Vincent must die - Film (2023)

Perché tutti, prima i colleghi di lavoro poi gli estranei, ce l'hanno con Vincent e vogliono fargli del male? Scoprirlo non sarà facile e avrà dell'incredibile. Piccolo film che parte in un modo per poi prendere strade diverse, tra thriller, commedia nera e fantascienza e tanto altro, in maniera tutto sommato riuscita. Il tutto impreziosito da un piacevole sapore anni Ottanta. Buona la confezione, con una colonna sonora gustosa. Anche il cast fa la sua parte, specie il protagonista che ha la faccia giusta per il ruolo.

Un grafico pubblicitario tutt'altro che espansivo viene aggredito prima sul luogo di lavoro e in seguito per la strada e dai vicini di casa. Finché si rimane nel dubbio (si tratta di psicosi, vendetta o raptus?) il racconto funziona proprio per lo stato d'ansia che riesce a suscitare, ma una volta che si comprende la diversa natura dei fatti, il regista è costretto a seguire una via ripetitiva inserendo personaggi non sempre rilevanti e inseguire un messaggio metaforico un po' forzato. Molto azzeccata la figura di Vincent, che trova nello sguardo di Leklou la giusta corrispondenza.

Un giorno, un mite impiegato viene aggredito a colpi di portatile da uno stagista, il giorno dopo è un collega ad attaccarlo: è l'inizio di una persecuzione inspiegabile che lo costringerà a isolarsi da tutti perché basta la sua sola vista a scatenare l'aggressità altrui... Tra i tanti film partoriti dalle paranoie indotte dalla pandemia, questo a basso costo si ritaglia uno spazio grazie a uno spunto semplice ma efficace: in un mondo in cui il contatto può essere pericoloso, ognuno può diventare una potenziale vittima circondata da kilers. Comvincenti le prove degli attori.