Uno degli otto film per la tv girati con la garanzia "Lucio Fulci presenta" (il buon Lucio in realtà ne diresse a fatica due disinteressandosi quasi del tutto degli altri). Più un un giallo che un thriller, anche se il regista Enzo Milioni cerca in ogni modo, sfruttando l'oscurità e inserendo un paio di omicidi sanguinari, di indirizzare il film verso lidi più terrificanti. Se non fosse evidente il delitto di lesa maestà potremmo parlare di un'opera vagamente hitchcockiana negli intenti (chiari i riferimenti a LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE), condotta però senza un briciolo...Leggi tutto di grinta e un cast che - ahinoi - riserva pessime sorprese come in quasi tutti gli altri episodi della serie. La storia vede protagonista Anne (Barbara Blasco), una ragazza decisamente esaurita che crede di vedere il cadavere di suo marito mentre una lettera dice che questi se ne è semplicemente andato via per volontà propria. Quando, circa un anno dopo, il marito riappare nella villa in cui Anne vive, nessuno sa che pesci pigliare. O almeno cosí sembra. Ma tra la gente che bazzica la villa (compreso il medico che ha in cura Anne) c'è qualcuno che pare saperne più degli altri. La trama si fa intricata, e non sarebbe nemmeno troppo disdicevole se non fosse portata avanti con evidente svogliatezza. Nessuna tensione, naturalmente, dialoghi patetici e un finale tirato via con un epilogo a bruciapelo risibile come pochi. Lo splatter (unico motivo di esistere della serie) si limita a una pistolettata che interrompe una fellatio e un viso gettato addosso a una finestra tra schegge insanguinate…
Davvero insostenibile visionare, sino al termine, questa delirante escursione televisiva dissimulata sotto le sembianze di un film che si vorrebbe far credere horror (peraltro presentato da un "Maestro del Brivido"). Pellicola ancora più insopportabile a causa di una pacchiana incapacità che copre ogni settore cinematografico (dalla regia, alle interpretazioni passando per scenografie ed effetti - inesistenti - che si vorrebbero speciali). La sorella di Ursula, opera dello stesso regista, al confronto appare come "l'ottava meraviglia" del Mondo.
Sconclusionatissimo thriller a basso budget prodotto per la televisione. La storia gira a vuoto per tutto il tempo creando solo un inutile confusione. Non male almeno gli omicidi sanguinosi, pessima la fotografia. Inutile spendere del tempo per guardare un prodotto del genere. Almeno potevano non far finta di non essere in Italia...
Fin dal primo fotogramma non si riesce a comprendere perché il direttore della fotografia (ma era realmente presente?) utilizzi sempre la luce filtrante da ipotetiche persiane semichiuse. Ne risulta un'atmosfera "a strisce" degna della peggior pubblicità estiva dell'ennesima bibita rinfrescante. La storia, poi, non è altro che un canovaccio raffazzonato trito e ritrito. Insostenibile.
MEMORABILE: Pamela Prati inserita a casaccio all'interno della vicenda.
Uno dei tanti filmetti della serie "Lucio Fulci presenta". Leggermente più ambizioso degli altri della serie ma assolutamente pessimo. Lentissimo, noiosissimo, con attori cani e un paio di scenette splatter poco memorabili. Inoltre la fotografia è infima come in praticamente tutti gli altri film della serie e anche le ambientazioni sono riciclate. Inguardabile.
MEMORABILE: La scena del dentifricio, l'unica decente del film.
Mediocre giallo, penalizzato da una sceneggiatura con buchi enormi. Attori davvero pessimi: spiccano (in negativo) una stanca Zora Kerova, la pessima Barbara Blasko e la "mitica" Jessica Moore presente in vari filmacci prodotti da Lucidi-Nannerini. Ridicoli gli effetti speciali, quelli sonori sembrano creati in cucina. Non così brutto come dicono: dalle parti di "Lucio Fulci presenta" si è visto di molto peggio.
Con questo film di Milioni la serie “Lucio Fulci presenta” – già di per sé tutt’altro che brillante - consegue uno dei suoi risultati peggiori: trama raffazzonata che spulcia da La donna che visse due volte e Il rifugio dei dannati, pauperismo scenografico, dialoghi banali, una fotografia impacciata dai colori torbidi e innaturali, un finale incredibilmente brusco; di tanto in tanto irrompe qualche omicidio argentiano (la finestra di Profondo rosso). Da ricordarsi unicamente per la gattesca ninfomane muta Jessica Moore (aka Luciana Ottaviani), attrice feticcio in vari b-movies dei tardi '80.
Meno peggio di quello che mi aspettavo. Il film non raggiunge assolutamente i livelli trash di pellicole come Massacre o Bloody Psycho e contiene comunque (anche se alla lontana) una sua logicità. Attori meno cani del solito; anche se si nota l'assenza di vecchie glorie come Paul Muller, perlomeno c'è la Kerova convincente. Cult la partecipazione di Pamela Prati. Si può vedere, c'è di molto peggio in giro. Il regista ha fatto molto peggio con La sorella di Ursula.
