Uno degli ultimi Sartana, diretto dal suo “inventore” Giuliano Carnimeo, che si firma con l'abituale pseudonimo di Anthony Ascot. La trama questa volta è abbastanza complessa: tutto parte da una rapina in banca che frutta ai suoi autori trecentomila dollari. Il direttore derubato sembra riconoscere Sartana, tra i rapinatori, in realtà il nostro non c'entra per niente e si vede incolpato per via della sua inconfondibile “divisa”: cappellaccio nero e mantello. Comincia quindi le sue indagini che lo porteranno in giro per il west e a conoscere i più svariati personaggi. Lo spaghetti western sta declinando e già si intravedono i primi cenni di contaminazione con la commedia (ma siamo ancora...Leggi tutto lontani dal fagioli western alla Bud Spencer/Terence Hill e di comicità non se ne parla ancora) e soprattutto col nascente thriller all'italiana. Infatti questo Sartana nasconde più di un risvolto “giallo”: c'è da individuare un colpevole, seguire una pista; e alcuni giochi di luce, con un finale quasi al buio con un organo che suona da solo, confermano l'impressione. Comunque gli ingredienti del classico spaghetti western ci sono tutti; duelli, zuffe, morti violente, sparatorie, partite a poker e quel tocco ironico che non guasta mai. Ben descritti i personaggi, tra i quali spicca certamente (oltre al Sartana impeccabilmente impersonato dal solito Gianni Garko) l’Hot-dad di Klaus Kinski, un bounty killer con la fissa del gioco d'azzardo: i suoi - pochi - duetti con Garko sono eccellenti. Buona la regia, con una brillante scelta delle inquadrature e molto professionale la confezione, colonna sonora compresa.
Per chi scrive il miglior Sartana ufficiale (ma è una gran bella gara): pieno di trovate, gadget e grandissime facce (il cast è una guida Monaci del western all'italiana: Mitchell, Torres, Kinski, Manni, Borgese). L'idea del torneo fra pistoleros col tabellone tipo tennis tornerà utile a Sam Raimi... Fondamentale trait d'union fra due ere dello spaghetti-western.
In quest’occasione personaggio nerovestito di Sartana acquista connotati comici e, abilissimo con carte e pistola, diventa una specie di infallibile prestigiatore. Il cast di tutto rispetto e interagisce ottimamente; emergono soprattutto attori dai ruoli piccoli, come Mitchell (doppiato da Cigoli) e Torres, la cui morte costituisce forse l’unico momento drammatico del film.
Ottimo episodio del ciclo di Sartana, come sempre interpretato dal bravo Garko. Il film è uno spaghetti-western tipico, ma gode di una buona sceneggiatura, di un cast notevole e di alcune trovate senz'altro efficaci: l'uso della mdp a mano in alcune scene, l'atmosfera spesso oscura e tesa, le trovate geniali di Sartana, qualche tocco ironico mai invasivo... Insomma, un film esemplare nel suo genere, tra l'altro dotato di un buon ritmo. Kinski si vede poco, purtroppo. Per gli amanti del genere sicuramente imperdibile.
Il dizionario del Giusti lo cataloga come uno spaghetti western comicarolo, ma non sono d'accordo. Certo qualche trovata divertente c'è. ma è proprio una minima parte; al contrario ci sono parecchie scene piuttosto violente, soprattutto grazie all'abilità di Sartana col proprio coltello. Sicuramente uno degli SW da annoverare tra i migliori.
Tutto sommato un bel Sartana-movie che gode della presenza del legittimo proprietario del personaggio: il magnetico Gianni Garko. Carnimeo, bistrattato dai più, è un onesto professionista che qui dimostra una valida propensione per lo spaghetti, vivacizzando la regia grazie a un uso caotico della camera a mano, soprattutto nella prima fase (la caccia tra le sterpaglie). L'atmosfera è sempre ben tesa, anche se c'è qualche piccola lungaggine nella parte finale. Simpatico Kinski con la sua mania del gioco, Wolff istrionico e imprevedibile come al solito.
Bello spaghetti con protagonista Sartana che, ad avviso di chi scrive, si staglia ben
al di sopra di gran parte di altri personaggi del genere. Godibile ed avvincente anche
grazie ai tocchi di mistero di cui è seminato ed alle belle trovate escogitate dal furbo Garko. I tocchi ironici sono pochi e, cosa che non accade molto spesso, sono
azzeccati, non guastando la tensione d'insieme. Buone regia e confezione. Insomma, per chi ama il genere da non perdere, per chi non lo conosce può essere un buon inizio per avvicinarcisi.
Ottimo spaghetti, ben condito di sapore italiano. Grandi sparatorie, morti ovunque; anche una storia gialla, con finale inaspettato per l'insospettabile colpevole. Regia dinamica, buona fotografia e mezzi adeguati allo scopo. Molti gli aspetti curiosi, con la città del vizio introdotta da un coloratissimo "spot" e con le macchinette mangiasoldi tradizionali, affascinanti anche per chi detesta il gioco d'azzardo (cioè io). Il comprimario "tazzone" e lo sfidante perdente sono più che macchiette e contribuiscono allo spessore di questo bel film tricolore. ***!
MEMORABILE: La rapina iniziale alla banca "sicura". L'organizzata città del gioco e i duelli sistematici.
Ha buona fama, che mi pare assai immeritata. Trama confusa, eccessi in misura che oltrepassa il limite e trascuratezze sorprendenti (incredibili gli errori nelle partite di poker), abuso del canalone della Tolfa... Si salvano qualche tocco originale, il grande Ettore Manni e l'apparizione finale del personaggio di Mitchell, ma il merito è pressoché integralmente del fantastico doppiaggio di Cigoli, che gli dà, come scrive Giusti, una voce da paura.
A metà tra comico e gotico, a questo bello spaghetti western bastano i nomi di Garko, Wolff e Kinski per entrare di diritto nell'olimpo dei migliori prodotti di questo genere. Carnimeo, supportato da una bellissima fotografia, regala inquadrature suggestive e mai banali. La sceneggiatura è eccessivamente confusionaria e almeno da questo punto di vista l'impressione è che si sia messa troppa carne al fuoco; ma il film è girato in maniera talmente ispirata e fluida che si può chiudere volentieri un occhio sui difettucci.
Abbastanza piacevole anche questa seconda avventura dell'infallibile Sartana, sempre interpretato da un Gianni Garko un po' ingessato ma convincente. Carnimeo, autore di una buona regia, raccoglie l'eredità di Parolini inserendo alcuni tocchi di umorismo (non sempre opportuni) e una spruzzata di giallo/gotico (che invece non guasta). Discreto ritmo, qualche bella trovata, ammazzamenti a ripetizione e ottimo cast di contorno, anche se il personaggio di Kinski (insolitamente simpatico) sembra più un riempitivo che una reale necessità.
MEMORABILE: La rapina iniziale; Lo scontro tra Sartana e il primo bounty killer; L'accoltellamento nel piede; Il finale.
Ormai il western spaghetti è talmente codificato da generare spontaneamente questo micidiale tritume: la partita di poker, la rapina in banca... col supplemento di stravaganze che il genere, ormai degenerato, vanta a profusione: la pistola sartaniana, gli sciocchi toponimi, i dialoghi strampalati che cercano di imitare il cinismo leoniano. Mitchell e Kinski alzano un po' il livello. A suo merito: in fondo si segue bene, nonostante la trama confusa, soprattutto con la palpebra a mezz'asta.
C'è una taglia sulla testa del nerovestito e inventivo Sartana; è accusato di rapina, ma lui è innocente. Fuggitivo e deciso a rimettere le cose in ordine, dà vita a una delle sue avventure più riuscite. Non tutto quadra ma la tecnica e la sensibilità dietro la macchina da presa ci sono; e la vicenda fluisce, ricca di umorismo nero, distinguendosi dalla massa di western del periodo per capacità di percorrere una via fumettistica senza eccessi fumettosi. Bravo Garko, meno spiritato del solito Kinski; facce e luoghi giusti non mancano.
Uscito mentre già dilagavano gli apocrifi, il secondo Sartana ufficiale vede ancora Garko nei panni dell'eroe nerovestito mentre in cabina di regia Parolini passa il testimone a Carnimeo. Non che il cambio di mano si faccia più di tanto notare: stesse location, stessa bulimia di cadaveri, stessa caccia al tesoro, stessi trucchetti che assicurano inevitabilmente la vittoria al protagonista. Le novità stanno nella figura di Frank Wolff, in un Kinski "quasi" buono e nell'azzeramento del ruolo femminile che nel primo capitolo aveva un certo peso.
MEMORABILE: Le antidiluviane slot machine nel locale del losco Ettore Manni.
Discreto western, che ha dalla sua un protagonista con la giusta faccia da duro che non si scompone mai, anche nelle situazioni più disperate (nella capanna bersagliato dall'indiano) e un contorno di seconde linee accettabili, come l'amico furbacchione e Kinski malato di gioco d'azzardo (gioca anche sulla diligenza). La storia ovviamente è solo un pretesto per scatenare la vendetta di Sartana, usato all'inizio come specchietto per le allodole. Mantiene una certa ironia che giova alla pellicola.
MEMORABILE: Al tavolo da gioco coi morituri ("Strano davvero, questo mazzo ha cinque regine"); La pesca della chiave; Il debito pagato da Kinski.
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Altra gravissima lacuna, con beffa tedesca: in Germania uscì una prima volta con l'italiano ma in versione stra-tagliata, e poi fu riedito uncut...ma senza più l'italiano!
Esatto, la versione BEST ENTERTAINMENT del 2003 con audio in italiano ha una durata di 94' precisi.
E mancano 2 scene, oltre a qualche dialogo:
- una con la presentazione del casinò con i cartelloni in sovraimpresione stile Las Vegas e un bel pò di minuti con gente che gioca.
- l'altra, più importante, è l'uccisione di Omero Crown.
La riedizione del 2006 con solo l'audio tedesco dovrebbe durare all'incirca 98'.
Comunque la versione trasmessa via via da Italia1 è la più integrale e ne dura 99'.
Mi correggo:
anche la versione che viene trasmessa da Mediaset e IRIS negli utlimi anni è tagliata di circa 2 minuti, manca completamente il pestaggio di Omero Crown: almeno nella versione IRIS si nota benissimo verso un'ora di film che c'è un taglio quando Omero Crown entra nella stalla e poi lo ritroviamo già legato e sofferente. Ho una vecchia versione trasmessa da Italia1 quasi 10 fa in cui c'è più di un minuto di pestaggio. Poi qua e la ci sono vari secondi di sparatorie tagliate, per arrivare a una durata di 97' 41" contro i 98' 57" della vecchia versione.