesaggi umani e geografici bellissimi. La sequenza dello stupro è un pugno nello stomaco come raramente capita: e non mostra nulla!

Nando 19/06/11 09:07 - 3817 commenti

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Il lungo viaggio di due ragazzini greci verso la Germania alla ricerca del padre emigrante. Un affresco fiabesco e sognante, intervallato da momenti di rara drammaticità emotiva, del maestro Theo. I due protagonisti incarnano perfettamente il desiderio di ricerca. Scenari di grande impatto visivo.

Galbo 23/08/12 05:49 - 12407 commenti

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Nel film di Angelopoulos, il viaggio dalla Grecia alla Germania è un percorso di formazione che li condurrà verso la crescita individuale. La narrazione acquista toni onirici e di favola, sottolineati da un paesaggio splendidamente fotografato, ma non mancano momenti estremamente crudi e realistici. Ottima l'interpretazione dei protagonisti. Da vedere.

Enzus79 25/08/12 16:08 - 2911 commenti

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Storia scritta dal regista greco con uno dei migliori autori italiani quale è Tonino Guerra. Purtroppo il risultato non è eccellente ma solo buono. La bella poesia non manca, ma il film risulta un po' troppo ripetitivo. Belle le musiche di Eleni Karaindrou.

Rebis 6/12/12 20:15 - 2343 commenti

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Quasi ogni scena è racchiusa in un'unica inquadratura. In ogni inquadratura, un accadimento. Ogni accadimento esemplifica e sostanzia. Il cinema di Angelopoulos è conseguente, procede per addizione: i dialoghi i Tonino Guerra (assai letterari) e le musiche di Karaindrou ne enfatizzano l'andamento solenne. Ma se l'esercizio lirico a tratti è potente (il ralenti sotto la neve, lo stupro) più sovente è troppo consapevole della sua portata morale per generare autentiche emozioni e la statura autoriale finisce con l'adombrare l'identità stessa dei due bambini.
MEMORABILE: La mano che emerge dal mare.

Mickes2 26/01/14 23:47 - 1670 commenti

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Viaggio iniziatico di due bambini verso le soglie del mondo, introduzione a una vita con tante ombre e un piccolissimo spiraglio di luce dato dalla possibilità d'incontrare finalmente il proprio padre. Partecipe e struggente, è il racconto di due piccole, inermi anime di fronte alle grandi insidie dell'esistenza dove il lirismo poetico di Angelopoulos accentua la malinconia della distanza e la desolazione dell'assenza. Il durissimo prezzo della crescita fra delusioni e speranze, lealtà e soprusi, amore platonico e morte.
MEMORABILE: La dolentissima scena dello stupro; Il sofferto finale.

Cotola 24/07/15 14:18 - 9071 commenti

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Viaggio metaforico e simbolico (fin troppo) che segna il passaggio dall'infanzia all'età adulta di due bambini (soprattutto della sorellina) "figli di nessuno" ed in viaggio verso la Germania alla ricerca di un padre che forse non esiste. Il film ha il suo pregio principale nella capacità di regalare allo spettatore emozioni e momenti di poesia e bellezza. Peccato che Anghelopulos sembra essere un po' troppo programmatico e plateale nel mettere in scena simboli, metafore e situazioni volte allo scopo di essere esemplari. Un buon film.
MEMORABILE: I poliziotti e la neve. Lo stupro. Il finale.

Marcolino1 12/04/19 12:15 - 553 commenti

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Portare in patria ellenica il cinema sovietico rivisitato è apprezzabile, senza però slanci o elevazioni particolari. Campi lunghi frequenti e un'iconografia urbana delle fredde periferie abbandonate si sposano col mare nel contrasto tra il colore celeste e l'ocra-ruggine e i silenzi comunicano col visionario simbolismo del fotogramma. La reiterazione e la ripetitività di questa grammatica cinematografica diviene però ridondante, tanto da far pensare che la durata poteva essere sforbiciata a livello di mediometraggio con la stessa efficacia.
MEMORABILE: La neve simbolo del tempo immobile; Il cavallo morente e il pianto del bimbo; L'albero e l'esclamazione biblica della genesi: "E luce fu".

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