Il cinema d'autore (Romano Scavolini è regista, soggettista, sceneggiatore e direttore della fotografia) invade territori cari a quello di genere producendo questa strana storia fatta di silenzi e desolazione, in cui un professore d'inglese (Chris Avram) semidisoccupato e senza un soldo viene reclutato da un'organizzazione mafiosa, addestrato e spedito in Olanda a cominciare il suo bel mestiere di sicario. Se va detto che Scavolini sa usare le location (la periferia palermitana, le spiagge olandesi...) con gusto spesso estraneo a chi pratica il genere e che i dialoghi raramente si confondono nelle banalità del caso, non si può non notare come una quasi totale mancanza...Leggi tutto d'azione, i tempi rallentati, le scene che sembrano inserite senza troppo criterio (vedi la lunga danza "da night" d'una ballerina olandese) spostino l'asse del film molto più nella direzione d'un cinema d'autore condotto senza la sufficiente convinzione. Chi è abituato alla violenza, agli inseguimenti, alle concitate sparatorie della serie B di casa nostra non troverà praticamente nulla di "commestibile”. Il cast recita discretamente, si nota un gusto superiore nelle riprese, un'attitudine positiva che rifiuta di scadere nei luoghi comuni e che cerca di dare del protagonista unico un ritratto psicologico attendibile, ma dopo i primi venti minuti in cui ancora era accettabile che si mettessero in luce luoghi e personaggi evitando di coinvolgere, successivamente si sente l'assenza di una regia capace di tenere desto l'interesse e il tutto si fa decisamente noioso.
Se Un bianco vestito per Marialè era un film "affascinante" e "delizioso", questo film dello stesso regista Romano Scavolini risulta "poveristico" ed "improbabile" ma sopratutto "inspiegabile": un'ora e mezza dove chi capisce qualcosa me la spieghi! Passaggi inspiegabili. Avran ripreso con la telecamera di nascosto tramite circuito chiuso (come fanno me lo devono spiegare)? Difficile inquadrarlo in qualche genere (forse noir?). Bellissima Paola Senatore, ma non ci ho capito niente.
Inadeguatamente inserito nella serie di VHS targate Shendene & Moizzi (ciclo Sex & Violence 2) perchè pur presentando, tra il cast, un'ancora "virginale" Paola Senatore, d'ingredienti quali sesso o violenza (esplicitamente parlando) manco l'ombra. Scavolini è stato regista che ha sempre accarrezzato il tema Autoriale, come in questa terza regia, ambientata nella Palermo degli anni '70 e focalizzata sulle azioni di un professore inglese, in (solitaria ed egocentrica) trasferta nel nostro Paese, ricattato dalla malavita e costretto ad uccidere...
No, non è il film che mi aspettavo dal titolo e dall'anno. Un misto di noir, fantascienza, spionaggio, dal ritmo discontinuo e personaggi assurdi. L'autarchico Scavolini, da quello che leggo in giro, è considerato da molti un genio, ma a me sinceramente le sue inquadrature sembrano solo sgrammaticate.
MEMORABILE: Il protagonista spiato da telecamere a circuito chiuso (ma dove stanno?)
Si nota indubbiamente la voglia e l'intento da parte di Scavolini di creare un cinema personale, ma oltre a qualche buona trovata stilistica non riesce ad andare. La trama poi sembra totalmente campata per aria e persino pretestuosa: se spesso non importa cosa si racconta ma il come lo si espone beh, su questo punto c'è molto da ridire; la recitazione è molto scarsa ed il montaggio frammentario non dà possibilità di entrare in sintonia con la vicenda che scorre con molta fatica.
Opera povera e disarticolata, presenta tuttavia la stranezza di collegare al noir – in doppia veste: siculo-naturalistica prima, internazionale e urbana poi – cenni di fantascienza distopica ravvisabili nelle videocamere “orwelliane” che spiano il protagonista in ogni dove e negli altoparlanti e diapositive che gli inculcano nozioni sulle armi da fuoco a spron battuto. Sempre signorile, Avram è un reietto, un loser che, come altri antieroi del cinema gangsteristico, ignora o trasgredisce una legge fondamentale: nella malavita il cuore non comanda. Sexy balletto della Senatore.
MEMORABILE: L’addestramento di Avram, che lo trasforma da professore dei bassifondi a sicario provetto.
