Mescolando con qualche buona idea personale 1997 FUGA DA NEW YORK e I GUERRIERI DELLA NOTTE, il valido Enzo G. Castellari (tra i nostri più dotati registi action di sempre) dirige un film italiano di buon successo anche in America. Girato nel vero Bronx, scenografato tra edifici in disfacimento di notevole impatto visivo, è interpretato dal palestrato capitolino Marco De Gregorio (in arte Mark Gregory), per qualche anno e grazie a una mezza dozzina di pellicole (tra le quali i tre THUNDER) una delle più significative icone del B-movie made in Italy....Leggi tutto Nel ruolo di Trash (Monnezza all'americana) De Gregorio si ritaglia un ruolo da Stallone in economia: mai un sorriso e muscoli costantemente in evidenza (nonché movenze curiosamente un po' effeminate). L'inizio è ottimo e mostra subito il grande talento per la messa in scena di Castellari. Poi la storia perde colpi e si nota quanto i combattimenti siano poco credibili e la spettacolarità limitata. Ciò nonostante già si intravedono le componenti splatter e l’uso particolare della colonna sonora di Walter Rizzati (moderna e fondamentale nell'economia del film) che saranno la base per il meglio riuscito FUGA DAL BRONX, di fattura superiore e capace di limare i molti difetti di questo primo capitolo. Ad esempio, se le parti “in superficie” (ambientate come detto nel Bronx) sono suggestive, altrettanto non si può dire per quelle “sotterranee” (girate invece in una cartiera vicino a Tivoli), nonostante la presenza dell'icona Fred Williamson (è Ogre, il re del Bronx) a nobilitarle. Ben tratteggiate le figure di secondo piano: Vic Morrow è il perfido Hammer, Christopher Connelly lo zoppicante Hot Dog, George Eastman è Golem, John Sinclair è Ice. Alcune incongruenze nella sceneggiatura, azione non sempre convincente. Però sulle TV private degli Ottanta fece epoca.
Esempio degli esempi di "B" movie cult da non perdere. Girato interamente nel cuore del vero Bronx dismesso, in disuso e realmente pericolosissimo, questo film di poveri mezzi riesce a dare una visione abbastanza inquietante del quartiere Re degli "slums", aggiungendo un tocco fantasy con la collocazione temporale del futuro post-atomico. Imperdibili le Harley Davidson decorate con teschio sul manubrio. Un notevole Mark Gregory protagonista, imperatore dei "B" in film come questo e Thunder.
Divertente gang movie che pesca a piene mani dal filone sulle bande giovanili inaugurato da I guerrieri della notte, "The wanderers" ecc. La sceneggiatura è solida e non annoia mai, certo risente dell'età per qualche ingenuità che sfocia nel trash involontario, ma le idee ci sono. Eccezionale la banda in puro stile blaxploitation e divertente la parte di George Eastman! Da vedere!
L'impatto di film come I guerrieri della notte e Fuga da New York, da noi, fu talmente vasto da creare un sottogenere casereccio a sè. Prova ne è questo film diretto da Castellari, che è esattamente una commistione tra i due film citati. A livello figurativo è eccezionale e riesce ad essere competitivo coi modelli originali: merito della fotografia e del montaggio castellariano da sempre eccelso. Purtroppo dove fa acqua è nella storia, piena di buchi e strascichi. Il cast è perfettamente cult. E più un banco di prova per il successivo Fuga dal Bronx.
MEMORABILE: Notare una macabra coincidenza:in una dialogo si accenna a tagliare la testa a Morrow, ebbene costui perirà davvero decapitato in un film l'anno dopo.
C'è poco da dire: Castellari cava sangue dalle rape. E lo fa con un tale mestiere da infondere al girato credibilità e similitudine -sul piano stilistico e visivo- ai modelli americani di riferimento. Il buon risultato, ottenuto da questo adrenalinico e violento action, è da attribuire alla bella sceneggiatura (di Sacchetti, si presume, dato che firma Elisa Briganti), all'indovinato cast (Vic Morrow su tutti) e alla destrezza di cui Castellari, in veste di regista, è capace (L'Ultimo Squalo, girato l'anno precedente, ne è testimone). Ha un seguito.
Questo 1990 Bronx Warriors mi ha un po' deluso. Va bene gli scarsi mezzi a disposizione, ma alcune situazioni sono veramente risibili ed i dialoghi a volte fanno cadere le braccia. Tralasciamo poi le coreografie marziali. Avete notato che la moto del protagonista è la più brutta tra tutte quelle della sua banda? Tra le cose che invece mi sono piaciute: la particina di Eastman, il make up del polso spezzato e la cavalleria con lanciafiamme.
Molte le analogie con i film del filone e dell'epoca, di cui Fuga da NY sembra la maggiore fonte ispiratrice. Nell'aspetto (pur risibile) è ben curato, non lo è nei dettagli (toccanti quelli del protagonista e la ragazza sulla spiaggia) dove si raggiungono vertici di grande delusione. Va bene per i nemici al limite del cartoonesco (che è cosa deliziosa se lo si guarda con la giusta predisposizione al genere), ma mancano le valide interpretazioni e le ingenuità vincono su tutto. Buone invece la regia e le ambientazioni.
Mix tra I Guerrieri Della Notte e 1997 Fuga Da New York, con un budget risicatissimo e un manipolo di attori cari ai B-Movies. Castellari in regia è garanzia di professionalità e azione, anche se in questo caso gli interminabili scontri tra bande diventano alla lunga soporiferi. Bravi Williamson e Morrow; Gregory invece ha delle movenze un po' ambigue e non ha per niente l'aria da "duro". Buone le location, qualche scena assurda (il batterista!), colonna sonora ritmata, apparizione notevole di Eastman con parruccone.
Il "raduno" sull'East River scandito da una batteria; Vic Morrow villain para-nazi nel ruolo della sua (breve) vita; una New York reinventata tra i grattacieli e le borgate de Roma... In "1990" Castellari opera un crossover genialoide tra Carpenter, Walter Hill e Kubrick - tutto di buccia, of course - per dar vita a una storiella prelevata di peso dal catalogo delle favolette abusate. Ma er "mestieraccio" genera "emozionacce" low cost e - perdiana! - persino "cinema". Anche se l'eroe soffre di una grave cifosi e la bella guaisce assente...
MEMORABILE: "Abbiamo imparato ad amarla dal momento in cui siamo nati: noi del Bronx viviamo con LA MORTE" (Mark Gregory to Stefania Girolami in Freggene...)
Se si pensa alle ristrettezze di budget, al cast che più "B" non si può (il protagonista fu addirittura scovato da Castellari in una palestra romana), alla trama risicatissima e stravista, c'è quasi da gridare al miracolo. Perchè il film incredibilmente funziona, grazie soprattutto alla regia pulita e a tratti persino ispirata di Castellari (il raduno sotto al Manhattan bridge, col batterista solitario a scandire il tempo, non avrebbe sfigurato nei Guerrieri della notte!); valide anche le musiche. Peccato solo per il finale. Non male comunque.
MEMORABILE: I titoli di testa; Il raduno all'East River tra le due bande rivali.
Tipologia di film che mi è sempre particolarmente dispiaciuta, avendola sempre trovata il segno di un irreversibile asservimento ad un modo di fare cinema totalmente americano sia nella forma che nella sostanza. È un genere infatti, il post apocalittico, nel quale (al contrario ad esempio del western) l'italian touch non ha motivo né modo di attecchire e d'essere. Resta certo l'alto artigianato di Castellari, con un encomiabile uso di angolature e spazi, ma la storia è irrisoriamente succedanea. Di spaesante ambiguità l'andatura di De Gregorio.
MEMORABILE: Lo "schieramento" dei Riders mentre gettano nel fiume le ceneri del compagno morto.
A dimostrazione di quanto eravamo di bocca buona negli anni 80, c'è da dire che il film riscosse anche un mediocre successo. E non solo in Italia. Rivisto oggi non possono non saltare agli occhi le innumerevoli ingenuità: dalle coreografie dei combattimenti ai dialoghi, dalla fotografia ai costumi. Roba veramente da far ridere i polli. Cosa dire poi del "misterioso" Mark Gregory, scovato in una palestra romana. Fisico imponente e camminatura effeminata. Senza contare gli innumerevoli spazi vuoti durante il film. E c'è pure un sequel!
MEMORABILE: La motocicletta del baffetto che cambia magicamente durante le scene: da enduro quando esce dalla rovine a, un attimo dopo su strada, un custom!
Purtroppo i limiti di messa in scena, sceneggiatura e recitazione sono pesanti anche per una vecchia volpe come Castellari, che nonostante qualche trovata qua e là (e un buon finale flambè) non riesce a dissimulare la sensazione di carnevalata no-budget che sfida il senso del ridicolo ma ahime è costretta a soccombere: Mark Gregory non riesce neanche a muoversi decentemente all'interno di un'inquadratura, per dire... Rimane il fascino di un cinema fatto con due lire ed esportato in tutto il mondo.
Il copione rifrigge Hill e Carpenter e consente a Castellari di girare direttamente in loco gli scontri fra la teppaglia del Bronx, sprovincializzando così il suo sentire cinematografico, sebbene questa volta appaia più sbrigativo e avaro di spettacolarità. Cast variopinto e gagliardo: dai romantici antieroi dei bassifondi Gregory e Williamson con i loro codici d’onore e morte all’implacabile sterminatore Morrow (padre dell’attrice Jennifer Jason Leigh), dall’infido Sinclair alla valchiria Dessy, dal marziale Montefiori alla danzante Brait. Povere e ripetitive le musiche di Rizzati.
MEMORABILE: I titoli di testa, con i particolari delle armi dei Riders; l’incontro a ritmo di batteria tra le due gang sull’East River; Hammer entra in scena.
Postapocalittico di Castellari che mescola insieme alla bell'e meglio elementi presi da altri film (su tutti I guerrieri della notte di Walter Hill). Ne esce un discreto pasticcio ricco di momenti davvero scult. Il protagonista (Trash di nome e di fatto e leader della banda dei Raiders) interpretato da Marco de Gregorio è un blocco di marmo privo di qualsivoglia espressione. Le location si contano sulle dita di una mano e la sensazione è quella che si giri sempre alla tonda nello stesso cunicolo. Brutto.
MEMORABILE: I nomi delle bande: Riders, Scavangers, Ironman, Zombi.
Il nome del protagonista, Trash, la dice lunga su quello che ci aspetta: una scopiazzatura del film americano, peraltro ben fatta, con bande che si fronteggiano; ci sono gli Zombi sui pattini a rotelle guidati dal samurai Montefiori, gli Ironman, ballerini effeminati vestiti in stile Arancia meccanica guidati dalla nera Brait non accreditata, gli Skavengers (sorta di zombi post atomici). Tutto sommato il film è godibile e per un'ora e mezza ci si diverte.
Castellari sforna il suo Guerrieri della notte con risultati così così. La lotta evidente è tra il talento del nostro regista da un lato, la tremenda povertà di mezzi e di scrittura dall'altro. E' proprio la sceneggiatura dell'ineffabile Dardano a fare acqua da tutte le parti e dopo l'inizio promettente il film si spappola in una serie di scene fini a se stesse e combattimenti senza capo né coda. Peccato perché alcune scelte di regia sono buone. Discreta la galleria di facce da serie B: i duri Williamson e Connelly, l'efebo muscoloso Gregory.
MEMORABILE: La scena iniziale sotto il ponte di Brooklyn; Ridicolo il continuo andirivieni sotto quella che sembra una fogna de Roma.
Quanta esperienza e quanto mestiere riesce a mettere Castellari in questo gioiellino utopico. La trama è quel che è, perché molte cose appaiono confuse e rimangono tali fino alla fine, ma l'idea di base che spinge una potenziale miliardaria a cercare rifugio nel Bronx è davvero interessante e ben sviluppata. Elemento di estremo interesse, con cui Castellari è riuscito a distinguersi all'interno del genere, è costituito dalle bellissime scenografie e dai folli e strambi costumi. A suo modo il film risulta molto originale.
Non avrà lo smalto di altri film di Castellari, ma la pellicola si lascia guardare abbastanza piacevolmente senza troppi problemi fino alla fine. Il modello a cui si ispira è chiaramente il capostipite hilliano ed anche un po' all'opera
carpenteriana. Il livello di coinvolgimento è un po' altalenante e non manca qualche momento un po' trash, ma il sapore finale è quello gustoso e piacevole del cinema di genere di una volta. Passabile, non memorabile ma guardabile.
Un'opera molto derivativa che declina in salsa italica due cultoni americani che hanno fatto la storia. Se da un lato la sceneggiatura di Sacchetti è francamente imbarazzante, con dialoghi vacui e soluzioni narrative di elementare fattura, dall'altro le sapiente regia di Castellari rende quantomeno vedibile una pellicola florida di scazzottate che alla lunga stancano. Gregory è il duro più effeminato visto sullo schermo, soprattutto per via di movenze che lasciano un gran senso di perplessità. Finale sbrigativo che lascia qualche punto inspiegato.
MEMORABILE: L'Hammer di Vic Morrow; Il tradimento; Le scene nel castello di re Ogre.
Nonostante alcune ingenuità (le plateali derivazioni dal miglior action distopico americano) e ristrettezze di budget, Castellari porta a casa un filmino scorrevole. Un discreto e convinto manipolo di caratteristi (Morrow, Williamson, Eastman) affianca il fustaccio de' noantri Gregory in una storia dalle psicologie basiche e tuttavia con un sottofondo antitotalitario da non disprezzare. Alla fine si strizza poco, ma ci si diverte abbastanza. Notevole l'assolo di batteria.
Post apocalittico derivativo del buon Castellari che tanto per cambiare si trova a fare di necessità virtu costretto da un budget striminzito. La nota più dolente è probabilmente costituita dal cast che, a parte qualche eccezione (Montefiori, Williamson e la Brait), lascia davvero a desiderare e si muove sul set con poco senso filmico, a partire dai due protagonisti. Molte situazioni sono "salvate" dal regista che tira fuori dal cilindro alcuni trucchi degni del miglior cinema italiano di genere, ma nel compesso si vola piuttosto bassi. Solo per curiosi e amanti del genere.
MEMORABILE: Lo score, originale e molto funzionale alla pellicola; L'assolo di batteria.
Dichiaratamente derivativo, ha dalla sua le autentiche ambientazioni in esterni nel vero Bronx e qualche piacevole invenzione sparsa qua e là in una sceneggiatura pur piena di svarioni, anche se la credibilità non è certo ciò che si richiede maggiormente a film di questo tipo. Nonostante la trama trascurabile e i dialoghi spesso risibili, soprattutto nelle brevi parentesi sentimentali, Castellari riesce ad orchestrare l'azione con consumata padronanza portando dignitosamente a conclusione una vicenda di per sè ben poco consistente. Attori di secondo piano ma adatti alla bisogna.
MEMORABILE: Il "funerale" della coppia di appartenenti alla banda di Gregory.
Qualche ideuzza discreta e soprattutto l'ottimo mestiere di Castellari che, a discapito del budget infimo, sa girare scene d'azione degnissime. Le magagne però ci sono e sarebbe ingiusto non citarle: le sequenze non d'azione si muovono spaesate così come i membri del cast che, ad eccezione forse di Morrow (qui in ruolo fetido), risultano decisamente poco espressivi (a cominciare da De Gregorio-Gregory).
MEMORABILE: Il confronto tra bande scandito dal solo di batteria; La grande capacità di Gregory di avere la medesima espressione per tutta la durata del film.
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MusicheZender • 5/02/10 09:33 Capo scrivano - 47835 interventi
La colonna sonora completa del film firmata da Walter Rizzati è stata inserita dalla Beat in una compilation del 2000 comprendente anche la colonna sonora composta da Claudio Simonetti per "I nuovi barbari".
la intravidi in vinile tra i fuori catalogo alla dimar di rimini. 150 mila lire nel...1990, appunto.
MusicheBrainiac • 15/03/10 06:40 Call center Davinotti - 1465 interventi
Schramm ebbe a dire: la intravidi in vinile tra i fuori catalogo alla dimar di rimini. 150 mila lire nel...1990, appunto.
Ammazza Schramm, solo 150 mila e te la sei lasciata scappare? ;)
MusicheZender • 15/03/10 08:12 Capo scrivano - 47835 interventi
Schramm ebbe a dire: la intravidi in vinile tra i fuori catalogo alla dimar di rimini. 150 mila lire nel... 1990, appunto. Ma intendi che era uscita in vinile da sola, la OST, o sempre in coppia con I NUOVI BARBARI?
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (giovedì 15 marzo 1984) di 1990 I guerrieri del Bronx: