Prosegue lo "sciacallaggio" di Blake Edwards ai danni della serie che l'ha reso celebre assieme a Peter Sellers. Morto quest'ultimo, il regista aveva già sfruttato materiale inedito e vecchie scene per girare l’ancora accettabile SULLE ORME DELLA PANTERA ROSA; ora però, avendo già utilizzato anche gli scarti, Edwards si ritrova a dover fare a meno della sua star principale e a imbastire una storia che, come nel film precedente, tenti di far luce sulla scomparsa di Clouseau (che vediamo, coperto dall'ombra, solo nel prologo). Sulle sue tracce tuttavia...Leggi tutto non più un giornalista ma un nuovo imbranatissimo detective (Ted Wass), che dovrebbe negli intenti degli autori sostituire Sellers comportandosi praticamente nello stesso modo. Wass non può in verità rivaleggiare con un predecessore tanto bravo, ma nonostante un viso piuttosto anonimo riesce, complici alcune trovate divertenti e i voli dei soliti agguerriti stuntman, a far sorridere in più occasioni. Quando si porta dietro come compagna una bambola gonfiabile di Palle (qui lasciato Balls, come in originale) ad esempio, o quando si presenta la prima volta al cospetto dell'immancabile (e sempre formidabile) Herbert Lom/Dreyfuss. Insomma, per tutta la prima parte il gioco quasi funziona (bello anche il duetto con David Niven nella villa con piscina), il ritmo è garantito da un Blake Edwards ancora in forma e come erede di Clouseau Wass si sa rendere simpatico. Poi però entrano pesantemente in scena Robert Loggia, i killer professionisti, una bionda ammaliante e tutto si trasforma nella brutta copia dei peggiori episodi con Sellers. L'interesse scema, non si riprende più e bisogna aspettare il finale con un inatteso Roger Moore (allora in piena era 007) per incuriosirsi ancora. Ma ormai è tardi e l'occasione per la rinascita della serie è rimandata.
Nuovo capitolo della saga con Ted Wass nei panni di un ispettore alla ricerca del mitico ispettore della Surete. Questa volta Edwards manca totalmente il bersaglio. Il nuovo personaggio è troppo ricalcato su quello di Clouseau e invece di scatenare risate finisce per ottenere l'effetto opposto, quello di irritare e annoiare. In più le gag che lo vedono protagonista sono straabusate. E Wass non è Sellers. Ottimi comunque Loggia, Lom e Niven, con quest'ultimo giunto alla sua ultima apparizione.
Insignificante e inutile appendice alle gesta del grande Ispettore, interpretata da un tale evanescente, contornato da alcune vecchie glorie della serie, le cui apparizioni sono l'unico motivo di soddisfazione. Ma è una rapa fin toppo spremuta, e senza il genio comico del Grande Trasformista non c'è verso di cavarci altro. Parassitario.
Della serie lasciamo i morti seppelliti, che è meglio. Con un nuovo ispettore si cerca di trovare Clouseau, scomparso nel film-documentario precedente e la celeberrima Pantera Rosa, nuovamente rubata dalla teca del museo dell'Hugash. Ted Wass, paragonato a Peter Sellers, è uno zero e il film, giustamente, è un flop clamoroso di pubblico e critica. Rattrista vedere David Niven all'ultima apparizione cinematografica, sempre nel ruolo di sir Clarles Litton, alias il Fantasma, ladro galante.
MEMORABILE: Le gag con Herbert Lom e la scoperta della verità su Clouseau.
Prima pantera completamente senza Sellers (se non consideriamo il capitolo "apocrifo"), ma accettabile soprattutto per il ritmo svelto che Edwards alla regia sa ancora imporre. Certo non si ride più a crepapelle e Wass è appena l'ombra di Sellers (viso molto anonimo, troppi strilli), ma si sorride spesso e la visione in fondo è piacevole. A tenere in piedi la baracca sono soprattutto Lom e il curioso Clouseau di Roger Moore (davvero bravo), oltre ad alcune sequenze fracassone riuscite (come l'inseguimento con l'auto rovesciata o le solite esplosioni). Non male.
Sotto sotto l'idea era quella di proseguire la storia con un altro investigatore (un poliziotto americano) molto simile a Clouseau almeno sulla carta. Complice anche un'interprete non particolarmente brillante (Ted Wass, in seguito molto attivo come regista televisivo), le imbranataggini del protagonista sono poco divertenti e fantasiose, senza la classe e l'aplomb di Sellers. A portarsi a casa una stirata sufficienza ci pensano gli altri personaggi di contorno alle prese con un repertorio davvero stanco, senza uno spiraglio di aria fresca. Simpatico il cammeo autoironico di Roger Moore.
Senza il defunto Sellers, la strada si fa dura e difatti assistiamo a un film nettamente inferiore ai precedenti, con idee stiracchiate e gag che oramai non fanno nemmeno più ridere. Entra in gioco Ted Wass come protagonista che, pur simpatico, pecca di carisma e fa quello che può. Anche Lom oramai ha poche cartucce da sparare (che poi sono sempre le stesse). Niven e Capucine oramai sul viale del tramonto non aggiungono nulla. Presenza curiosa di Roger Moore nel finale, ma è poca cosa. Regia stanca di Edwards.
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