Rispetto ad altri episodi della serie, non è nemmeno da buttar via, pur non superando una stiracchiata sufficienza. Il film è fondamentalmente un giallo psicologico, che mette in scena il classico complotto ai danni di una povera donna. Chiari gli echi hitchcockiani, ma strana la somiglianza coi contemporanei lavori baviani Per sempre e (in parte) L'uomo che non voleva morire, appartenenti ad altri due cicli di horror diretti per la TV. Il film si fa comunque seguire e non mancano alcune scene splatter ben fatte; peccato per l'ultima sequenza.
Fa parte, assieme ad altri scarti di pellicolaccia, della famigerata serie "Lucio Fulci presenta": chissà quante capriole mortali starà facendosi l'autore romano nella sua onorata tomba, ripensando a quella firma apposta in bella vista sulle vhs. Il livello è quello per intenderci di Non aver paura della zia Marta (effetti speciali da carnevale dei poveri, recitazione da messinscena parrocchiale, sceneggiatura oscena) ma questo episodio è molto più noioso e inguardabile. Le apparizioni della Prati e della Belle non "risollevano" un bel nulla...
MEMORABILE: Il colpo di pistola esploso sul pene dello stalliere (!)
Basterebbe dire che fa parte del famigerato ciclo "Lucio Fulci presenta" e il quadro
già dovrebbe essere chiaro. Non bastasse si può aggiungere che è impresentabile dal punto di vista tecnico, e lo è anche sul piano narrativo che presenta una storia risibile e dai ritmi lenti e davvero noiosi. Anche gli attori sono una pena. Non meraviglia quindi che interesse e tensione sono ai minimi livelli.
Povero Fulci! Costretto a sponsorizzare, probabilmente per ragioni alimentari, micidiali insulsaggini fra cui questo pseudo-gialletto para-televisivo firmato dall'autore di capolavori come La sorella di Ursula. Dalla sceneggiatura squinternata alla regia inesistente, dallo squallore della fotografia alla pessima recitazione - al punto che la Prati sembra quasi una grande attrice - nulla si salva in questo squallido pastrocchio con un finale talmente abborracciato da dare l'impressione che fosse finita la pellicola. Di sicuro lo erano le idee.
MEMORABILE: I vermi che escono dal tubetto del dentifricio.
Della scellerata raccolta "Lucio Fulci presenta" è quello che preferisco. Privo totalmente di mezzi tecnici, purtroppo mostra diverse lacune nella sceneggiatura e una scelta forografica di illuminare i visi degli attori che, a me personalmente, lascia un senso di pacchianità. Anche se molto contorto (alcune volte i personaggi si chiedono perché hanno scelto di fare alcune azioni. Se non lo sannio loro!), la base narrativa è decente. Attori non di gran lustro e musiche anonime (alcune discrete).
MEMORABILE: Le citazioni spudorate di Profondo rosso durante il delitto di Mary; La voce del protagonista che si chiede "Un'opera perfetta?" e ride ironicamente.
Consapevole di tutti i limiti, tecnici e non, trovo un ristoro in emozioni che sovvengono forse più dal suo tempo che dalla pellicola stessa. Sembra fatto in casa, messo giù in modo estemporaneo e recitato senza entusiasmo. Un paio di scene gore e qualche seno scoperto comunque fanno quel che serve, dando materiale alla memoria dello spettatore. La prospettiva di assistere a un "filmetto" non deve sconvolgere chi si appresta alla visione: almeno la curiosità di sapere come va a finire escluderà le tentazioni di concluderne anticipatamente la visione.
La serie "Lucio Fulci presenta" colpisce ancora sfornando, da novello Barnum, un nuovo mostriciattolo. Il classico horror in cui nulla funziona e gli attori recitano male persino gli svenimenti. Qui è tutto raccogliticcio, dagli accenni cinefili alle ambientazioni: lo spettatore si attacca a scene presunte cult per sopportare lo strazio, ma non ne trova (forse una sì: il dentifricio di vermi). Annie Belle sembra la Brunetta dei Ricchi e Poveri; alla fine la migliore è la Ottaviani.
Trova il marito ucciso, ma il cadavere sparisce... Direttamente dal fantastico pianeta della serie Z Lucio Fulci ci presenta un prodotto complottista la cui impalcatura sarebbe stata perfetta per un porno, magari farcito di scene lesbo (considerando le numerose presenze femminili). Notevoli, in chiave dell'ineluttabile baratro nel quale cadono, le scene horror. Facendo la somma delle parti - non dimenticando la caratura fuori controllo dei dialoghi - si può tranquillamente spedire il tutto in qualche cerchio degli inferi della celluloide.
Poteva andare peggio. La tremenda serie Lucio Fulci presenta ha infatti sfornato esempi molto peggiori di questo, che si tiene su livelli sempre di mediocrità ma ha una guardabilità maggiore. Certo, la fattura è terribile, la recitazione scadente, fotografia e regia anonimi. Ma la trama, per quanto risaputa, tutto sommato regge e c'è anche qualche buon effetto splatter. Finale a velocità supersonica, non se ne capisce il senso. Peccato perché qualche momento discreto è presente, ma l'aria di low budget è fin troppo evidente. Mediocre ma non totalmente da buttare.
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