Del film di Gaspar Noé s’è parlato soprattutto in riferimento alla celebre scene di stupro ai danni della splendida Monica Bellucci: cinque minuti di camera ferma mentre lui, in un sottopassaggio, sodomizza lei stendendovisi sopra. Qualche frase, molte grida soffocate dalla mano di lui premuta sulla bocca di lei mentre il movimento del bacino è ritmico, ossessivo, sul corpo prono della Bellucci. In pochi si sono degnati di analizzare in profondità il film; anche perché non ne vale molto la pena, in fondo. Tutto il gioco (dal carattere bifronte utilizzato, dai titoli di testa all'ultima scena) si basa sull’inversione temporale degli eventi. Sono quattro, cinque segmenti presi all'interno della...Leggi tutto stessa serata e mostrati dall'ultimo al primo invertendo il normale ordine consequenziale. Niente di nuovo: da PULP FICTION a MEMENTO è un autentico trend che in troppi seguono pensando di aver scoperto l'uovo di Colombo. Noé in più ci mette una prima mezz'ora dove l'operatore dev’essere impazzito a muovere la cinepresa con movimenti circolari che mettono persino a noi un gran mal di testa. L’indagine al “Rectum” (locale gay dove Cassel sta cercando qualcuno) pare davvero un’ispezione rettale tra cunicoli intestinali bui dalle cui tenebre emergono figure impegnate in amplessi omo nemmeno troppo soft. Quindici minuti buoni di equilibrismi e piani sequenza di un certo fascino, conclusi con un omicidio, a mezzo estintore, d’una violenza inaudita. Poi lentamente si ritorna a una camera a mano più controllata e la storia diventa banale, centrata come tante sui dialoghi a sfondo sessuale, sulle feste acide dove si balla fino a star male e sui momenti di intimità tra la Bellucci e Vincent Cassel. Bravo e calzante, è indubbio, ma perso in un mare di banalità.
Un film con potenzialità altissime (come il regista, Noè, che ora si dedica alla videoart e con successo) ma mal sfruttate. Idee banali ma proposte con pretesa di originalità assurda, presenta però scene interessanti. Quella dell'estintore, di una violenza appunto stomachevole e scioccante, e la scena finale (che sarebbe l'inizio) con la camera che ruota, che trovo apprezzabile nell'accoppiata del II movimento della 7a di Beethoven. Perdoniamo anche la copia sbiadita di Clockwork Orange...
Fastidioso assai, Irreversible: scorre blasfemo e violento sotto i nostri occhi in maniera anti-cronologica. Un "rewind" allucinato e senza scampo. Amaro, infelice ed ancorato alla tragedia della violenza sessuale sulla donna. E che donna, quando si tratta della Bellucci: in grado di unire, al fascino, una buona capacità artistica. Fece scalpore a Cannes e a ragione. Per via di dialoghi accesi e forti, situazioni scabrose ed una drammaticità di scena (durante lo stupro) raramente portata sullo schermo. Da vedere una volta, poi stop!
Dirò la verità: non mi ha detto molto questa pellicola di Noè che si nutre dello stupro ma senza un'idea poi d'insieme, come un buon incipit mal finito. Il dubbio che nasce è se sia stato, lo stupro, più finalizzato all'effetto spot piuttosto che ad un senso artistico. I minuti scorrono, poi, marci, ma non graffiano a dovere, non lasciano il senso di vuoto che mi aspettavo e si arriva alla fine come si fosse visto l'ennesimo, stupido, filmato rape dal web! Passare oltre!
Noé, giusto per dirla biblicamente, vende la sua primogenitura per un piatto di lenticchie; laddove il cult Seul contre tous colpiva durissimo ma senza sensazionalismi gratuiti, qui il regista sembra voler proseguire il discorso nichilista ma cade nella tentazione dell'autorialità fine a se stessa; e così, a parte due scene clou (lo stupro e il club omo) il resto è fuffa, tra inquadrature pseudo-artistiche, scene di vita familiare della coppia Cassel-Bellucci e dialoghi fiume del tutto vacui, nella peggior tradizione di certo cinema "alto".
Per vendere o per comunicare? Il quesito è legittimo se, vedendo il film si continua a tamburellare con le dita sulla poltrona e si punta il piede come se a momenti si volesse lasciare la sala. Ma Noè è un furbo: butta un paio di sequenze choc per venderci il prodotto. Poi c'è la Bellucci che durante la sodomizzazione sembra intenta a comprare due etti di mortadella e l'alchimia è servita. Come nel gioco delle tre carte: tentativo di truffa non riuscito. Troppo poco per fare un buon film.
MEMORABILE: I colpi di estintore sul cattivone sono molto realistici. Forse lo stesso trattamento alla Bellucci ne avrebbe migliorato l'espressività.
Vergognoso, puro, vuoto e gratuito sensazionalismo. Ciò che più disturba, infatti, in film del genere non è tanto la violenza del tutto fine a se stessa quanto la pretesa di qualcuno di affibbiare patine autoriali a operazioni del genere il cui unico scopo è far soldi. Il regista crede di essere un genio ed ammanta di procedimenti tecnici e narrativi vecchi come il cucco (macchina a mano, storia raccontata a ritroso) il suo nulla. La voce della Bellucci è impossibile da commentare, la sua (non)recitazione pure. Una porcata senza se e senza ma.
Detesto questo film con tutte le mie forze: falso, cialtronesco, miserabile nel solleticare il voyeurismo più morboso atteggiandosi poi a raffinata operazione intellettuale. Autenticamente pornografico, insomma; e non certo per la scena di violenza sessuale in sè, ma per la gratuita e compiaciuta insistenza con cui la telecamera guarda i dettagli in piano sequenza con ottusa fissità. Se potessi, non sprecherei nemmeno il pallino.
Se racconti la storia "à rebours" catturi l'attenzione del pubblico e i personaggi non avranno scampo; se mostri l'intimità e la violenza senza stacchi, usando una camera a mano, il pubblico si sentirà complice e colpevole; se scegli una vicenda squallida e banale per alludere alla perdita dell'innocenza, farai credere di avere qualcosa di importante da dichiarare. Col vademecum del sobillatore novello Noé prende a ceffoni lo spettatore, mal celando il ghigno cinico e arrogante della vana presunzione. Far parlare la Bellucci, comunque, non era previsto nemmeno dal manuale. Esecrabile.
Tentativo effimero di Noé di farcire una banale storia di violenza con qualche virtusismo registico a malapena riuscito (il primo lungo piano sequenza nel locale gay è da mal di mare...). Già dopo questa prima parte la scrittura rivela la sua essenziale vacuità; l'eco di successo del film è solo nella scena di stupro interpretata senza convincere dalla Bellucci, che riesce a rendere molto meglio nella successiva scena in cui è nuda nel letto...
Si parte monitorando dall'alto, si continua con un'invasiva barcollante vorticosa mdp, tanto che il più Dogmatico Von trier in futuro ci apparirà come un Ozu o un Lanthimos. Ridondanze come flusso narrativo, provocazioni nichiliste, violenza forsennata, inquadrature ad effetto, piccoli particolari al centro della scena. Concettualmente effimero e incompiuto, sbruffone e altezzoso, ma il film funziona dal punto di vista prettamente viscerale/emozionale: il documento di uno spaccato atroce di vita reale si sublima nell'atto bestiale di uno stupro. Tragico.
E dopo la visione urge una doccia. Sporco, sgradevole, con momenti di culto assoluto (l'antro infernale, con dettagli hard nel locale gay da far impallidire Cruising), ultraviolento (la faccia spatasciata a colpi di estintore), sino allo stupro della Bellucci (ma è il suo pestaggio a morte che fa davvero male). Noè è un geniaccio, non ha peli sulla lingua e picchia duro, anche se eccede con i voli pindarici (da mal di testa) della mdp. Il finale, che omaggia 2001, strazia il cuore. Imperfetto, ma di una furia e di una visceralità che lasciano il segno.
MEMORABILE: Il gay che ripete a Cassel "Fistami"; Il pestaggio bestiale della Bellucci; Il test di gravidanza; Cassel e la Bellucci che si sputano in faccia; Il trans.
La storia di per sè non è molto originale (lei viene picchiata e stuprata, lui cerca di vendicarla), ma lo è l'idea di presentare tutti gli eventi del film "alla rinfusa" (come in altri film come Memento o Peppermint Candy) piuttosto che nel loro corretto ordine cronologico. Abbastanza confuso, causa i movimenti continui e insistenti della camera e i dialoghi spesso urlati ma, tutto sommato, non è disprezzabile. Bravo Cassel e per una volta anche la moglie (sebbene lungi dall'essere una brava attrice) se la cava. Non per persone sensibili.
MEMORABILE: La vendetta di Cassel e Dupontel al Rectum; Il lunghissimo stupro ai danni della Bellucci da parte del "Tenia".
"Il tempo distrugge ogni cosa". Il ponderoso e banale nichilismo di base è un'astuta copertura per mascherare un'operazione che più laida non si può. Dietro le pretese registiche da due soldi, ben rappresentate dal montaggio a ritroso (mamma mia, che trovata!), si nasconde un'impostazione spudoratamente sensazionalistica, nella quale lo stupro, la violenza e l'omicidio sono trattati con lasciva superficialità per far abboccare sia il pubblico che la critica. L'equivalente dello spacciare una rivista pornografica per un trattato di filosofia.
Bisognerebbe aggiornare l'elenco dei generi inserendo "scandaletto a tavolino". Classificazione conseguente e immediata per questo film calcolato al centesimo, insopportabile fin dai titoli, inguardabile (letteralmente) per buona parte, con lo spessore, critico e artistico, di una carta da gioco. Momenti di boria. Poi, vabbè, Bellucci ultima dea. Quando sta zitta.
Nolan contagia Noé e questi sforna un film che ingrana bene, almeno fino alla scena nel tunnel rosso. Di lì in poi inizia un nuovo film, un film stucchevole incentrato sulle relazioni sentimentali di Alex (la bella Bellucci); un film che sbigottisce lo spettatore il quale cerca un qualcosa, magari un finale illuminante, che possa ravvivare quelle sequenze. Un barlume, in effetti, si vede: è Noé barcamenante che vuole mandare un messaggio affettato, non richiesto e non accolto da uno spettatore che, prima speranzoso, rimane ora deluso.
MEMORABILE: La faccia sfracellata dai colpi dell'estintore; Un Vincent Cassel indomabile, molto bravo.
Noè alle prove generali per l'ingresso nel nulla. Il giochino è semplice, ma reso pari alla lettura dei fondi di caffè, al rispecchiarsi nell’oroscopo o nelle canzoni, al decriptare una poesia, un koan, un haiku o l’I-ching. Il futuro è già inscritto sì da combaciare col passato, e tra il tempo che distrugge ogni cosa e quel senza tempo cosmico che è la morte prima della vita (oltre la quale nemmeno il cinema è in grado di retrocedere ulteriormente) la palindromia è perfetta. Su tutto la luce rossa semaforica o della pornografia del vivere e del morire. Di mezzo, l'Ecclesiaste dà scandalo.
La poetica di Noé ragionevolmente può far storcere il naso a molti, soprattutto per la presunta gratuità di certe scene dall'impatto inequivocabilmente devastante. Cinema necessario? Velleità autoriali? Artificiosità? Epifania di un genio assoluto? Dipende dalla sensibilità dello spettatore. Noé non ha mezzi termini, mostra ciò che molti non farebbero (l'interminabile stupro e il pestaggio con l'estintore) e ci dona una parte finale emozionante con rigurgiti da nouvelle vague da far impallidire il Godard più noioso (quello degli interminabili in camera da letto). Notevole!
Piccola analisi: se il film fosse stato montato con l'ordine cronologico giusto? Se gli inutili movimenti della mdp non ci fossero stati? Se le scene violente fossero state meno esplicite, o più da intuire, o più velate? Se le cromie non fossero state troppo virate? Se i dialoghi fossero stati più "normali"? Se non ci fosse stata la citazione sul tempo, o la settima di Beethoven? Sarebbe stato un film quasi banale. Rimettendo invece tutte le alchimie sopra descritte? Giudizio più difficile e tanto soggettivo da muoversi tra un pallino e quattro.
Non è un caso che si cominci dalla fine. Non è un caso che si cominci proprio con il macellaio Nahon che preannuncia che il tempo distrugge ogni cosa. La discesa negli inferi (Rectum) non è che la logica conseguenza di una follia primitiva che non conosce sazietà. Tutto si sviluppa sottoterra nelle viscere della carne che si apre e si chiude a intermittenza come le soffocanti luci che illuminano e oscurano senza alcuna logica. Un viaggio senza ritorno che si compie al contrario ma che ti divora ugualmente lentamente facendoti sentire sporco.
Ciò che rende detestabile questo film è la sua pretenziosità e il nulla assoluto che sta dietro la macchina da presa, sceneggiatura compresa. L'unica è dare atto a Noè di saper ricorrere a ogni mezzo per prolungare la durata di questo lavoro disturbante e tossico proprio perché non ha linee di fuga, un perché, ma solo un dove e un come. La Bellucci si sforza, la doppiatrice pure, gli spettatori anche.
Come un manga, si legge al contrario. A testimonianza di come inizio e fine, in realtà, siano parti intercambiabili di una struttura che deve poggiare su un solido contenuto. E che in questo Noé si manifesta nella mancanza di freni. Nulla può arrestare l'impeto dello stupratore nel tunnel e in nessun modo si può arginare la sete di vendetta di uno svalvolato Cassel (davvero eccellente). Prima o dopo che sia, la serpentina di fastidio avvinghia tra le sue spire lo spettatore, che faticherà già nella prima mezz'ora a restar sobrio. Gran film.
MEMORABILE: Tutta la prima parte, girata in maniera tale da causare reali vertigini e cefalee.
Una discesa all'inferno in forma di catabasi. Si viene subito messi con le spalle al muro: nessun futuro contingente è opzionabile, nessun lieto fine prevedibile. Quod scripserunt, scripserunt: tanto, poi, il tempo cancella tutto. Controverso e shockante, nei toni (i primi tre quarti d'ora sono letteralmente frastornanti), nella rappresentazione (nessun filtro grafico né linguistico) e nel soggetto: peccato che per montare il carico si trascuri lo psicologismo e la seconda parte è inconcludentemente verbosa. Grande prova di Cassel.
MEMORABILE: La discesa al Rectum: un incubo infernale.
Evidentemente, per Noé, l’umanità è inesorabilmente destinata alla dimensione infernale, come testimonia l’incredibile incipit. Il tempo distrugge tutto e non è, appunto, irreversibile, nemmeno nella dimensione filmica che, pur andando a ritroso, ha un destino segnato. Sicuramente un film estremo, ben studiato e aperto a molteplici letture. Molto belli i movimenti di macchina che, roteando, sembrano simulare l’infinità del tempo, contrapposta alla finitezza umana.
Noè entra nella mente dello spettatore attraverso ciò che ha il coraggio di mostrare in questo splendido film, coraggioso e pieno di intuizioni da grande cineasta. Avvolti da una fotografia rosso fuoco/sangue, i protagonisti ci vengono presentati in maniera inusuale a ritroso, e sono ben interpretati da Cassel e Dupontel, coadiuvati dalla bellissima Bellucci. Guardare alcune scene è come vivere un'esperienza che va oltre la realtà delle immagini rappresentate; i punti più intimi e oscuri di noi esseri umani sono mostrati senza alcun tipo di pudore. Chapeau.
La scelta del montaggio a ritroso viene persa da Noé perché tutta la sua carica creativa si concentra nella prima parte. Violento oltremisura e spudorato nelle scene al locale notturno, prepara alla famigerata scena del sottopassaggio dove sono le urla animalesche della Bellucci a lasciare attoniti per la brutalità del gesto. Nel prefinale qualche discorso inutile come l'evitabilissima citazione di Kubrick. La chiusura sembra l'unico momento sincero del film. La Bellucci, ahilei, si doppia male.
MEMORABILE: L'estintore in faccia; La Bellucci sulla lettiga; Cassel che sputa in faccia alla Bellucci.
Dalla tenebra alla luce, un film di grande potenza in cui i virtuosismi della camera, il ricorso all'improvvisazione dei dialoghi, la narrazione a ritroso e la post produzione dell'immagine non sono mai fini a loro stessi. Una storia d'amore e una storia sul male che alberga nell'essere umano. La famigerata scena dello stupro, nella quale la camera si ferma e costringe lo spettatore a non distogliere lo sguardo, è una delle raffigurazioni più potenti dell'orrore e della violenza mai viste al cinema. Un film bellissimo, emozionante e splendidamente girato.
Dopo che la fidanzata è stata brutalmente stuprata in un sottopassaggio, un uomo e il suo amico decidono di farsi giustizia da soli. Crudo. Estremo. Disturbante. Per stomaci forti. Film (al rovescio, che va dalla fine all'inizio) che si ricorderà più per la scena madre dello stupro (dura dieci minuti!) e per come è girato che per la storia. Finale/inizio abbastanza paradossale e cinico.
Quando una donna viene brutalmente stuprata e picchiata, il suo compagno e l'ex marito si nettono a caccia per responsabile per vendicarsi a modo loro... Cominciamo dai lati positivi, anzi dal lato positivo dato che ne presenta uno solo; rispetto ad altri film del regista, questo non è noioso come altri ma si fa seguire fino alla fine con un certo interesse per vedere dove andrà a parare. Peccato che questo interesse sia mescolato all'irritazione di fronte a un'opera tanto forzata con una disgustosa esibizione voyeristica della violenza fine a se stessa. Brutto.
La coppia Bellucci/Cassel vince e convince in questo noir contemporaneo che parla di violenza metropolitana, di giustizia fai da te, di perversioni sessuali. Tecnicamente molto interessante, a partire dall’impostazione dei titoli iniziali, il film procede a ritroso nello svolgimento narrativo offrendo piani sequenza coraggiosi e per niente facili a realizzarsi. La scena dello stupro così realistica e interminabile disturba non poco, ma per lo meno non lascia indifferenti e fa riflettere.
MEMORABILE: L’indubbia classe ed il fascino magnetico di Monica Bellucci.
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Beh, si, ma poi il mio cuore batte per il cinema classico, nell'accezione più ampia. Caro Didda, facci sapere l'esito al più presto, io molto curioso :) buona visione!
Rebis ebbe a dire: Nel caso specifico però mi sa che vi dovrete accontentare della sentenza originaria perché nulla si è smosso in me. Insomma, è proprio irreversibile :)
non preoccuparti, non è un dialogo tra imbonitori, nessuno deve vendere niente a nessuno. personalmente quando lo scambio è costruttivo torno a casa con due idee: quella di partenza e la tua.
Rebis ebbe a dire: Il problema è trovare una versione degna, integrale e con almeno i subbi in italico... E come immaginerai, non sto certo qui a scalpitare :)
ma c'è e ci sono anche i subbi che feci proprio io!! :D
Didda23 ebbe a dire: Stasera me lo vedo (tutto questo parlare mi ha fatto venire una gran voglia di recuperalo) e spero che mi colpisca (...) P.s Seul contre tous mi solletica non poco. Urge immediato recupero
didda pur trattandosi di opere che funzionano anche autonomamente, l'ideale sarebbe percorrere il tracciato di Noé nel suo ordine cronologico! Se puoi, se riesci, se ce l'hai per le mani, parti prima da Carne e Seul ;)
Schramm ebbe a dire: Rebis ebbe a dire: Il problema è trovare una versione degna, integrale e con almeno i subbi in italico... E come immaginerai, non sto certo qui a scalpitare :)
ma c'è e ci sono anche i subbi che feci proprio io!! :D
Maddai! non in dvd immagino... purtroppo non scarico più da lustri.
Purtroppo ho letto tardi il tuo avvertimento caro schrammy ;) così a caldo il film incredibilmente mi è piaciuto (non ci avrei scommesso mezza lira) e concordo con il commento di buio quando scrive che Noè un geniaccio. I difetti ci sono e sono evidenti, ma ho trovato l 'operazione tutto sommato non così pretenziosa e artificiosa come mi immaginavo. Generalmente non apprezzo la violenza nuda e cruda perché in molti casi è unicamente fine a se stessa, ma in questo caso è funzionale a ciò che Noè vuole rappresentare. La parte migliore del film è senza dubbio quella finale con le scene di intimità fra Vincent e la Bellucci, che reinterpretano gli stilemi della nouvelle vague ( e sicuramente meno pallose di quelle di Godard ).
Noè non fa sconti ( come dice Buio) e non ha paura di risultare falso calcando eccessivamente la mano quando potrebbe smettere.
La pellicola contiene una scena altamente disturbante, in cui la protagonista viene brutalmente picchiata e violentata analmente.
Il regista ha girato sette diverse versioni della scena ininterrotta, ma poi le ha tagliate e combinate, ci ha aggiunto effetti speciali di sangue e un pene digitalmente alterato.
In blu ray ( e dvd) per Koch Media, cofanetto " Gaspar Noè Collection", disponibile dal 21/04/2022
HomevideoXtron • 8/04/23 12:43 Servizio caffè - 2204 interventi
Buiomega71 ebbe a dire:
In blu ray ( e dvd) per Koch Media, cofanetto " Gaspar Noè Collection", disponibile dal 21/04/2022
Nel cofanetto sono presenti due versioni del film:
- Original Cut del 2002 (1h33m20s) - Straight Cut del 2020 (1h25m55s) audio francese con sott. in italiano. E' la versione rimontata con l'ordine cronologico "corretto".