Note: E non "A poco a poco". Sceneggiato RAI in tre puntate da un'ora andate in onda dal 30/11 al 7/12 1980. Tratto da una sceneggiatura originale di Francis Durbridge.
Sceneggiato in tre parti da un'ora ciascuna, è un giallo che si apre insolitamente senza alcun delitto. Le vittime - un coreografo gay (Renato Scarpa) e successivamente la sua costumista (Teresa Ann-Savoy, che nel 1974 fu la sedicenne protagonista di LE FARO' DA PADRE) - vengono semplicemente picchiate a sangue: il primo viene abbandonato tra l'erba, la seconda reagisce e pianta un tagliacarte nella pancia dell'aggressore. Ad indagare sulla truce vicenda un commissario piuttosto scorbutico (Flavio Bucci), aiutato da un fido agente che è il suo braccio destro (Diego Abatantuono). Ambientato in una Milano nebbiosa...Leggi tutto che purtroppo la fotografia televisiva non aiuta a valorizzare (e dire che ci sarebbero bei paesaggi sul Naviglio più periferico), lo sceneggiato mostra fin da subito quanto i ritmi siano lenti e attualmente improponibili: stracolmo di sequenze assolutamente superflue o diluite in modo quasi ridicolo (specialmente quando in scena è Ann-Savoy, un'autentica lagna con accento americano), fatica a trovare una via da seguire, perso tra troppe piste che sembrano non condurre a nulla e non troppo vivacizzato da un Flavio Bucci spesso esageratamente teatrale, talvolta ai limiti della macchietta. Un po' come il resto del cast a dire il vero, ad esclusione dei professionali Renato Scarpa e Franco Fabrizi (un ex pittore padre della Ann Savoy) e di un Abatantuono che soprende sentir parlare in italiano nonostante il look abituale da terrunciello: siamo infatti alla vigilia dell'esplosione del personaggio che gli darà il successo e che già si era affacciato al cinema con film come SAXOFONE, e l'italiano al tempo non faceva proprio parte del suo personaggio. Se ne apprezzano la misura, la statura da attore di qualità che non ha bisogno di salire sopra le righe per farsi notare (e in un contesto simile non è poco). Purtroppo è relegato ai margini (la scena migliore ce l'ha proprio in apertura, quando esibisce il proprio talento comico protestando contro le troppe tasse in busta paga) e subordinato al suo capo senza poter azzardare alcuna iniziativa. La regia di Sironi manca totalmente di dinamicità (la seconda puntata è un concentrato d'inutilità), la sceneggiatura offre poco a livello di dialoghi e la storia (piuttosto complessa) meritava di esser sviluppata molto meglio. Certi incontri tra Bucci e Ann Savoy sono di una staticità deprimente.
Milano, 1980: il commissario Braschi (Bucci) e il suo agente De Rosa (Abatantuono) si trovano ad affrontare un caso contorto. Sironi gira (con i canonici tempi dello sceneggiato d'antan) una vicenda che scava nel torbido e carpisce le personalità. Più che la vicenda in sé, sorprende il parterre de roi di attori di gran livello in cui spicca - per celebrità - un giovane Abatantuono, ma certamente allora sovrastato dall'eccellenza di Scarpa e dallo sguardo vitreo dell'istrione Bucci.
Veramente poca roba questo sceneggiato tratto da un'opera di Durtbridge (di gran lunga il peggior adattamento italiano per la tv di quelli che ho visto) con le prime 2 puntate praticamente inutili. Ritmi lenti (poi si migliorà un po'), molto poco interessante. Regia di Sironi mediocrissima che spesso sbaglia tempi e modi (vedi interrogatorio alla Savoy nella prima puntata o gli spari finti del finale). Non bastan qualche valido protagonista e buoni scorci milanesi; la Savoy poi era meglio doppiarla... Ridatemi Giocando a golf e Harry Brent!
Cosa c'entra Francis Durbridge con una Milano che sembra uscita dalla penna di Scerbanenco? Assolutamente nulla; e infatti l'ultimo sceneggiato tratto da un lavoro dello scrittore inglese (qui non un romanzo ma un testo teatrale) è anche l'unico a deludere. A parte quella lagna della Savoy gli attori sono bravi, ma la regia di Sironi è narcolettica (nella seconda puntata non accade praticamente nulla). Finale non disprezzabile, ma è troppo tardi. Musiche di Paolo Conte.
Deludente sceneggiato Rai tratto dal romanzo di Durbridge e sicuramente il peggiore adattamento mai fatto. A parte che l'ambientazione in una Milano grigia non si associa davvero minimamente alla narrazione originaria di Durbridge, è proprio la "sistemazione" dello sceneggiato che non va proprio: i ritmi sono lenti, la seconda puntata è orrenda, la prima così così, la terza un po' meglio e il finale non è male. Regia di Sironi ben poco incisiva. Se si esclude la lagnosa Savoy, gli interpreti sono eccellenti (Bucci in primis). Mediocre.
Alberto Sironi HA DIRETTO ANCHE...
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Io sono stato più di manica larga (Milano, la nebbia, la teatralità di Bucci, il 1980... cose che notoriamente m'inteneriscono a prescindere), ma condivido col Marcel il fatto delle (inutili) lungaggini e la poca cura nella fotografia; peccato perché risolti questi due impicci (e non era così difficile) poteva essere davvero qualcosa di carino.
Quando "qualcuno" sarà un turista per sempre, sarò ben disposto a recuperare questi sceneggiati... Esiste già il buon Dusso che rappresenta la mia generazione!
ahah allora stai fresco... ho capito l'antifona! Sarà meglio che mi fiondo sul buon Dussus che, anche se nega ignobilmente ahahah, è un grande appassionato di sceneggiati malgrado la giovane età ;)
DiscussioneZender • 6/12/12 12:44 Capo scrivano - 48675 interventi
Questo lo vedrò anch'io a breve. Poi ti dico.
DiscussioneDusso • 6/12/12 18:20 Archivista in seconda - 1915 interventi
Didda23 ebbe a dire: Quando "qualcuno" sarà un turista per sempre, sarò ben disposto a recuperare questi sceneggiati... Esiste già il buon Dusso che rappresenta la mia generazione!
beh dai diciamo che su 10 film tendo a vederne in media 6/7 italiani anni 60-70 e 3/4 americani dagli anni 80 ad oggi
DiscussioneDusso • 6/12/12 18:21 Archivista in seconda - 1915 interventi
Markus ebbe a dire: ahah allora stai fresco... ho capito l'antifona! Sarà meglio che mi fiondo sul buon Dussus che, anche se nega ignobilmente ahahah, è un grande appassionato di sceneggiati malgrado la giovane età ;)
Questo per ora su Amazon ha un costo proibitivo, volendo ho altri sceneggiati da vedere che mi ispirano di piu'...
Dusso ebbe a dire: Didda23 ebbe a dire: Quando "qualcuno" sarà un turista per sempre, sarò ben disposto a recuperare questi sceneggiati... Esiste già il buon Dusso che rappresenta la mia generazione!
beh dai diciamo che su 10 film tendo a vederne in media 6/7 italiani anni 60-70 e 3/4 americani dagli anni 80 ad oggi
Fai molto bene caro dussus!
CuriositàZender • 8/07/14 17:42 Capo scrivano - 48675 interventi
Gli sceneggiati televisivi italiani tratti da Francis Durbridge sono come riporta Wikipedia: