Un cast femminile di all-star a circondare il mattatore Richard Burton per l'ennesima rivisitazione del classico di Charles Perrault (1697), In Italia fino ad allora monopolizzato da Carlo Ludovico Bragaglia, che diresse un BARBABLU’ nel 1941 e una sua parodia con Totò (LE SEI MOGLI DI BARBABLU’) nove anni dopo. Questo BARBABLU’ è diretto da Luciano Sacripanti, ma è una grossa produzione internazionale, in cui la parte del leone la fanno le scenografie di Enzo Bulgarelli supportate da colori contrastati particolarmente vivaci. Della favola di Perrault rimangono i punti cardine, ma la versione di Sacripanti (o Edward Dmytryk...Leggi tutto che dir si voglia) punta a una maggior focalizzazione della figura di Barbablù (un Richard Burton un po' scontato, pur se bravo e affascinante). La moglie destinata a salvarsi, una ballerina americana (Joey Heatherton) attratta dalla galanteria tutta europea del protagonista, diventerà suo malgrado una sorta di psicanalista di Barbablù, che le racconterà, tramite veloci flashback, le caratteristiche delle precedenti mogli che lo indussero ad ucciderle. Ci passeranno sotto gli occhi in sequenza Virna Lisi (non smetteva mai di cantare), Raquel Welch (una ex-monaca ossessionata dal raccontare i suoi amori precedenti), Nathalie Delon (troppo stupida e lussuriosa), Karin Schubert, Marilù Tolo (masochista), Agostina Belli (troppo superficiale)... Per tutte Barbablù sa dare una logica spiegazione del suo omicidio e a volte ci sembra persino di non poterlo biasimare. Il film nel complesso non annoia (nonostante le due ore), ma non ha nulla di particolarmente originale che ce lo faccia apprezzare. E’ anzi inevitabilmente ripetitivo e l'unico divertimento sta nell’immaginare quale fine farà la vittima successiva.
Buona variazione sul tema di Barbablu, con una grande interpretazione di Richard Burton e un contorno di attrici di tutto rispetto (Lisi, Welch, Tolo, Belli). Buona atmosfera
e humor nero. Da notare la partecipazione di Mathieu Carriere e della Danning doppiata da Lilla Brignone (che con questa acconciatura bionda sta bene). Ottimi la musica di Ennio Morricone, la scenografia del castello e i titoli finali, con le foto degli attori e sotto
scritto se si sono salvati o meno.
Terrificante e comico film, vale come baraccone del kitsch a tutto spiano in virtù di un Burton scatenato nel grottesco e nel manieristico suonare l'organo con l'occhio dell'invasato. Il parterre di gnocche e l'atmosfera "tenebrosa" da castello fantasma delle giostre non mancherà di divertire i fans del cinema spazzatura, specie quando questo si scontra con cast e budget da film di qualità. Detto questo e proprio per questo, imperdibile!
Anomalo, non inseribile in nessun genere. Burton gigioneggia adorabile. Fa colpo vederlo duettare con la Schubert (brava) e la Belli (assai meno): la cosa dà oggi al film un valore aggiunto. Ma il film è strano, con cose notevoli (la narrazione in flashback, le scenografie di un kitsch che ripugna ed attrae) e altre un po' stonate (Zimmer parla acutamente di "trappola del film a episodi che si degrada in una serie di numeri d'attrice"). Resta oggetto strano, che qua attrae e là tedia, che qua fa sorridere e là fa sbuffare. Adatto ai curiosi.
Sontuosa goliardata internazionale firmata da Dmytryk e Sacripanti (misteri delle coproduzioni!), è un cocktail di dramma, commedia nera, horror, erotico, con una posticcia spruzzata di "politically correct". Burton non sembra prendere molto sul serio la faccenda e il plotone di belle donne che lo circonda ancor meno di lui, mentre Morricone ricopia con qualche variante le musiche di Indagine. Da cardiopalma la Schubert e la divina Marilù, ma anche le altre sono un gran bel vedere.
MEMORABILE: La faccia da cane bastonato di Burton quando, dopo il racconto di ogni delitto, si affanna a difendere le sue buone ragioni con l'ultima moglie.
Chicca imperdibile per gli amanti dell'"absolutely different". Un grande Burton in mezzo a donne bellissime, spesso nude, si destreggia nel ruolo del perfido uxoricida in maniera pressoché perfetta. Si noti che la regia pare accreditata anche al veterano Dmytryck ma da più fonti si sa che questi non ha assolutamente preso parte "diretta" alle riprese del film, prestando unicamente il proprio prestigioso nome. Da vedere!
Coreografia del delitto ammantata dalla consapevolezza dell'impotenza, forse derivata dalle esperienze in campo militare. Barbablù incarna il baubau, lo spauracchio, il madman, il boogeyman delle donne; e se Burton, con quello sguardo follemente perso, è qui costretto a distribuire, in una curiosa commistione, ilarità più che orrore, a ravvivare l'attenzione ci pensa una (inusuale per l'epoca) dose di erotismo, suggerita dalla presenza d'avvenenti mogli sventurate e da qualche eccellente nudo di circostanza. Film dal cast superlativo con dialoghi intelligenti e una buona dose di macabre idee.
