Un amico straordinario - Film (2019)

Una storia vera di paura, rabbia e risentimento di un giornalista incaricato di intervistare un noto personaggio della televisione per bambini. Trama intimista assai dolciastra penalizzata da una regia televisiva. Una dramma con interpretazioni dimenticabili (seppure Hanks abbia ricevuto per questo ruolo la nomination all'Oscar) che probabilmente non interessa piu di tanto il pubblico europeo. Buona la trama ma scarso l'insieme.

Biopic su un famoso personaggio della tv americana che in Italia non conosciamo ed è questo un elemento che lo penalizza. Basato sul rapporto che si instaura tra lui e il giornalista che lo deve intervistare e che mano a mano si lascerà conquistare dal suo innato altruismo. Portato avanti con grazia, non offre un ritmo sfrenato, cerca l'introspezione ma potrebbe osare di più; presenta comunque un sempre valido Tom Hanks e Rhys come coprotagonista.

Di straordinario c'è la performance di Hanks, davvero simile all'originale Fred Rogers (basta trovare qualche video, da noi il personaggio è pressoché sconosciuto) e soprattutto da subito empatico con lo spettatore. La narrazione invece è un po' lenta, la storia non così originale ma in fondo raccontata con i giusti passaggi. Il vero protagonista è in parte ma forse un po' troppo sgradevole per risultare simpatico. Regia discreta.

Racconto di un’amicizia e un omaggio ad un personaggio storico della televisione americana. Il film è centrato su un incontro che cambia la vita di un reporter ed è raccontato in modo piano, quasi come un’opera televisiva, ma cercando di spiegare il fascino tranquillo del protagonista che il personaggio del giornalista subisce. Gli elementi personali vengono da un uso particolare della scenografia che fa uso di modellini che ricostruiscono gli ambienti nelle sequenze di raccordo e che richiamano quelli del programma televisivo. Eccellente Hanks

Un giornalista deve scrivere un articolo su un conduttore per bambini. Il tema (la rabbia repressa e come vincerla) è poco interessante nella vicenda familiare del cinico protagonista. Il padre che abbandona i figli si è visto troppo spesso, ma almeno serve per fare una lodevole passerella a Tom Hanks, in un buon ruolo tra l'educatore e il predicatore. Discreti gli ambienti ovattati degli studi televisivi.

Un film da vedere perché parla di un celebre conduttore televisivo americano di un programma per bambini, come tale sconosciuto al pubblico italiano. Lontano dal nostro modo di comportarsi, è un pastore protestante, conquista il pubblico con la sua attenzione nei confronti del prossimo, un uomo buono che ha saputo cambiare in meglio le persone. Buona la recitazione di Tom Hanks, identico a Fred, e di Matthew Rhys. Notevole lavoro di ricostruzione del set televisivo, dei modellini e delle marionette.

Il plot in sé non dice nulla di nuovo (premesse, sviluppi ed esiti rispettano la formula tipica di ogni hero's journey del cinema), ma il personaggio di Mr. Rogers (riuscitissima la prova di Tom Hanks), dalla spropositata affabilità e quasi disumana gentilezza, una sorta di versione sobria e professionale di Jim Stewart in Harvey, conquista il cuore del pubblico. Dietro la semplicità di canzoncine e pupazzi destinati a un pubblico infantile si celano piccole grandi lezioni per tutte le età. Confezione pregevole e curioso il passaggio di formato a 4:3 nelle sequenze televisive. Buono.

Un giornalista riceve l'incarico di intervistare un personaggio diventato famoso grazie ad un programma tv rivolto ai bambini. L'amicizia con l'uomo, saggio e molto bonario, lo aiuterà a superare il cinismo e il rancore che gli stavano rovinando la vita... Hanks ha ricevuto molte lodi per l'aderenza al vero Fred Rogers, difficilmente apprezzabile da parte dello spettatore italiano che tenderà piuttosto a identificare l'attore con il ruolo. Scontata l'impossibilità di cogliere tutti i riferimenti, il film nel complesso è l'equivalente di una tisana calda: non esalta ma conforta.

L'incontro di un giornalista con qualche problema familiare e lavorativo con un famoso conduttore TV per bambini (dei quali sembra aver preso la "forma mentis" e la serenità) resetterà in qualche modo pregressi, incomprensioni e rancori. La struttura favolosa anche nella forma (i siparietti giocattolosi) si intreccia in maniera piuttosto costruita con la durezza dell'ordinaria realtà quotidiana, con risultato miracolistico poco approfondito sul cambio di intenti del protagonista, in bilico tra "magia e psicanalisi". Ben reso il tempo sospeso dell'infanzia e ottima prova di Hanks.