Tre donne - Film (1977)

Tre donne

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/06/08 DAL BENEMERITO AMMIRAGLIO
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Ammiraglio 27/06/08 10:20 - 150 commenti

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Shelley Duvall interpreta Millie, una ragazza superficiale, banale e noiosa che lavora in un instituto geriatrico. Pinky, da poco assunta nel centro, mostra da subito una morbosa attrazione per Millie fino ad andare a vivere con lei come inquilina. La terza donna a cui allude il titolo è Willie, una specie di artista solitaria. Bellissimo il modo in cui Altman descrive il mutamento sia delle tre donne che della relazione tra le tre.

Galbo 15/12/09 07:21 - 12405 commenti

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Tra i film più controversi del grande regista americano, Tre donne è principalmente un film sulla complessità dei rapporti interpersonali. In questo caso le protagoniste interpretano (bene) personaggi estremamente differenti tra loro che trovano tuttavia dei punti di incontro ed attrazione reciproca che va incotro a modificazioni continue ben illustrate da una regia attenta. Buona anche la caratterizzazione ambientale.

Mickes2 16/12/11 09:38 - 1670 commenti

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Particolare disamina esistenziale dei comportamenti. Tre donne molto diverse fra loro i cui destini si incrociano, i caratteri si mescolano, le personalità mutano in divenire. Pellicola intimista che trova il difetto maggiore nell'ermetismo di fondo; suggerisce più che mostrare e il più delle volte questi suggerimenti risultano flebili ed eterei. Parentesi lisergiche piuttosto superflue che anzichè ispessire il valore dell'opera, la portano su binari dispersivi che non aiutano né lo sviluppo, né l'empatia nei confronti delle seppur brave protagoniste.

Myvincent 29/05/13 20:00 - 3751 commenti

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Tre donne diverse svelano il comportamento della società americana di quell'epoca ma poi, dopo alcune vicissitudini, si scoprono cambiate, o forse neanche. Tre donne che alla fine saranno loro a mandare avanti la baracca della vita. Gli uomini non ci fanno una bella figura, in questo film dove restano indimenticabili le interpretazioni di Shelley Duvall e Sissy Spacek.

Rebis 16/11/15 19:49 - 2342 commenti

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Lavora in archetipo, Robert Altman, senza mai uscire dalle barricate del reale: traduce l'intimismo introspettivo di Persona in un rilievo del paesaggio americano - con una significativa apertura al formato panoramico - raggiungendo una complessità stilistica superiore a Images. Le metamorfosi relazionali tra Pinky, Millie e Willie, boicottano il sistema patriarcale fallocentrico per condurre ad un nuovo status quo: l'autarchia matriarcale. Ma oltre la rarefazione simbolica del narrato e la permeazione dei vari livelli di realtà, si nasconde uno sguardo lucido e spietato. Splendida Sissy Spacek.

Giùan 29/06/18 09:51 - 4576 commenti

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La prima cosa che salta alla mente (e alla tastiera) rivedendo il film è la vertiginosa profondità di senso del cinema di Altman e di tutta una stagione cinematografica tanto "adulta" e ormai così fuori tempo. La maturità di tre donne fa perno sulla richiesta allo spettatore di una (at)tensione così costante da dissociarsi in flusso di coscienza primigenio, invasivo e mai liberatorio. Opera liquida, oleosa, mantecata in cui rapporti e ruoli mutano sismicamente e sistematicamente (con qualche forzatura ferreriana nel finale). Duvall e Spacek incancellabili.
MEMORABILE: L'autocitazione ironica del Dodge city e del personaggio di Edgar, reminiscenze dell'Altman regista di telefilm western.

Cotola 9/09/18 10:50 - 9068 commenti

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Un Altman più che mai "europeo" (si pensa a Bergman ma anche, sebbene possa sembrare "strano", allo stesso regista) e di grande pregio visivo e narrativo, ci regala tre splendide radiografie al femminile all'interno di un film complesso ed intrigante, affascinante e per certi versi criptico, vischioso e quindi avviluppante. Non certo immediato, richiede impegno ma senza mai annoiare: anzi sa coinvolgere grazie all'inusitata intensità del trittico di personaggi muliebri che si stampano dritti nella memoria. Monumentali la Spacek e la Duvall. Bellissimo anche se tra i meno celebrati del regista.

Capannelle 18/01/19 23:54 - 4416 commenti

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Un film col suo passo, scevro dall'esibizionismo e che punta tutto sulle prove della Shelley e della Spacek, entrambe protagoniste di una magistrale prima parte dove prendono la scena con molta naturalezza e gettano le basi per quel cambiamento di atmosfera che caratterizzerà la seconda. Non tutto sembra svilupparsi a dovere, le simbologie assumono contorni bizzarri ma le due attrici rendono possibile quell'alchimia di ambiguità, candore e poesia che Altman intendeva raggiungere.

Paulaster 21/01/21 10:31 - 4439 commenti

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Giovane ragazza si appoggia a una collega fino a diventarne coinquilina. Altman dissemina di un alone di mistero la prima parte ma senza approfondirla (i disegni, le gemelle, la ex inquilina). Dopo il tentato suicidio della Spacek si invertono i ruoli come fosse un gioco diabolico, e la chiusura è in bilico tra il soggiogamento del più debole e la rivincita sociale. Non tutti i passaggi son chiari (i genitori sconosciuti) e a tratti si percepisce maggiormente il cinismo collettivo che la scarsa personalità del trio protagonista.
MEMORABILE: Il vestito per la cena; La Spacek al poligono, prima e dopo; Il feto.

Fedeerra 3/04/21 04:50 - 770 commenti

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Stupefacente osmosi tra reale e irreale, crisi d’identità e psicosi sociali. La caratterizzazione dei personaggi sembra essere partorita da una veglia sonnambula infinita, screziata da picchi geniali quanto paradossali. Le Donne di Altman si sa, fluttuano nel suo cinema come cineree visioni incandescenti, sentinelle di un microcosmo allucinatorio, specchio di un universo circoscritto ma che riflette una realtà più vasta. Shelley Duvall e Sissy Spacek sono semplicemente meravigliose.

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Deepred89 24/11/23 13:57 - 3716 commenti

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Sin dalla prima sequenza in un centro benessere per anziani, Altman mostra una grande originalità nel trattare la vicenda, tutt'altro che innovativa nelle premesse, del rapporto tra due giovani outsider, una che parla troppo e una che parla troppo poco, entrambe in modo inadeguato, ancora una volta con ambientazioni "southern" e con Persona come modello lontano ma nemmeno troppo. Convince meno la svolta centrale (che peraltro subentra con la sempreverde faciloneria della botta in testa), solo in parte salvata dalle sterzate conclusive verso l'ermetismo. Ottime le due protagoniste.
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