Buiomega71 • 23/08/13 10:28
Consigliere - 26058 interventi WESTERNALIA: L'ESTATE SELVAGGIA DELLO SPAGHETTI WESTERN
La poetica nichilista, macabra e sadica fulciana getta il suo sguardo nell'west crepuscolare fuori tempo massimo (dopo
Tempo di Massacro e prima di
Sella D'Argento)
La mano e le spezie fulciane si sentono come l'ebrezza portata dal vento, dall'atmosfera autunnale e allucinata, dai suoi inconfondibili pp sul volto sofferente e angosciato della meravigliosa Lynne Frederick, dalla disperazione e dalla violenza (nelle sequenze iniziali, nella città dei "giustizieri", che incappucciati e con fucili menano una strage dove i colpi in arrivo squarciano e aprono le carni, e i cadaveri cadono di peso nelle fontane, come quelle che avvolgevano i ragazzini profanati di
Non si sevizia un paperino, corpi impiccati, come i preti di Dunwich in
Paura nella città dei morti viventi)
Poi diventa uno sgangherato viaggio on the road, dove la regia fulciana (impreziosita dall'ottima fotografia del "fido" Sergio Salvati) regala momenti ora poetici, ora commoventi, e nell'accampamento dei predicatori sembra quasi un film di Arthur Penn
Il Fulci che adoro e che amo arriva dalla luce sparata dalle finestre, da quel sentore di morte marciume e sporcizia (nei dialoghi, nelle ambientazioni, nell'atmosfera plumbea e putrida), che però non insiste compiaciuto (come farà nel "gangster movie" di
Luca Il Contrabbandiere e nei suoi horror viscerali), negli scempi della carne. Il fulcianismo sadiano di ricoprire i suoi attori con blatte o vermi (le formiche che gironzolano sul collo di Testi, legato come una salamella da Chaco)
Lo scuoiamento dello sceriffo da parte di Chaco/Tomas Milian (qui da Oscar immediato, maschera di crudeltà e efferatezza tra le più sconvolgenti nel panorama del cinema tout-court, impreziosito dalla sua stessa voce)e feroce, ma non insistito, coperto dalle urla disumane dell'uomo, così come quando le conficca la stella da sceriffo nella carne.
Come la rasoiata che Testi infligge sulla guancia di Chaco, e veloce, repentina, non "sfrigola" la carne come Fulci ci abituerà nei suoi straordinari deliri horror
Ma forse, la sequenza più disturbante e visceralmente fulciana, e quella dell'inconsapevole pasto cannibalico, tra le più atroci e agghiaccianti del cinema fulciano.
Il corpo esanime di Michael J. Pollard con la coscia squarciata da un taglio, il nero mistico "medium" che canta glorie al signore, Testi che si rende conto (da uno straordinario pp fulciano doc) di aver mangiato carne umana, e un pezzo di cinema che solo il poeta del macabro poteva realizzare, e arriva come un pugno allo stomaco. Così come il nero che spia di nascosto Testi e la Frederick, sogghignando, ormai completamente assorbito dalla sua follia.
Il nero (che pare proprio uno zombi fulciano), si aggira nudo , sotto la pioggia, in un cimitero melmoso di una città fantasma, anche qui c'è la massima poetica macabra fulciana, inconfondibile, inimitabile.
Chaco che umilia Pollard a farle fare il cane, sputandole l'whisky in bocca, mi ha fatto venire alla mente le umiliazioni (fac simili) che subiva Ned Beatty, da parte di Bill McKinney, in
Un tranquillo week-end di paura, lo stupro silente e raggelante ai danni della Frederick, Chaco che delira e impazza nel finale, prima che Testi lo ammazzi come un cane, il massacro dei predicatori da parte di Chaco, con bibbie insanguinate e bambine morte accanto alle loro bambole, il peyote lisergico jodorowskiano
Così come i quattro protagonisti, nudi, che si riscaldano in una lercia stanzetta, mi ha portato alla mente il sudario e la stessa atmosfera di
Zombi 2
Se fino a qui si respirava gran cinema e uno degli western più personali dell'intero panorama cinematografico, purtroppo il film crolla miseramente quando Testi, insieme a un prete e alla Frederick, si rifugiano in un paesino innevato di montagna abitato da soli uomini.
Come ben dice
Il Mereghetti, i fan di Fulci rimangono sbigottiti, dal sadismo e dall'odissea allucinata, si passa ad atmosfere buoniste e proto-familiari alla
Zanna Bianca, con il parto, gli uomini in apprensione per il nascituro, il nome da darle (Lucky), una patina di buonismo inutile e gratuito (che dura pure parecchio) che poco ci azzecca con il contesto del film e risulta oltre che noioso, pure fastidioso, che nuoce alla riuscita complessiva e spezza l'atmosfera "mortifera" fin lì intaccata.
Si riprende nel finale con la cruda resa dei conti tra Milian e Testi, ma l'inutile parte alla libro
Cuore (di cui si stenta a riconoscere la mano del maestro) ha intaccato, ormai il film, che se stava viaggiando sulle ***! , e sceso drasticamente a **!
Stranianti le canzoni (quasi invasive) del trio Bixio-Frizzi-Tempera, che all'inizio stridono non poco, ma poi diventano qualcosa di surreale e parte integrante dell'odissea dei 4 sventurati.
Il finale con Testi che cavalca verso quell'orizzonte grigio, mi ha ricordato non poco quello dell'
Aldilà (così come i cadaveri dei predicatori disseminati nel deserto )
Peccato per l'intermezzo da film per famiglie, in quello che sino a prima era una straordinaria e struggente ballata fulciana sulla morte, sull'ignoto, sul destino e sulla solitudine di quattro reietti in viaggio verso l'inferno, con una fioca luce di speranza...
Buck ii
Stubby
Jdelarge, Lupus73
Il Gobbo, Deepred89, Cinevision, Zardoz35, Furetto60, Almicione, Vito
Matalo!, Bruce, Ghostship, Rufus68, Rambo90, Il Dandi, Graf, Alex75, Piovrone, Trivex, Diamond
Undying, Rickblaine, Ford, Barbapapà, Cangaceiro, Losciamano, Luchi78, Buiomega71, John trent, Nicola81, 124c, Sir gawain
Homesick, Giùan, Galbo
Caesars, Enzus79, Patrick78, Mdmaster
B. Legnani, Marcel M.J. Davinotti jr.