La trasposizione cinematografica di un romanzo di successo come quello del tedesco Patrick Süskind (in classifica tra i best-seller più venduti fin dal 1985, quando uscì in libreria) crea sempre mille aspettative che - si sa - nella maggior parte dei casi non vengono ripagate. Dopo che Kubrick, Scorsese, Ridley Scott e Tim Burton avevano accarezzato l'idea di portare “Profumo” al cinema, è toccato al meno noto Tom Tykwer occuparsene, dando vita al primo serial killer che uccide per catturare l'odore delle sue prede: Jean-Baptiste Grenouille (Ben Whishaw) è un orfano parigino dotato di un olfatto assolutamente fuori dal comune, e dopo un'infanzia...Leggi tutto difficile riuscirà a farsi assumere da un importante profumiere della capitale (Dustin Hoffman) dal quale apprenderà i segreti per distillare le essenze. Sono questi le parti migliori del film, ambientate in una Parigi Settecentesca magnificamente ricostruita. Hoffman è padrone di un personaggio fondamentale, nell'economia della storia, al quale spetterà per primo comprendere le incredibili doti olfattive del giovane Grenouille. Duetti eccellenti e una bella resa del mestiere particolare del profumiere, che Hoffman nobilita con la sua ottima interpretazione. Purtroppo il resto del film (né prima né soprattutto dopo) sarà più a quest'altezza, e se la fase thriller successiva riesce comunque a intrigare per l'originalità della proposta, le estenuanti lungaggini che portano la durata oltre le 2 ore e 20 trasformano tutto in un pretenziosol ritratto d'autore. E la coraggiosa mezz'ora finale (inevitabilmente ridicola) è un delirante mix tra Woodstock e Ken Russell.
Film difficile da decifrare. Se per la parte centrale è indubbiamente valido (se non ottimo), l'inizio e la fine sono quanto di più assurdo e distante dal comune senso del vedere le cose abbia mai visto. In particolare la scena iniziale sembra uno spot pubblicitario (riuscito) per reclamizzare lo schifo ed il volta stomaco. Il finale potrebbe essere invece certificato nel Guinness dei primati come la più grande... Voce fuori campo azzeccata e di grande impatto.
Vedendo le scene ambientate a Parigi, la cui ricostruzione è stupenda, si ha quasi la sensazione di percepire gli odori e i profumi. Il film, anche con i suoi difetti, coglie lo spirito del libro e riesce a trasmetterlo allo spettatore. L'equazione "assenza di odore uguale non esistenza" è ben evidenziata. L'insensibilità del protagonista è qualcosa che sgomenta. A parte un'ottima fotografia anche la colonna sonora è ben studiata e d'impatto. Un buon film.
Avviene a volte che alcuni registi si incaponiscano e vogliano a tutti i costi portare sullo schermo libri che estratti dal loro preciso contesto cartaceo-letterario perdono di consistenza ed evaporano in una nuvola di polvere aromatizzata alla muffa invecchiata.
E' il caso di questo"Profumo", vuota storia di un super-eroe settecentesco con il naso più allenato di quello di un bracchetto cerca-tartufi, dedito all'omicidio nichilista. Se l'inizio è curioso, il finale sprofonda nel ridicolo. E Hoffman e Rickman sembrano chiedersi"Perchè se non per soldi?"
Kolossal europeo alquanto mercenario, costruito sulla falsariga del modello produttivo de Il nome della rosa e girato con una fotografia irreale che pare essere uscita dal mondo di Amelie. Non che sia un film malvagio: la resa spettacolare e narrativa c'è tutta, almeno fino a due terzi di proiezione. Qui si punta tutto sul sensazionalismo e sull'effetto di facile presa sul pubblico. Se non fosse per il (doppio) finale delirante-demenziale-boccaccesco magari si salvava anche. Curiosamente sembra imparentato con Hannibal rising. Il finale comunque è di troppo.
Un protagonista azzeccato e un’idea degna di nota fanno di questo film un prodotto vincente? Purtroppo no. Se va applaudita la performance del diabolico genio delle essenze e l’interpretazione di Hoffman (ex mago dei profumi, ora in crisi), non si può dire la stessa cosa del regista, che dopo averci piuttosto deliziati con una prima metà apprezzabile e piacevolmente perversa (la mente del protagonista), ecco che, come la maionese, impazzisce nella seconda parte, costringendo lo spettatore a subire un’interminabile e ridicola scena. Peccato.
MEMORABILE: Tutta la parte nella bottega di Hoffman.
Parte benino, procede male perdendo esponenzialmente colpi e ruzzolando in patetici sfondoni degni del peggiore spot e finisce peggio sguazzando in un apoteosi del ridicolo e dello stucchevole che ha pochissimi eguali nella storia del cinema. Senza contare che un'ora buona del film è inessenziale all'economia dell'insieme. Quando si vuole a tutti i costi essere sublimi, eccentrici e poetici sono guai per tutti. Soprattutto per lo spettatore pagante. Due preziosi pacchetti di Multifilter buttati nel cesso di Twyker.
Buona trasposizione del difficile romanzo di Suskind. Meglio di così non si poteva fare e visti i penosi risultati di molte operazioni analoghe non si può che premiare il film di Tykwer. Ottimamente fotografato e interpretato adeguatamente da Hoffman e da Wishaw, il film presenta molte ambientazioni ben ricostruite e riesce quasi a trasmettere i profumi e le puzze che il protagonista percepisce (in questo senso, eccellente la parte iniziale, cruda e disgustosa). La durata è lievemente eccessiva, tuttavia resta una pellicola affascinante.
Un film piuttosto bizzarro che può suscitare opinioni davvero molto differenti a seconda di chi lo guarda. Dopo pochi minuti dalla fine il mio primo giudizio è stato molto negativo ma a distanza di qualche tempo devo ammettere di essermi ricreduto. Certo non è diventato un capolavoro, ma di certo c'è del buono (in particolare nella cinematografia). Avrei gradito un attore diverso per il ruolo protagonista che continua a darmi una sensazione di "mancanza" per tutta la durata del film.
Non ho letto il libro. Ne sono contento: non ho sovrastrutture, preconcetti, aspettative di vario genere. L'atmosfera è bella, con quell'olezzo che pervade tutti i luoghi intorno e che è l'humus dove il nostro profumiere prendere ispirazione per le sue creazioni. peccato che tutte le suggestioni, che pure sono ben accennate, non vengano mai approfondite, lasciando una sensazione di incompiuto. Sembra che il tutto sia rimasto imprigionato nel profumo e niente più.
Un gran bel film, ottimamente realizzato con un interprete molto bravo e una messa in scena di un'orgia altrettanto credibile (non come quella patinata e didascalica di Eyes wide shut). La narrazione è lineare, la regia all'altezza e la colonna sonora è veramente azzeccata: musica al meglio le varie sequenze del film rendendolo ancora più interessante. Il regista di Lola corre si conferma abile cineasta.
Io lessi il libro su consiglio di alcune mie amiche (sì, più di una me lo consigliò, soprattutto donne: pare sia un romanzo molto apprezzato da ragazze e signore...) e mi colpì favorevolmente, mi piacque molto. Il film, devo dire, mi è parso davvero inferiore. Ha indubbiamente alcune sequenze affascinanti e ragionevolmente riuscite, ma d'altro canto non riesce a trasmettere le forti emozioni (anche negative) che permeano il libro di Suskind.
Se non si avesse letto il libro si potrebbe restar da una parte soddisfatti per l'idea che è a monte della storia dall'altra delusi per la sua realizzazione. Per ovvie ragioni mai una pellicola può aspirare a ricalcare la profondità di un romanzo, ma deve cercar di esprimerne al più la filosofia o meglio lo spirito. "Profumo" ci accattiva ma non ci conquista. Il protagonista, eppur bravo, non incarna l'anti-umanità di Grenouille. La scena finale deliziosa nel libro, qui, sembra quasi sciocca.
Film anomalo ma comunque intrigante. Imperfetto ed improbabile nella parte finale, dà nella prima metà il meglio del suo sviluppo, con un continuo susseguirsi di episodi che mettono curiosità e fanno abituare alle anomalie della trama. La ricostruzione del degrado ambientale e della precarietà delle condizioni di vita della Francia settecentesca è suggestiva. Si è un po' ecceduto invece nell'uso della voce fuori campo. Tensione poco eclatante ma ben dosata. **!
L'idea alla base del romanzo era sicuramente molto originale: un uomo senza odore che ha un olfatto sviluppatissimo e che è talmente ossessionato dai profumi da voler ricavare un'essenza straordinaria. Lo svolgimento cinematografico però non è molto riuscito, con sequenze che talvolta rasentano il ridicolo involontario alternate ad altre che riescono invece a creare la giusta atmosfera. Una storia particolarissima, che probabilmente in mano ad un regista più personale sarebbe potuta diventare un prodotto riuscito; invece: occasione sprecata.
Sembra la storia di un omicida o di un'ossessione malata, quella verso il profumo perfetto, distillato dai corpi delle ragazze. Invece è una favola morale, come mostra la parte finale che vira sul magico e folle: racconto di una diversa percezione della realtà, talmente diversa da essere adatta a un martire. Un buon film, che sa incuriosire e spiazzare, che restituisce il senso dell'olfatto attraverso immagini cariche di suggestione odorosa, ma che tende a perdersi in lungaggini che non aiutano. Perfetto Whishaw, delizioso Hoffman.
Merita di esser visto per una parte iniziale di forte impatto, un'ottima fotografia, una bellissima ricostruzione della Parigi del '700 e delle interpretazioni di alto livello da parte degli attori protagonisti. Non ho letto il libro, ma, sulla carta, l'orgia che avviene nel finale viene definita sublime, nel film è ridicola. Finale bizzarro ma ci può stare.
Tratto da un bestseller di respiro internazionale, il film si giova dell'affascinante trama incentrata sulle fragranze e i profumi. Una valida ambientazione e una figura carismatica comporta un certo interesse, anche se in alcune scene si sfiora l'inverosimile come nel fantasioso finale; meglio la prima parte, che mostra la genesi di un artista delle profumazioni.
Decisamente non facile realizzare un'opera cinematografica dedicata alle essenze (per definizione non valutabili al cinema) e ad un loro cultore. Il film è però ben realizzato specie nella prima parte, dove la storia incuriosisce ed appassiona. Peccato che nel prosieguo il tutto diventi meno intrigante e sembra quasi che la sceneggiatura sia a corto di idee. Buona la prova del cast.
Non conosco il romanzo ma il film ha una fotografia spettacolare e pur riconoscendogli (dopo averlo visto per la seconda volta) un tentativo di far comprendere la contorta personalità e solitudine del personaggio, non riesce a far percepire le fragranze e gli odori sgradevoli che si incontrano nel film, raccontati dalle immagini. Argomento di difficile trasposizione e con un finale piuttosto surreale ma coraggioso.
Capolavoro assoluto di un cinema visionario e viscerale che sembrava scomparso. Tykwer guarda a Greenaway, Lynch, Jodorowsky e Bunuel, in una folle e surreale magnificenza visionaria. Omicidi fantasiosi stile Il presagio, sporcizia e degrado, teche che sembrano uscite da Dune, una mega orgia da far invidia a Ken Russell, un finale che non solo rimanda a Iprovvisamente l'estate scorsa ma addirittura agli "zombie movie". Il tutto in un vorticoso viaggio allucinatorio che è una gioia per gli occhi, il cuore e l'encefalo. Immenso e monumentale.
MEMORABILE: La super orgia finale; il delirante finale; le mele rosse; l'anziano che per errore spara una fucilata al suo governante; la bellezza della Hurd-Wood.
Trascurando la preziosa ricostruzione ambientale e la sofferta prova del superlativo Whishaw, l'opera è un saggio di pura visionarietà registica, sublimata dalla super-orgia che regala momenti di pura estasi visiva. L'ossessione compulsiva genera piacevoli risvolti machiavellici che permettono empatia con il protagonista, nonostante il folle piano che cerca di mettere in atto. Finale poetico e romantico che tocca direttamente il cuore. Uno dei migliori film del decennio. Sottovalutatissimo.
