Note: Aka "A conspiracy of faith". Terzo film della saga poliziesca tratta dai romanzi dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen, dopo ""Carl Morck - 87 minuti per non morire" (2013) " (2013) e "The absent one" (2014).
Terzo capitolo delle avventure del detective Carl Mørck tratte dai romanzi di Jussi Adler-Olsen. Questa volta ci si addentra nel tema dei sequestri di bambini legati a sette religiose. Grazie al messaggio nella bottiglia del titolo, infatti, Carl (Kaas) e l'inseparabile Assad (Fares) riescono a risalire a uno strano caso di scomparsa mai denunciata dai genitori. Colui che sembrerebbe essere l'autore del messaggio, infatti, partì anni prima per l'Australia con la famiglia lasciando la scuola senza che nulla più si sapesse di lui o di suo fratello. Curiosamente il caso di un uomo che, in un paesino rurale, ha visto qualcuno far sospettosamente salire su un auto due bambini,...Leggi tutto si sovrappone al precedente. Anche qui i genitori, che appartengono a un gruppo chiamato “I discepoli del Signore”, sembrano voler coprire la scomparsa dei figli e si capisce perché: c'è sotto una bieca richiesta di riscatto e tutto sembra legarsi straordinariamente a quanto scoperto grazie al messaggio in bottiglia. Ancora una volta passato e presente si uniscono per comporre un complesso mosaico che pazientemente Carl e Assad dovranno ricostruire. Si aprono ipotesi ben precise, si segue qualcuno che ha pure da sùbito un nome ma che pare assai difficile stanare. Più azione rispetto alla media dei capitoli precedenti (d'altronde un tema così la favorisce da sempre), un incipit in cui Carl, in crisi depressiva, va recuperato alla socialità, pochi spunti ironici legati soprattutto alla differenza di visione tra Carl e Assad nei confronti della religione: profondamente ateo il primo, credente (ma senza esagerare) il secondo. Il consueto ottimo lavoro sulla fotografia, la ricerca di una location in mare particolarmente intrigante (per quanto assai poco credibile per la funzione che ha nel film) e una recitazione complessivamente buona aiutata da una sceneggiatura molto calibrata sono le principali qualità della “serie”, che (così come i difetti) sono sostanzialmente sempre gli stessi, con i dialoghi e le situazioni che al solito faticano a uscire dai vincoli imposti dal genere. La componente “gialla” – considerato l'argomento – è meno presente del consueto, per quanto l'incastro tra presente e passato con relativo “cold case” comunque indirizzi la storia in quella direzione. Finale teso, in un certo senso reso indimenticabile (nei limiti) dalla location, dalla quale forse (considerando anche le locandine) si è partiti per colpire l'immaginazione dello spettatore.
Seguendo una traccia assai labile, il tormentato Morck e il pacato Assad si imbattono in un psicopatico assassino specializzato nel rapimento di bambini... Continua la saga dedicata alla Sezione Q. della polizia danese, quella che si occupa di casi archiviati o considerati irrisolvibili, con un capitolo all'altezza del primo, grazie ad una trama avvincente, la rodata complementarietà fra la coppia protagonista, un cattivo dall'aspetto ineffabile e dalla mente luciferina, l'ambientazione fra i suggestivi nonché piattissimi paesaggi del nord della Danimarca.
MEMORABILE: La capanna sul mare, circondata dalle pale eoliche
Buon thriller, questo film tratto da un romanzo del danese Olsen. Come i due precedenti la trama è avvincente e narrata con il piglio pacato ma impietoso dei film nordici, dove la spietatezza non viene smorzata ma passa senza filtri allo spettatore. Davvero buone anche le scene action (la lunga sequenza del treno) e perfino il rigido protagonista appare piu sciolto e meno monocorde.
