Fascista - Documentario (1974)

Bellissimo documentario, montato dallo stalinista Kim Arcalli che, da enorme professionista qual era, riesce perfino a migliorare (taglia qua, cuci là) il discorso mussoliniano di Ancona, contribuendo a farne un capolavoro di oratoria (smorfie escluse). Commento di Giorgio Bassani. Il film fu incredibilmente scambiato, all'uscita in sala, da parte di qualcuno, come film di propaganda del Ventennio. Fondamentale per capire l'importanza dell'oratoria nel rapporto con la massa (sia all'epoca, sia ora).

Se l'intenzione era di fare un film antifascista, per quel periodo poteva valere, visto che il ricordo del Ventennio era ancora molto vivo, ma vederlo al giorno d'oggi vien da pensare: ci fosse stato un solo politico dopo di lui, capace di accendere un coinvolgimento così totale nelle folle e una partecipazione emotiva universale per un tentativo non del tutto strambo, almeno all'inizio, di far qualcosa di valido... chiaro che se si pensa agli errori successivi con tanti retroscena non ufficiali non vale la pena di vederlo. Voto comunque buono.

Al di là della propria appartenenza politica, è un documento veramente notevole sul potere magnetico che si instaura tra parlatore ed uditori. Declamazioni, gesti e sguardi capaci di trasportare una massa di astanti, in cerca di una guida ed in qualcuno in cui identificarsi, in un momento storico in cui appariva veramente come salvatore della patria. Sia come sia, in termini politici non c'è più stata una presenza così imponente come quella di Mussolini; se ciò sia un bene o un male non va ricercato in questo documentario.

C'è materiale interessante ma ce n'è anche troppo, di materiale. In larga parte incentrato sull'oratoria di Mussolini con lo svantaggio di diventare ripetitivo, per cui alla fine la durata del documentario non si giustifica. La voce narrante rimane defilata, ma è comunque efficace nel contrassegnare le tappe storiche che portano Mussolini ad affermare il suo potere, a consolidarlo nell'approvazione generale e a consegnarsi alla visione hitleriana. Sicuramente significative la gamma di smorfie del Duce e gli sguardi ossequiosi dei gerarchi di ogni livello.

Un documentario nel quale materiale spesso visto e rivisto (i discorsi di Mussolini appaiono in continuazione in documentari e in servizi televisivi) assume una valenza nuova grazie allo straordinario montaggio operato da Kim Arcalli, il collaboratore preferito di Bertolucci (e non solo di lui). Una testimonianza potente di quanto la retorica possa essere affascinante anche molto tempo dopo.