Un film che inganna. Dopo un ottimo inizio a livello di fotografia e ricostruzione della Parigi settecentesca, ecco emergere nello scorrere del film un bravissimo Dustin Hoffman seguito da un ottimo Alan Rickman, che insieme al protagonista sostengono una trama originale e interessante. Almeno fino all'ultima mezz'ora, nella quale il film cade purtroppo nella ridicolaggine più insulsa e illogica, in manifestazioni porno-sadico-istrioniche che tralasciano ciò che il romanzo vuole invece far intendere: il bisogno d'amore. Notevoli la fotografia e la ricostruzione di Parigi.
MEMORABILE: I procedimenti per estrarre il profumo; Le interpretazioni Hoffman-Rickman.
Orfano parigino ancien régime usa il suo prodigioso olfatto per creare il profumo perfetto, che trattenga in sé l'essenza della bellezza. Per farlo, uccide una dozzina di ragazze. Da un libro che Kubrick aveva giudicato non filmabile, una tipica coproduzione europea contemporanea, che confonde la leziosità con l'eleganza, il birignao con l'intensità, il ridicolo con il grottesco. Confezione leccata e ovvia. Lungo, presuntuoso e vacuo.
Che il soggetto sia buono è innegabile; come il fatto che rispecchi i canoni romanzeschi di un paio di secoli fa. Già dalle prime battute, grazie anche alla voce narrante si capisce il genere grottesco/fantastico del prodotto. Eppure alla fine il risultato sarà men che mediocre. Perché il Tykwer regista riesce a complicare anche le cose più banali mentre quello sceneggiatore, dopo un'accattivante introduzione, perde completamente la via regalando momenti di pura noia e un finale a dir poco imbarazzante. Perso Hoffman alla causa fine del film.
MEMORABILE: La mega orgia finale; Il padre della ragazza che prima lo vuole uccidere e poi si inginocchia e gli dice "Perdonami figlio mio".
Scommessa vinta solo in parte, quella di portare sullo schermo il best seller di Suskind: scommessa perché rendere visivamente gli odori è più arduo che descriverli. La prima parte - quella della Parigi puzzolente - funziona, e - sia pure con un massiccio ricorso alla voce narrante - intriga. Proseguendo, pur mantenendo una certa eleganza formale, il film si incanala verso le strade più battute del serialkilleraggio, per poi sfociare in un prefinale orgiastico che, pur rispettando la lettera del romanzo, risulta stucchevole. C'è del buono: 2*
MEMORABILE: La nascita sotto il banco del pesce; il maestro profumiere interpretato da Dustin Hoffman
Sontuoso adattamento del romanzo di Suskind, tanto opulento visivamente (la fotografia satura esalta il contrasto fra i paesaggi variopinti e la Parigi grigia e sporca) quanto farraginoso man mano che la narrazione avanza. Le parti migliori sono quelle in cui il protagonista (un bravo Whishaw) è affiancato da una controparte come il sempre bravo Rickman o l'eccellente Hoffman. Il resto del film è un esperimento di sinestesia che riesce solo in parte. Il finale orgiastico-teofagico aspira al sublime ma cade nel ridicolo.
MEMORABILE: La nascita al mercato del pesce; Il profumiere interpretato da Hoffman che spiega come è composto un profumo.
Tykwer è riuscito nell'ardua impresa di trarre un buon film dall'intrigante romanzo di Süskind. Si trattava infatti di dare il massimo risalto agli odori, cosa che una pellicola non riesce a fare se non attraverso immagini e atmosfere create ad arte. Finirei qui il confronto con il testo letterario, operazione quasi sempre inutile per giudicare un film, anche nei casi in cui ne venga tradito lo spirito (e non mi sembra sia questo il caso). Buona la scelta di Whishaw come protagonista, ambiguamente inodore, meno bene l'indugiare in alcuni casi.
Inizialmente si ammira per il coinvolgimento che provocano l'ambientazione, l'impeccabile gestione delle luci e, elemento non certo da poco, Dustin Hoffman, che conferisce al suo personaggio una gestualità ammirevole. Poi entra in scena, sempre più preponderante, il diabolico profumiere: ambiguo, lascivo, detestabile a tal punto che il film comincia a infastidire, forse complice la morbosità che lo pervade e per scene francamente inutili, eccessive anche a uno sguardo meditato. Alla fine tutto quel ricercare si scopre che approda al nulla.
Ambientazioni inquietanti e storia inevitabilmente spiazzante, con accenti pulp; non poteva essere diversamente trattandosi dell'adattamento dal libro di Suskind, di grande successo ma a suo modo folle e assurdo. Il giudizio deve pertanto focalizzarsi sulla realizzazione cinematografica, non sul soggetto e considerando le difficoltà insite nel tema il risultato può dirsi positivo. Più riuscita la prima parte, con l'ottima ricostruzione della fetida Parigi settecentesca in cui si mostrano i primi effetti dell'olfatto disumano del protagonista.
Geniale l'idea di Süskind, singolare il suo romanzo: la ricerca di un senso, della perfezione, di Dio, attraverso il naso di un genio. Whishaw ha il volto perfetto per la parte e la sua interpretazione è inappuntabile, la Herfurth è fotografata in modo eccellente e la sensualità del suo rosso crine contrappuntato dal manto lentigginoso è una buona chiave di lettura per una riduzione cinematografica cupa, talora greve, tutto sommato pregna, riuscita.
La durata non proprio convenzionale potrebbe spaventare in previsione di sforzi ragguardevoli per arrivare ai titoli di coda. Invece avviene il contrario e il film scorre bene; soprattutto nella prima metà, che vede l’introduzione e la presentazione del protagonista e l’incontro con un bravissimo Hoffman nei panni di un profumiere italiano in disgrazia. Successivamente sembra quasi di assistere a un’altra storia: il film cambia registro concedendosi leggere puntate nel fantastico. Il risultato complessivo è discreto e si guarda volentieri.
Da uno dei romanzi più belli che ricordi di aver letto, uno dei film più brutti che cercherò di non ricordare di aver visto. Non amo l'ingenuità di tali confronti, ma in questo caso il peccato originale sta proprio nell'aver voluto mettere in scena (peraltro tronfiamente) una vicenda che era cinematograficamente intraducibile; così il prodigioso olfatto di Grenuielle non viene né (ovviamente) restituito né sostituito con qualcos'altro, mentre pagine emozionanti si trasformano in immagini ridicole (su tutte la catarsi finale).
Tra feuilleton viscerale e letteratura gotica, la Parigi settecentesca ricreata da Tykwer non è comodo promenoir di pompose incipriature e infiorescenze rococò ma canale di scolo per deiezioni organiche, mucillaginosa collùvie di fetore e putrèdine. Alle menomazioni socio-sensoriali del romanzo d'appendice (mute, cieche, orfanelle) si sostituisce il bonus olfattivo dato in imprinting al silfo Grenouille, Jack lo squartacuori determinato a sintetizzare l'elisir d'amore più sovrumanamente irresistibile mai distillato da un profumiere. Anche odorando di furbizia, un'opera fascinosamente inusuale.
MEMORABILE: Il neonato partorito in mezzo a liquami, sporcizia e frattaglie; L'orgiastico delirio collettivo.
L'idea di un bimbo dallo straordinario olfatto avrebbe potuto (e dovuto) essere sfruttata meglio, magari ai fini di qualcosa di nobile ed elevato: invece ecco il solito serial killer di donne belle e giovani in cui l'unica variante è il movente dei crimini (inconcepibile). Dal momento del suo arresto il film (che sino ad allora aveva mantenuto una parvenza di serietà) sconfina nel grottesco prima e nel surreal-demenziale poi (vedasi il finale). La durata eccessiva e il buon cast costretto in ruoli un po' troppo "sui generis" (per usare un eufemismo) affondano il colpo di grazia.
