Dopo il riuscito Le tre sepolture, Lee Jones torna a girare per il cinema e si conferma regista capace e raffinato firmando uno splendido dramma western. Colpisce non solo per le belle immagini (merito anche di una notevole fotografia) ma anche per una storia di dolore e sofferenza (con coraggioso "colpo di scena" arrivati a due terzi di film) che coinvolge lo spettatore sin dall'inizio e continua a farlo fino alla fine nonostante ritmi comunque un po' rilassati. Belli anche i personaggi tratteggiati dalla sceneggiatura: su tutti spicca ovviamente quello di Mary Bee. Notevole.
MEMORABILE: Le proposte di matrimonio che Mary Bee fa agli uomini. La follia delle tre donne. Il ritorno all'albergo.
Tre donne rese folli dal dolore, gli stenti e la solitudine, devono essere riportate dalle loro famiglie perché i loro mariti non possono occuparsene. La missione è affidata ad una contadina, definita "dura come una vecchia scarpa"... Bella conferma registica per Jones, ancora in chiave di western on-the-road. I battibecchi fra la protagonista ed il vagabondo ubriacone che l'accompagna possono far prevedere esiti da commedia, ma un colpo di scena, del tutto inaspettato, fa virare il film verso altri territori, più aridi e malinconici. Buona prova del cast, con Swank sugli scudi.
MEMORABILE: Le sequenze iniziali, con l'infanticio; le due proposte di matrimonio; il ritorno all'albergo da cui era stato scacciato
Il western impersonato da persone più sofferenti e meno cartonate è un solco tracciato anche da altri che spezza con la visione dei pistoleri sprezzanti e onnipotenti. In questo film Lee Jones si spinge oltre ponendo al centro dell'attenzione una donna e un uomo in là con gli anni. Risultato apprezzabile, grazie all'intero cast degli attori e alla fotografia, ma che risente anche di una meditazione eccessiva e di eventi particolari ma non del tutto credibili.
Jones torna a dirigere un western, sempre in una forma lontana da quello classico, contaminato fortemente con il dramma in una storia che privilegia i rapporti umani a sparatorie e duelli. Sono infatti i personaggi a conquistare, più di una storia tutto sommato piatta e senza troppi guizzi, assecondati dalle ottime interpretazioni del cast, con una Swank ritrovata dopo alcune prove opache. La regia è corretta, aiutata dalla bellissima fotografia e da musiche essenziali ma indovinate. Buono.
Dopo Le tre sepolture, un altro western drammatico per Tommy Lee Jones. Al centro la figura di una donna non più giovane, che attraversa un vasto territorio per una missione di carità. La regia classica e anti spettacolare, si concentra soprattutto sul dramma umano a cui fanno da sfondo suggestivi paesaggi ben fotografati. Lo stesso regista e la coprotagonista Hilary Swank danno vita a due personaggi duri e fragili allo stesso tempo, supportati da altri ottimi attori (la Streep su tutti) nelle parti secondarie. Un buon film.
Tommy Lee Jones aveva già fatto intendere di saperci fare dietro la macchina da presa e di avere una certa predisposizione in particolare per il west. Anche questa volta ci regala un film ben organizzato, girato con diligenza e affidato a un buon gruppo di attori da lui capeggiati. On the road abbastanza classico nella struttura ma originale nei personaggi.
Faticoso e doloroso viaggio nei baratri femminili di metà Ottocento, tra la disperazione della brava Swank e la vera e propria pazzia di tre sventurate mogli ripudiate dai rispettivi mariti. Già qui si comprende l'intento di un Jones invecchiato come un pregiato vino d'annata: l'elogio anti-misogino che racconta quanto sia stato lungo e tormentato il cammino verso il riscatto di genere. Buono il risultato, tra paesaggi fotografati egregiamente ed interpretazioni, tutte, notevoli. Compresa quella di uno Spader dall'accenno tarantiniano. Duro e dolce nel contempo, un buon film.
MEMORABILE: Le donne che inseguono Briggs nel fiume, soccorrendo (lui e) l'infelice compagna di viaggio; Gli "improperi" che Briggs rivolge a Spader e compagni.
Più che un western è una storia di solitudine e estremo disagio che coinvolge tutti, cosiddetti sani di mente compresi. La pellicola non fa certo sconti, anzi tende a girare il coltello nella piaga della disperazione di chi vorrebbe farsi una famiglia e chi per averlo fatto ha perso il senno. E come improbabile ago della bilancia c'è un uomo abbastanza rozzo ma non stupido. Un po' pesante da seguire, lascia però qualcosa alla fine (non è poco) grazie anche alla svolta inaspettata in grado di far cambiare il punto di vista dello spettatore. Riuscito, nel suo genere western-drammatico.
MEMORABILE: "Non avete avuto il coraggio di impiccarmi e il mio cavallo doveva farlo per voi?"; "C'è di meglio nella vita che guardare il culo di un bue".
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E ovviamente non ha ancora trovato una distribuzione nonostante fosse stato annunciato per febbraio. Escono tante pellicole ma per questo piccolo gioiello non c'è stato ancora un pur striminzito spazio. Forse uscirà nella prossima stagione? Stanco di aspettare me lo sono gustato in originale e visto il cast ci ho sicuramente guadagnato.
Consiglio a Daniela di recuperarlo quanto prima. Ti potrebbe piacere ed anche molto.
DiscussioneDaniela • 30/07/15 11:56 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Accetto il consiglio ben volentieri, apprezzo Tommy Lee Jones non solo come attore ma anche come regista delle Tre Sepolture
DiscussioneDaniela • 11/08/15 13:45 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Per Cotola: apprezzato per l'originalità della storia, la non prevedibilità della trama, il carattere non convenzionale della protagonista ed infine - ma questo lo davo per scontato - le prove attoriali.
Daniela ebbe a dire: Per Cotola: apprezzato per l'originalità della storia, la non prevedibilità della trama, il carattere non convenzionale della protagonista ed infine - ma questo lo davo per scontato - le prove attoriali.
è reperibile una versione italiana o con i sottotitoli ?
DiscussioneDaniela • 11/08/15 16:52 Gran Burattinaio - 5928 interventi