Richard Burton è l'interprete ideale di questo film che molto deve alle musiche di Morricone, accurate nella strumentazione e nella gestione dei temi. Piacevolmente "perverso", si sviluppa in modo molto personale tenendo presente la famosa fiaba. Piacevole a vedersi, con interpreti femminili di tutto rispetto per l'epoca e non solo anche se qualcuna si rivela palesemente non all'altezza, dimostra i suoi anni in una gestione differente dei tempi rispetto a quelli odierni. Belle le scenografie.
Mammone (tiene la mamma mummificata in casa) ed impotente (fugge alla vista della tetta nuda), il barone è un serial killer di mogli che, nella quasi totalità dei casi, meritano di fare una brutta fine... A prenderlo sul serio, è un film tremendo nella sceneggiatura, nei dialoghi ed anche nelle prove attoriali, a parte Burton, impunemente gigioneggiante fra attrici bellissime impegnate in una gara di cagneria. Però è talmente strampalato e kitsch da indurre il sospetto si possa trattare di una raffinata parodia misogina non per tutti i palati. Perplessa, concedo due pallini dubbiosi.
MEMORABILE: Virna Lisi canterina; Gelsomino e Ciclamino, capezzoli in competizione; Rachel Welch suora ninfomane; La vecchia pettina la mummia
Un titolo ridicolo suggella un'opera filmica di grande interesse, specie per gli anni in cui è stata realizzata, ma che non perde lo smalto, neppure visionata oggi. La matrice nazista appena accennata, nel finale, chiude una storia maledetta fatta di soprusi ai danni di donne innamorate. Un'intera collezione di cadaveri di ex consorti debitamente celata tra i meandri del castello e una chiave che non deve essere usata... Tanto va la gatta al lardo... che ci regala una visione piacevolmente sorprendente. Cast pregevole e impegnato.
Sessualmente inibito, soffocato dalla immagine materna, Barbablù non riesce in alcun modo ad avere una seppur minima relazione col sesso opposto, per quanto si tratti di donne stupende. E così semplicemente decide di disfarsene, senza tanti scrupoli. Richard Burton si muove a suo agio fra arredi gotici e architetture sinistre (molto suggestivi), mentre un pool di attrici si dispiega per farlo risplendere; fra di loro anche le nostrane Virna Lisi ed Agostina Belli. Su tutto regnano un umorismo macabro e un'ironia sinistra indovinate. Promosso.
Una maldestrissima rivisitazione della favola di Perrault, in salsa nazi-erotico-psicanalitica, da far venire il dubbio, data la mole di nonsense kitsch, che si tratti di un'operazione voluta e se così allora il film è un capolavoro. Una rassegna di bellissime mogli finite come si sa per mano di un truce e ingessato (Burton) per cercare di vivacizzare con qualche tocco piccante una sceneggiatura macchinosa e didascalica, immersa in una scenografia da teatrino di provincia che si riflette nel senso di svogliatezza che traspare ad ogni fotogramma. Musica riciclata e senza fantasia.
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B. Legnani ebbe a dire: Domenica 9 SETTEMBRE ore 03:45 su IRIS Dice Matalo!: Dmytrik ha messo solo la firma;
Fonte della notizia?
Ci sono due spiegazioni alternative, entrambe plausibili:
* semplice scambio di nomi tra Dmytrik e Sacripanti
* la mano registica di Dmytrik è impercettibile, per cui quel "ha messo solo la firma" va inteso come "il fatto che l'abbia diretto Dmytrik emerge solo dalla sua firma sui titoli di testa".
Comunque sarebbe meglio domandarlo direttamente a Matalo.
In effetti la mano del regista di Anime sporche si sente eccome! Gran cast, straordinare scenografie, una notevole cura dell'immagine...Credo che il nome di Sacripanti (perfetto carneade) sia stato messo per ragioni coproduttive.
Buiomega71 ebbe a dire: In effetti la mano del regista di Anime sporche si sente eccome! Gran cast, straordinare scenografie, una notevole cura dell'immagine...Credo che il nome di Sacripanti (perfetto carneade) sia stato messo per ragioni coproduttive.
Carneade e basta non direi, ma in effetti a me risulta che Sacripanti abbia curato l'edizione italiana del film diretto da Dmytryk.
Ora non ho tempo, ma ho un'intervista alla Belli in cui dovrebbe parlarne. Attendiamo da Matalo la sua fonte.
Quidtum ebbe a dire: Digital ebbe a dire: L'eccellente dvdmux italiano dura 02:03:54. Esiste in qualità full tale mux sul DVD della Anchor Bay o è un rip? Mi sono accorto solo ora della tua chiamata, sorry! Comunque, per risponderti, ti dico che il mux che ho è un rip, non ha dunque la qualità di un dvd untouched.
Ciao.
Digital ebbe a dire: ...il mux che ho è un rip, non ha dunque la qualità di un dvd untouched
Se estraessi l'audio con virtualdub e me lo inviassi in formato wav via PM altrove, sarebbe 'na gran cosa cosa!