Tratto dal romanzo omonimo. Film piuttosto fiacco e poco coinvolgente. I contorni da thriller non bastano a far decollare una storia da cui ci si aspettava molto di più. Poca tensione e una certa scontatezza. Molto apprezzabili comunque l'interpretazione di Ben Whishaw e la piccola partecipazione di Dustin Hoffman. Discreta la fotografia, così come la colonna sonora.
Certo, ci vuole coraggio da vendere per presentare una pellicola di ben centoquaranta minuti con argomento profumi ed essenze. E ancor più nell'esaltare e sublimare le gesta di un folle totale che uccide bellissime fanciulle per trasformarle in preziose fragranze olfattive. L'unico aspetto da salvare è la perfetta ricostruzione di una Parigi settecentesca povera e spietata, con i ricchi imparruccati e la gente comune ad ammazzarsi per pochi spiccioli. Di Hoffman l'unico bagliore recitativo, mentre Whishaw è invasato dall'inizio alla fine. Ultima mezz'ora totalmente delirante.
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Galbo ebbe a dire: mi avete fatto venire voglia di rivederlo......
Assolutamente consigliato...
DiscussioneDaniela • 9/08/13 12:15 Gran Burattinaio - 5929 interventi
Io invece non l'ho mai visto, il romanzo non è che mi avesse entusiasmato più di tanto.
Però, a leggere i vostri commenti, pare proprio che non si possa perdere....
DiscussioneDaniela • 9/08/13 15:14 Gran Burattinaio - 5929 interventi
mi sottometto all'ordine di Buio, ma rinviando la visione a settembre - domani parto per le vacanze e - durante questo periodo a zonzo con il camper - niente web, tv, giornali, anche niente cinema (quest'ultima è una rinuncia tosta, ma mi rifarò al ritorno), ammessi solo telefonino (ma per assolute necessità), libri per i rari momenti di sosta, macchina fotografica da usare senza freni... ;o)
A me il libro era piaciuto molto... sì, forse un po' sopravvalutato dalla critica al momento della sua uscita, però originale e di grande impatto a livello puramente letterario (l'incipit e alcuni passi sono straordinari). In seguito ho letto anche "Il piccione", assai modesto, un mero esercizio di stile, e "Il cotrabbasso" che invece è piuttosto divertente: comunque due opere che mi hanno fatto un po' ridimensionare la portata letteraria di Suskind.
Temo comunque che anche qui il confronto tra libro e film, per chi viene dalla pagina scritta, sia inevitabile, se non altro per vedere come Tykwer sia riuscito a restituire con le immagini quello che Suskind è riuscito a fare con le parole: la percezione olfattiva, la qualità degli odori (che poi, diciamolo, è la principale ragione d'interesse del romanzo). Alla luce di Cloud Atlas sono comunque curioso di vederlo ;)
Daniela ebbe a dire: mi sottometto all'ordine di Buio, ma rinviando la visione a settembre - domani parto per le vacanze e - durante questo periodo a zonzo con il camper - niente web, tv, giornali, anche niente cinema (quest'ultima è una rinuncia tosta, ma mi rifarò al ritorno), ammessi solo telefonino (ma per assolute necessità), libri per i rari momenti di sosta, macchina fotografica da usare senza freni... ;o)
Bene, buone vacanze Daniela. E appena ritorni alla vita cinefila, vediti il capolavoro di Tykwer.
DiscussioneDaniela • 9/08/13 22:00 Gran Burattinaio - 5929 interventi
Rebis, anche a me è successo lo stesso! Cioè, le letture successive (un paio di cose, Süskind non è certo prolifico) mi hanno deluso e fatto ridimensionare un autore che invece in un primo momento mi aveva colpito per l'originalità - dopo aver visto il film, proverò a riprendere in mano il libro, magari a distanza di tempo sarò in grado di valutarlo meglio ...
Già, credo che con Profumo abbia raggiunto uno stato di grazia (?) che non si è più ripetuto... è tipico di molti esordi col botto. Sarò curioso di leggere il tuo commento, come sempre ;-)