Il terzo caso dedicato alla sezione Q della polizia danese riguarda un serial killer di bambini. Come il primo, un thriller dalle plumbee atmosfere, molto curato tecnicamente e dalla fotografia memorabile. Emerge un netto contrappunto tra la drammaticità della vicenda e le psicologie (nonché l’etica) dei due poliziotti protagonisti, personalità solo in apparenza male assortite. L’uso sapiente dei flashback sull’assassino alimenta la tensione fino ad un prefinale apparentemente banale ma estremamente realistico. Un ottimo film.
Nel Nord della Danimarca, un serial killer apparentemente insospettabile e ammantato di religiosità rapisce due fratellini; si scatena così una caccia all'uomo da parte della polizia locale e di due detective caratterialmente opposti. Un thriller di buona fattura che fa leva su un'efficace sceneggiatura, una bellissima fotografia e su un cast in grado di rendere al meglio le oscure motivazioni e le psicosi alla base delle vicende. Buono nelle parti più descrittive e "letterarie", qualche perplessità invece nelle scene action, piuttosto arruffate.
MEMORABILE: L'inseguimento al treno; La baita in mezzo alle acque; Le scene nell'ospedale.
Rispetto agli episodi precedenti c'è un tentativo ambizioso di rendere ancora più articolata la trama e di giocare sul filo della tensione tambureggiante, complice un cattivo apparentemente inafferrabile. Non tutto riesce nella sceneggiatura, le forzature e le sovrapposizioni non mancano e vanificano in parte il sempre buon lavoro su ambientazioni e sonoro.
“Less is more” e le produzioni nordiche (quelle valide, ovviamente, come questa) insegnano che senza strafare si possono realizzare buoni film. Gli interpreti non sono mai eccessivi, ma sanno comunicare, gli accadimenti sono più credibili senza colpi di scena raffazzonati, gli epiloghi, nella loro semplicità, risultano veritieri. Le atmosfere cupe e la feroce psicopatia fanno il resto, mantenendo sempre alta l’attenzione e l’adrenalina. Cast e sceneggiatura all’altezza per un prodotto che merita la visione.
Terzo episodio della saga di Carl Mørck, leggermente meno riuscito dei precedenti: si opta qui per una linearità narrativa che sacrifica flashback rivelatori e colpi di scena a puzzle per un poliziesco più cupo e serrato, fra serial killer di bambini e madri fanatiche dalle parti di Carrie. Il pathos è costante e le atmosfere reggono sempre, ma il subtext religioso, che porta a un sin troppo ovvio svincolo redentivo nel finale alla lacrima, pare sistemato a forza e sminuisce quel clima fosco che, decaduto l'intrigo mystery, restava la principale colonna portante dell'opera. Discreto.
MEMORABILE: Le forbici sadicamente aperte e chiuse dentro il corpo della vittima; Gli attacchi in ospedale; L'accecamento della figlia; Resa dei conti in mare.
Hans Petter Moland HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneDaniela • 5/11/16 00:23 Gran Burattinaio - 5942 interventi
x Zender
il film è il terzo di una serie dedicata allo stesso personaggio, credo che andrebbe indicato col quadratino
DiscussioneZender • 5/11/16 08:07 Capo scrivano - 13 interventi
Ma gli altri due sono presenti qui in database? Se sì, con quali titoli?
DiscussioneDaniela • 5/11/16 11:13 Gran Burattinaio - 5942 interventi
Come ho indicato nella nota, i due primi capitoli, entrambi presenti sul davinotti, sono:
The keeper of lost causes, di cui adesso esiste una versione doppiata con un diverso titolo (vedi mio post nella relativa scheda) e The absent one, che invece non credo sia ancora uscito in italiano.
CuriositàDaniela • 27/03/24 19:16 Gran Burattinaio - 5942 interventi
Dalla saga di romanzi gialli dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen dedicati ad una squadra di poliziotti che si occupa di casi irrisolti archiviati nella cosiddetta Sezione Q, sono stati tratti i seguenti film: