E’ un peccato che, tra le produzioni Empire, questa sia una delle meno conosciute: se da una parte la storia è troppo classica e non c’è tutto quel sangue che titoli del genere solitamente garantiscono, personaggi e dinamiche del convento sono rappresentati con attenzione e le scene ambientate nelle buie catacombe sono girate e fotografate con gusto. Di certo non un capolavoro e può risultare soporifero per qualcuno, ma va recuperato anche solo per omaggiare quell’horror eighties che non c’è più.
MEMORABILE: Il monaco, lo sneaker e il crocefisso...
A parte il discreto Horror puppet, Schmoeller non mi ha mai particolarmente convinto e questo film non fa eccezione. Trattasi di horror mistico con elementi tipici dei film con possessioni demoniache, il tutto nella cornice di un'abbazia umbra che ricorda inevitabilmente Il nome della rosa. Purtroppo la sceneggiatura è ben poca cosa e il film gira a vuoto spesso e volentieri, cercando di creare un'atmosfera di mistero e fallendo nell'impresa. Discreta la confezione, non male i dialoghi e il cast, ma è troppo poco per sfuggire alla noia totale.
Una sorpresa che va considerata globalmente. Parte benissimo come horror quasi gotico, poi la vicenda viene trasportata ai giorni nostri e lì davvero rischiava di crollare il palco; invece regge benissimo, con una regia attenta a tanti particolari, abile a cercare anche delle raffinatezze di fattura squisita. Cast non di peso ma estremamente concreto. Le musiche, affidate a Pino Donaggio, sembrano risentire della lezione di Jerry Goldsmith (Il presagio). Film inquietante e non molto conosciuto, ma Schmoeller ha centrato in pieno il bersaglio.
Sarà forse per la bucolica ambientazione italiana, ma la confezione sembra quella di un Don Matteo in versione diabolica. La storiella alla base è logora come un calzino dopo cinquecento centrifughe, gli attori insipidi, le scene buttate l'una dietro l'altra con stanca prevedibilità. Non è mal fatto, bensì estenuante nella sua mancanza cronica di sapore e forza, anche nelle scene in cui sembra ben meritare (il Cristo assassino).
Feodor Chaliapin Jr. HA RECITATO ANCHE IN...
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Questa è una delle più interessanti produzioni di Charles Band (quando ancora gestiva l'Empire e non la Full Moon), diretta con certo stile dall'autore di Puppet Master.
Girato in Italia e corredato da un ottima colonna sonora (firmata da Pino Donaggio) questo dimenticato lavoro è circolato all'estero come quarto capitolo della serie Curse, da noi poco conosciuta, ma della quale il film capofila (prodotto da Ovidio Assonitis) è passato con il titolo de La Fattoria Maledetta ed è stato citato, in diversi contesti (con il titolo alternativo di The Farm) per la collaborazioni del nostro Lucio Fulci agli effetti visivi.