"Yuppi du": confronto originale vs restaurato

13 Novembre 2008

Per aprire questo approfondimento dedicato alle numerosissime differenze esistenti tra la versione di Yuppi Du uscita al cinema e quella restaurata uscita recentemente in dvd, approfittiamo della ormai leggendaria Geppo Collection di Germania. Geppo, si sa (il nome dice tutto), è uno dei maggiori fan di Celentano che esistano, proprio per questo intervistato da poco da una rivista tedesca che ha mostrato lui e tutta la sua collezione in alcuni scatti che prima o poi avremo modo di vedere anche qui. Sapendo che avrei fatto uscire un pezzo dedicato al film, Geppo ha gentilmente spedito via FedEx in Italia manifesti, fotobuste, rarissimi 45 giri e altro perché i nostri tecnici li fotografassero accuratamente e li mettessero a disposizione della comunità davinottiana. 
Riassunti nelle quattro tavole che potrete vedere cliccandoci sopra, potrete dare un’occhiata al valore di quanto Geppo ci ha inviato e che sta ora tornando in Germania con la scorta armata. Vedrete i 45 giri originali di “Yuppi Du” e “Do dap”, una rarissima prima edizione del cd della colonna sonora uscita nel 1996, una fotobusta, due splendidi manifesti full-colour, una foto tratta dal backstage che vedete qui a fianco e infine una introvabile immagine d’epoca che ritrae Santercole, Dittongo e Celentano durante un’intervista per il film. Ancora un grande ringraziamento a Geppo e alla sua immortale collezione di Germania che ha riempito pagine e pagine davinottiane con rare fascette di vhs scomparse e altro ancora. Per chi invece volesse farsi un giro sulle location (veneziane e non) utilizzate in Yuppi Du vi rimandiamo allo speciale in tema (cliccate pure qui).

Passiamo ora all’analisi di cui si parlava in apertura, ovvero alle molteplici differenze tra le due versioni conosciute del film. Indicheremo con:
VO la versione originale uscita al cinema nel 1974, con
VR la versione restaurata uscita in dvd nel 2008.
I fotogrammi che vedrete di fianco ai paragrafi non esistono nella VR (tranne nel caso della scena dei fiammiferi, i cui fotogrammi appartengono appunto alla VR e non alla VO).

Si direbbe che l’intenzione principale di Celentano, nell’editare questa “nuova” versione di Yuppi Du (più breve della vecchia, e di parecchi minuti) sia stata quella di eliminare i tempi morti per ottenere un film più agile e “al passo coi tempi”. In conferenza stampa a Venezia (come ha ricordato Geppo) il molleggiato ha detto che la nuova è la versione che lui avrebbe voluto uscisse già al tempo ma che per motivi contingenti non fu presa in considerazione. Osserviamo allora qual è la prima particolarità che salta all’occhio, in questa nuova edizione: se è certo che non si contano le scene anche impercettibilmente accorciate, molte sono quelle che vedono tagli di 5/10 secondi  (in alcuni casi persino di più). Si è a lungo parlato della scena dei fiammiferi, rifatta e diluita con aggiunte imprevedibili di sequenze tratte persino da Joan Lui, ma non è questo a cambiare il film (in fondo la scena vecchia è ancora presente tra gli extra del dvd); è piuttosto un sistematico (e per molti versi fastidioso) rimaneggiamento di gran parte delle scene, in nome probabilmente di una maggiore fruibilità che è tutta da dimostrare. E’ impossibile e poco significativo indicare qui tutti i tagli e microtagli presenti nel film: sono veramente in numero incalcolabile e le scene salvate da queste mutilazioni multiple (talvolta semi-invisibili) si contano sulle dita di una mano. Proverò comunque a far capire con quale meticolosità sia stata condotta l’operazione di taglia e cuci da Celentano (e il suo clan), che sicuramente, in cuor suo, avrà voluto offrire agli appassionati una versione migliorata del proprio film e non un cut casuale tanto per sentirsi un po’ George Lucas.

LE SCENE SOTTO L’ARCO DIROCCATO E I TITOLI DI TESTA

Si comincia subito male, visto che la prima scena sotto l’arco diroccato dura tre minuti in meno che nel film: si capiscono fin dalle primissime sequenze le intenzioni della nuova versione: se nella VO vediamo l’inquadratura spostarsi (a scatti) dall’interno dell’arco verso l’esterno, scopriamo che nella VR tale spostamento viene eliminato per passare subito all’immagine successiva della barca ormeggiata. Quando Felice Della Pietà (Celentano) appoggia la mano sulla palina che sta in acqua, all’interno dell’arco, nella VO ci mette un po’ prima di farlo, nella VR la mano ci finisce sopra subito. Piccoli, ossessivi tagli, in questa scena, sono presenti in continuazione, come se il molleggiato fosse ansioso di velocizzare i tempi, annullare le pause ad ogni costo! Se nella VO vediamo Celentano accucciarsi lentamente, nella VR è già accucciato: Adriano ha tagliato il momento in cui si piega! I tagli proseguono anche sui titoli di testa, nelle bellissime inquadrature di lui davanti a Marghera con il remo alzato. Un vero delirio! E’ così che dei primi quattro minuti la metà se ne sono già andati! Prendete la sequenza in cui Felice spegne la sveglia: nella VO dura 8 secondi, nella VR 3! Si alza dal letto in un attimo, nella VR, mentre nella VO ci impiega un bel po’... Nella VO, appena alzato, estrae dal comodino un tortino e lo annusa, nella VR la scena manca. Stiamo proprio parlando di due film differenti, è indubbio! Le smorfie di Adriano davanti allo specchio duravano 15 secondi in più, in origine!

IL MATRIMONIO

La lunga scena del matrimonio in chiesa è miracolosamente mantenuta intatta, passo per passo, il che farebbe pensare a un ripensamento. Invece no: ecco che nelle sequenze successive, ambientate nella chiesa più spartana dove si celebrava il matrimonio tra Felice e Silvia, ricominciano tagli e taglietti. Di nuovo appena sembra esserci nel film una minima pausa ingiustificata, la mannaia di Celentano si abbatte sul film (eliminato l’organista, per esempio, accorciato il momento in cui Felice attende spiazzato quando Adelaide crolla sulla panca di fronte all’altare). Il primo taglio davvero significativo avviene però durante un dialogo tra bambini, presente la piccola Monica (Rosita Celentano, accreditata nel film come Jon Lei!). Quando le chiedono dove ha nascosto la mamma di sangue (la scena nella VR si chiude qui) risponde: “eeeh eh, eheh eh”. Subentra un amichetto: “Ma tu ce l’hai il pisello?”. Qualcuno aggiunge: “Che ce ne facciamo, basta che ce l’hai tu...”. Zac, via tutto.

IL SUICIDIO DI SILVIA

Si passa alla scena del suicidio di Silvia (Charlotte Rampling): anche qui evidente come quando il gommone arriva sul fiume ci metta molti secondi in più a fare la curva prima che si cambi inquadratura. Adriano accorcia tutto e scompaiono altri 10 secondi! Si vedeva Felice battere nervosamente i piedi vicino alle scarpe della moglie dispersa: ebbene, la medesima scena ricomparirà un minuto più tardi, seguendo una logica differente, nel momento in cui sul set entra il commissario.

IL MURO
La storica scena del muro (a differenza dello stesso, purtroppo oggi scomparso) è intatta. Solo successivamente appare un microtaglio, nella scena del dialogo surreale tra Felice e Nane (Toffolo) in barca. Miracolosamente integra anche la lunga scena sotto il ponte del suicidio, con la ricomparsa di Silvia (un unico microtaglio mentre Felice “dialoga” con l’imitatore di uccelli). Inspiegabile cut, invece, prima che Celentano recuperi il cappello in acqua, stupendosi e parlando con se stesso: “Guarda se non è vero! Porco cane, cosa succede?” (queste le due frasi disperse).

IL PONTE SPACCATO CON LE TESTE

Nane e un suo amico sono in barca, sul Ticino (si intende che dovremmo essere a Venezia, nel film), quando d’improvviso vedono Silvia, che tutti credono morta. Veloce botta e risposta: “A me mi sembra lei. A te ti sembra lei?”. “Anche a me mi sembra lei. E a te?”. La scena, nella VR, viene tagliata qui, mentre  nella VO la questione continua: “A noi due ci sembra lei” dice l’amico; e Nane: “Non ci sono errori, è proprio lei”. Celentano ritiene che sia una ripetizione inutile e taglia. Non capisce che però il cut precedente motivava molto meglio il perché Nane e il suo amico di colore restassero voltati dalla parte sbagliata in barca fino al momento dell’impatto col ponte: impatto che avviene nella VR troppo in fretta! Tanto che, al crash, non si sente più il pescatore che dalla sponda gridava: “Ehi voi, ferma”, seguito, dopo l’impatto, da un “Porco cane, l’avevo detto io che non ci passava!”. Tagliati anche i borbottii successivi e le grida di un altro del gruppo, lì vicino: “Al ladro, fermateliii, han fregato il ponte!”. Per di più, nella VR viene aggiunto come sottofondo un pezzo di musica classica assente nella VO (e nella colonna sonora).

SANTA GIUSTINA E I FIAMMIFERI

Piccoli tagli all’arrivo di Adelaide (Claudia Mori) al campiello del caffè “3 ponti” (breve botta e risposta tagliato tra Scognamillo (Memo Dittongo) e Napoleone (Gino Santercole): “Chi c’è?”, “Come chi c’è? Allora non hai visto chi c’è. Guarda chi c’è.”, “Chi è che c’è?”), poi ecco l’incredibile e citatissimo scempio della scena dei fiammiferi 
(gli effetti audio cominciano nella VR già subito dopo il citato botta e risposta annunciando il caos che seguirà): una scena che nella VO dura un minuto e nella VR, con aggiunte di suoni, colori, sovrapposizioni, solarizzazioni, saturazioni cromatiche, sequenze addirittura da Joan Lui, si prolunga per oltre il doppio della durata. Successivamente altri microtagli (tra cui, peccato, i velocissimi sbattimenti di palpebre di Napoleone). Nessuna mannaiata invece nel ballo in campiello (Silvia non è morta è ritornata dal canal...). Microtagli invece nel passaggio dal dipinto alla realtà sottostante, velocizzato nella VR.

LA PASSERELLA

Quando Silvia arriva, percorrendo la passerella, a un passo da Felice e i suoi amici che stanno martellando, cominciano i tagli. Le martellate? Troppo lunghe, meglio abbreviare; così si arriva quasi subito alla mano perforata dal chiodo (nella VR c’è un effetto in più, una specie di esplosione sul chiodo al colpo di martello sullo stesso, assente nella VO) e si passa alla scena successiva. Breve cut quando vediamo la mano di Felice sanguinare mentre lui è sul ponte. Al passaggio in fondamenta un taglio fastidioso: viene eliminata la storica frase “Cosa c’entra l’amore col vestito?” (che si sente anche nella colonna sonora del film, tra l’altro). Accorciata di molto pure la scena sul ponte dell’Accademia, coi due fermi a guardarsi negli occhi.

LO STUPRO

Saltano quattro o cinque secondi nella prima fase della scena dello stupro (niente che mostrasse più di quanto già si mostri) e un’altra decina verso la fine della stessa, con un taglio che riguarda anche la fuga della ragazza nuda (che nella VR avviene a scatti, sistema che Celentano sembra voler usare anche in altre occasioni quando deve rallentare una scena in modo da non tagliare troppo la musica).
 Poco dopo vediamo Nane in gondola con un distinto signore (con un colpo di remo si passa dal Ticino a Venezia in un gioco di pericolosi campi e controcampi). Improvvisamente, nella VR, compare una scritta in sovrimpressione assente nella VO:  “Sono gay... e lui non sa quello che perde...”.

IN MARITTIMA

Altra sovrimpressione “preinesistente” quando Scognamillo, in Marittima tra le gru, è a colloquio con la Morte. Si legge: “Scognamillo sta parlando con la Morte”. Qualche microtaglio. Curiosa, nella VR, la sovrapposizione dell’immagine del grande container appeso alla gru su quella di Scognamillo che parla con la Morte (uno split screen abbastanza gratuito). Ancora alcuni tagli e quindi una nuova sovrapposizione d’immagini quando Nane corre, procedimento ripetuto altre tre, quattro volte nelle scene successive. Servivano? Mah.
 Attenzione ora, perché l’agonia di Scognamillo e i dialoghi susseguenti sembrano scomparire. Scopriremo invece che Celentano semplicemente li sposta più avanti nel film assieme alla scena successiva,  quella dei due religiosi con sigaretta a colloquio sul ponte (parlano della situazione matrimoniale di Felice). Nella VR si passa direttamente all’importante faccia a faccia tra Felice e Silvia a Marghera, con un pubblico “formato” da persone con la maschera antigas che assiste al momento in cui Felice parla a Silvia di Adelaide (Claudia Mori). Un microtaglio impedisce che si veda bene la location industriale in campo lungo.

MILANO

L’arrivo a Milano è risolto nella VR con una sovrapposizione di immagini del treno che giunge in Stazione Centrale non presente nella VO, la quale semplicemente stacca e mostra il treno che arriva seguendolo poi nel percorso (la VR passa subito al primo piano del finestrino). 
Qualche taglio nella scena al bar in metropolitana (tagliato ad esempio il barista che porge il Negroni a Felice, il quale l’aveva appena chiesto). Mancano poi tutta la scena di Silvia all’interno del vagone della metro e quella in cui Felice risale le scale, si trova in superficie e chiede: “Scusi, per favore, per andare alla stazione?”. Gli rispondono alcuni passanti in coro: “Deve prendere la metropolitana, scenda quelle scale!”. Altro taglio importante subito dopo: dai due lati opposti della stazione Felice e Silvia si guardano e, nella VR, la scena finisce inspiegabilmente qui. Scopriamo invece che nella VO i due si sorridono per un po’ e infine si baciano appassionatamente!

REINTEGRO INATTESO E YUPPI DU (LA CANZONE)

Improvvisamente reintegrata qui la scena di Scognamillo agonizzante che sembrava tagliata e, di seguito, quella dei due religiosi con sigaretta (entrambe in forma integrale).
 Immediatamente dopo arriva la canzone simbolo, Yuppi Du, ed è triste notare che neanche lei viene risparmiata dai tagli: eliminate ad esempio le bellissime scene di Felice pittore che balla davanti alla sua tela mentre Silvia si contorce a ritmo di musica sullo sfondo. Viene di conseguenza anticipata la strofa con Raf Di Sipio, il quale compare a sorpresa in sovrimpressione (e in bianco e nero, mentre nella VO era a colori!). Verso la fine della canzone cominciano delle inspiegabili sovrimpressioni del tutto assenti dalla VO. Molto accorciata la coda strumentale del pezzo (con Felice e Silvia che scavano la tomba di lei) ed eliminate del tutto le ultime parti, quando compaiono sul fiume Nane, Napoleone (Gino Santercole) e gli altri. Quando Silvia dice: “Ma non posso fare come ho fatto con te: devo andare, spiegargli tutto” non si vede il gruppo di amici nel verde ma sempre Silvia e Felice che a scatti proseguono nello scavare la tomba. In pratica ogni volta che nella VO si vedevano gli amici - muti - tra gli alberi del Ticino, nella VR troviamo il ralenti di Silvia e Felice che scavano la tomba. Perdipiù, nella coda della scena, vengono tagliate le frasi di Silvia: “Sentirebbe troppo la tua mancanza... D’accordo, porto anche Monica... Felice, che cosa ti è mancato di me?” (“Se me lo dico mi dai una sberla”) “Ah ah, no, così sto scomoda!” “Eh, ma io no”... tutto questo nella VR non lo sentirete mai.

LA LETTERA PER FELICE

La corsa del direttore della scuola comincia da via XXII marzo (con lo sfondo della chiesa di San Moisè), ma se nella VO questa scena è ben visibile, nella VR viene accorciata attraverso scatti veloci che eliminano parti della corsa. Durante la corsa stessa viene poi aggiunto come sottofondo un pezzo di musica classica assente nella VO. Pesanti modifiche al passaggio del direttore in Fondamenta della Misericordia: la scena viene ripetuta a scatti una quantità di volte, quando invece nella VO era lineare e francamente più godibile. 
Inoltre viene aggiunta una musica moderna come nuovo sottofondo dal momento in cui la lettera arriva in mano a Napoleone (la stessa musica presente nella famigerata scena dei fiammiferi): questi arriverà fino a casa di Felice (che vista da sotto il porticato è situata davanti a San Giorgio mentre in una breve scena tagliata è visibile dall’esterno e risulta essere da tutt’altra parte!).
Ultimi tagli nel colloquio con il “nuovo padre” di Monica (non di dialogo, per fortuna, tranne nell’ultima frase di Felice, che riguardo ai contanti nella VO aggiunge “sull’unghia”) e nella scena in Stazione Centrale, poi tutto si chiude su titoli di coda che graficamente stonano molto di più di quelli originali.

Ecco in definitiva come si spiegano i 13 minuti mancanti che anche il nostro Geppo aveva al tempo segnalato. Come si sarà facilmente intuito, insomma, un lungo lavoro di sforbiciatura che molti fan di sicuro non avranno apprezzato. A quando la “versione originale restaurata” che prometti sul retro del dvd e che invece non ci mostri sul dischetto, Adriano? Non sarebbe stato più giusto offrire a chi ha amato il film la versione originale su un disco e quella riveduta e corretta sull’altro?

ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO ZENDER (si ringrazia GEPPO per il prezioso materiale fotografico)

Articoli simili

commenti (0)

RISULTATI: DI 0