Meteorite dell'underground italiano, che vede vagolare sproloquianti fra le scarne scenografie da teatro-off di Tano Festa personaggi quali Leonardo da Vinci, Attila, Montezuma, King Kong e altri (!), impersonati da un cast allucinante che affianca a volti noti del cinema d'autore (Bene, Clementi, la Aumont) o del giro warholiano (Viva Auder) un brutto ceffo del nostro cinema-bis come Corazzari, che ha un incredibile monologo nei panni di Frankenstein (!!). Delirio totale
Le principali icone dell'horror, del mito e della storia rifiltrate attraverso Walser, Debord, Artaud e chi più ne ha più ne appesantisca. L'insofferenza soggettiva va a braccetto con la sindrome da peperonata del regista e abdicare dopo nemmeno mezz'ora va da sé.
Di ardua valutazione poiché il rischio che il recensore "ignorante" non abbia capito
c'è e non è minimo. Tuttavia mi è sembrato incredibilmente lungo, interminabile a dire il vero, e spesso pretestuoso e assurdamente farneticante. Trattasi di diversi
monologhi declamati, in italiano ed in altre lingue, da personaggi storici e inventati ed interpretati da una "fauna" attoriale tra le più variegate possibili: Carmelo Bene, i wharoliani e, udite udite, Corazzari cui viene concesso un monologo nelle vesti di un novello Frankenstein. Ai posteri...
Per rendere accettabile una galleria di personaggi storici che sproloquiano per due ore in varie lingue davanti alla macchina da presa bisogna essere almeno Godard, mentre qui il livello è lo stesso delle deliranti sceneggiature che Brocani scrisse per Pannacciò. Il film abbonda di volti carismatici del cinema di quegli anni (Bene, Clementi, la Aumont, la Machiavelli) ma resta un'indigeribile mattonata, vedibile per intero solo ricorrendo al diabolico trucco con cui Dario Argento costringeva la protagonista di Opera a tenere gli occhi aperti.
MEMORABILE: I primi piani sul volto indimenticabile di Tina Aumont.
È una chicca, solo che per apprezzarla ci voglion tempo, pazienza e buona conoscenza di altre due lingue; ma se si vuole ci si può arrivare, anche perché certe scene son davvero belle. I personaggi son pervasi dal demone del dubbio, che se da un lato offre loro lunghe introspezioni o tentativi di purificazione, dall'altro genera incomprensioni, incomunicabilità, fallimenti interiori, aspre critiche alle stesse immagini sacrali e ai riti ossessivamente impiegati proprio per migliorarsi. In pratica la vita come Caos, confusione perenne che crea disagio...
Lungo, cerebrale, contorto - e spesso confuso - psicodramma di ambientazione cimiteriale che affianca a figure realmente esistenti, e tristemente celebri per la loro crudeltà, mostri celebri della finzione cinematografica. "Soliloquiano" così Attila, Gilles de Rais, Erzsébet Báthory, Eliogabalo sul versante reale; Frankenstein, Dracula e King Kong sono invece tra i "volti" più noti del lato fittizio. Franco Brocani, ex critico, si inserisce nelle nuove leve del cinema impegnato anni Settanta e gira un film certamente tanto unico e straniante quanto antipopolare e stravagante.
Una coraggiosa pellicola sperimentale di Franco Brocani. Un viaggio mentale, un misto fra cinema e teatro d'avanguardia o, per meglio dire, la fusione di questi due elementi. Inutile scavare a fondo per cercare di estorcere i significati: l'opera va fruita senza farsi troppe domande e apprezzata (o odiata) per il lavoro di ricerca del linguaggio visivo totalmente al di fuori dei canoni cinematografici.
Terrificante. Girato dal regista forse pensando di essere l'unico destinatario del film, affastella momenti di puro delirio (incredibile Corazzari che deve sillabare ad alta voce un lungo monologo, senza far capire quando una parola finisce e quando comincia l'altra - e pazzesco nella sua prima apparizione, in completo verde cangiante tra festoni rossi, fra i quali occhieggia un pannello J&B) e cambi di lingua, che rendono il tutto ancora più arduo. Film di costernante pesantezza, ma gli occhi della Aumont sono sempre imperdibili.
Arrivano come l'influenza stagionale, film così, che riassumono e in qualche modo metabolizzano i vettori avanguardisti di un'epoca, i segnali di contestazione e disagio: ammorbano come virus e di solito occorrono una dozzina di manuali di filosofia per decriptarli, nonché una mappa concettuale di tutta la controcultura europea ben a fuoco nella mente. Il film di Brocani è teatro filmato che col cinema ha poco da spartire e nulla da comunicare. La fascinazione - eventuale - è puramente intellettuale, ammesso che l'intelletto resti desto fino all'ultimo - per carità, significativo - fotogramma.
MEMORABILE: Carmelo Bene che non riesce a spiccicare una parola; l'immagine finale.
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«NECROPOLIS era più o meno lo stesso periodo: un periodo in cui Roma era percorsa e traversata da una miriade di ondate cinematografiche diverse e varie; i personaggi che giravano in P.za Navona andavano dalle sorelle Rossellini, allo sdentato Pierre Clementi, che fu chi mi trovò la particina da zingara che frigge le cartoline davanti al Colosseo, in Necropolis. Per quell’unica scena, passai più tempo al trucco di quanto durò la scena stessa».
DiscussioneFauno • 28/02/11 10:08 Contratto a progetto - 2749 interventi
Lo rivedrò ancora in diversi passaggi per cercare di svelare altri misteri,ma quel che viene affrontata è l'introspezione,il dubbio di vari personaggi più o meno famosi dinnanzi alla vita,i loro fallimenti per aver cercato di seguire principi a loro non confacenti,ma soprattutto per il rifiuto di immolarsi davanti a quel fuoco di evoluzione che passa raramente nell'arco di una vita,ma che se accettato e affrontato con coraggio,anche se fa paura,potrebbe davvero far evolvere in modo decisivo.
In poche parole non ci dobbiamo aspettare una rivoluzione dall'esterno da seguire pedestremente,perchè è ipocrisia...la vera rivoluzione è all'interno di noi.E ci fa anche capire che se tanti personaggi si son trovati in uno stato di smarrimento così profondo,molto altro può e deve essere fatto...come evoluzione siamo soltanto all'adolescenza,ma non dobbiamo prenderla come una colpa.Ci basti considerare che la nostra storia ufficiale,Atlantide permettendo,non arriva a 10.000 anni.Cosa sono 10.000 anni se la luce emessa dalle stelle che tutte le sere vediamo risale a milioni di anni fa?FAUNO
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