Stranissimo film di Scavolini. Penso che rare pellicole includano una trama così ridicola, con un professore di periferia che diventa killer (e riconosce la marca dallo sparo!). Gli attori non sono male: Avram è più che discreto, la Senatore passabile, non male anche Stany ma il film lascia un senso di vuoto, di "cosa è questa roba?" e di strambo che alla fine la sufficienza piena non la merita. Davvero squallide le location.
Per quanto il sequestro e l'addestramento ad uccidere di un professore in terribili ristrettezze economiche possano risultare di un certo interesse e né Avram né altri attori demeritino (anzi, la Leander conferma la sua attitudine a ruoli ambigui), è proprio il film a non sostenersi, anche perché si capisce subito che finirà male. Strano che la Shendene e Moizzi l'abbia editata nella collana Sex and Violence, perché ci sarà a malapena la scena in cui viene uccisa una governante a destare un certo disdegno...
MEMORABILE: Gli fanno capire di saper tutto di lui e gli dimostrano che se morisse nessuno lo cercherebbe.
Strambo, stravagante, non orribile reperto archeologico settantiano. Incuriosisce quanto basta, tra un'idea balzana e l'altra. Qualche segmento è anche decente; ha qualche bella immagine e un non infimo occhio per certe messe in quadro; gli attori non agiscono come inconsapevoli sonnambuli. Il plot, questo si, è un deambulante (e opaco) sonnambulo; l'assurdo (in che misura era una precisa scelta poetica? Non si capisce), rischia di dilagare a sproposito. Più o meno discrete le musiche e certi cromatismi fotografici.
Professore inglese di stanza al sud Italia viene scelto per un incarico e trasformato in sicario super addestrato. Scavolini lascia da parte ogni ambizione sperimentale (formale e concettuale), a favor di narrazione - per quanto stentata. Tutto sommato la regia è di mestiere e si notano alcuni tratti di una poetica personale. Il problema è tutto il resto: la piattezza del protagonista, la totale assenza di comprimari, mentre la sciatteria della messa in scena è a tratti desolante. Si evince l'ambizione di fare un gioco diverso, e la sensazione di aver mancato il punto.
Un uomo caduto in disgrazia viene ingaggiato come killer, visto le sue doti da cecchino, e così parte per un viaggio pieno di sorprese. Un film che si rivela poco a poco, con una trama esile e, indubbiamente, alcune soluzioni fotografiche molto ambiziose. Ma basarsi solo sull’attrattiva che gli attori principali possono suscitare nel pubblico alla fine è come barare. Paola Senatore tendenzialmente decorativa.
Romano Scavolini HA DIRETTO ANCHE...
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SEX & VIOLENCE 2 - La serie completa Titoli della serie Sex & Violence 2 distribuiti da noi in VHS grazie alla Shendene & Moizzi, componenti il ciclo "Il cinema estremo italiano" (ogni titolo contiene il link alla scheda davinottica del film):
Kanon ebbe a dire: Visto che c'è uno speciale sull'argomento, penso sia doveroso aggiungere alla lista del cast la presenza di Carla Mancini e di Bruno Boschetti. Entrambi accompagnati dalla sigla c.s.c.
Prima, però, è bene verificare che appaiano veramente.
Forse mi sbaglio o forse ce lo voglio vedere per forza, ma potrebbe essere Bruno Boschetti in una delle due immagini; anche se la seconda prima è piuttosto in ombra. La Mancini effettivamente non riesco a trovarla.
Kanon ebbe a dire: Forse mi sbaglio o forse ce lo voglio vedere per forza, ma potrebbe essere Bruno Boschetti in una delle due immagini; anche se la seconda prima è piuttosto in ombra. La Mancini effettivamente non riesco a trovarla.
Il tizio nell'immagine scura potrebbe essere lui, ma non è possibile esserne certi.
Non vedo, nella seconda, chi potrebbe assomigliargli. A chi ti riferisci?
Kanon ebbe a dire: B. Legnani ebbe a dire: Kanon ebbe a dire: Forse mi sbaglio o forse ce lo voglio vedere per forza, ma potrebbe essere Bruno Boschetti in una delle due immagini; anche se la seconda prima è piuttosto in ombra. La Mancini effettivamente non riesco a trovarla.
Il tizio nell'immagine scura potrebbe essere lui, ma non è possibile esserne certi.
Non vedo, nella seconda, chi potrebbe assomigliargli. A chi ti riferisci?
Nella seconda mi riferisco al tipo con gli occhiali di lato al portello dell'ambulanza. Provo a mettere un'altra foto.
Ho ingrandito l'immagine. Possibile, na non probabile.
Quello con gli occhiali non è lui.