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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Esce l'attesissimo sequel di AVATAR e arriva da noi il momento per ritentare la strada della parodia, antica arte che un tempo fu anche italiana. Fin da allora si partiva da uno stravolgimento accattivante del titolo dell'originale - e dal suo genere di appartenenza, naturalmente - facendo discendere il tutto di conseguenza. ANATAR è una storpiatura simpatica, che immediatamente comunica l'apparentamento al blockbuster di Cameron, richiamato pure dal colore blu di questi paperi spaziali in cerca di un “nido” da colonizzare dopo aver distrutto causa...Leggi tutto avidità il proprio pianeta.

Sulla loro astronave “Oca Hontas” i pochi superstiti di Anatar individuano in Pandoro, ricco di mele (ricercatissima merce di scambio, nell'universo), il luogo ideale ove stabilirsi. Il capitano Dark Feather (Feather in inglese è “piuma”), chiaro clone anatresco di Darth Vader, vorrebbe spennarli tutti, i pandoresi, ma la Principessa Avia (Rocchi) non è d'accordo e convince suo padre, l'imperatore, a spedirla lì per cercare di stabilire con gli ignari abitanti un accordo pacifico. Immediatamente sabotata da Feather durante il viaggio sulla navetta (un uovo spaziale), Avia precipita su Pandoro dove viene accolta da Germano (De Vita), l'inventore strampalato di un popolo fermo al Medioevo tra le cui fila compare persino qualche cavernicolo. Impossibilitata a comunicare (esprimendosi solo in versi anatreschi come tutti i suoi simili) con chi gentilmente la ospita in casa, Avia comincia una difficile relazione con i pandoresi, gente rozza e incline allo scherzo, combattendo con un corpo che, benché trasformato in simile a quello di una donna, ha presto qualche crisi di rigetto liberando dalla pelle piume azzurre...

I contatti con l'AVATAR originale non sono poi molti e, a ben vedere, l'equipaggio di anatre sull'astronave è semmai gerarchicamente impostato come quello di GUERRE STELLARI (diciamo nella sua versione parodiata da Mel Brooks in BALLE SPAZIALI, a cui ci si rifà anche per il finale metacinematografico). Le scene interne al mezzo spaziale sono forse quelle più genuinamente divertenti, agendo su facili giochi di parole e atteggiamenti da ricondursi al comportamento “anatresco” dei suoi occupanti; e in fondo anche l'idea di far starnazzare incomprensibilmente questi ultimi sottotitolandoli non è male, a cominciare dalle didascalie iniziali lette solo “verseggiando”. Non che siano gag geniali, sia chiaro, ma almeno non affrontano il film così banalmente come nelle fasi su Pandoro, durante le quali si affronta lo scontato tema del diverso da rispettare attraverso meccanismi scontati e una storia che ha davvero pochissimo da dire; al punto che i riempitivi non si contano, dalle lunghe fughe nel bosco alle continue grida che accompagnano le orazioni di tribuni e banditori d'aste in cui si vendono donne e schiavi.

Azzurra Rocchi cerca di comportarsi da anatra pur in un corpo umano privo del becco (attraverso cui era solita bere e mangiare) e a tratti le riesce pure, Raffaele De Vita la asseconda mostrando grande compassione e desiderio d'integrare Avia al suo mondo. Molto di rado nel complesso le battute vanno a segno (la parte ambientata su Pandoro, a dire il vero, di velleità comiche ne ha poche) e l'impressione è spesso quella della confezione povera, di sicuro dal budget assai ristretto, risollevata solo da una colonna sonora di qualità. Un film penalizzato dalla scarsità di idee e da una regia incerta (non a caso firmata Alan Smithee III, noto pseudonimo usato in America dai registi che disconoscono la propria opera) che non riesce a sfruttare due o tre spunti simpatici accontentandosi di lasciarli evolvere piattamente. Da sempre terreno scivoloso per il nostro cinema, la parodia cinematografica necessita di un impegno superiore, per poter emergere convincendo la maggioranza scettica.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/03/23 DAL BENEMERITO SISKA80 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/03/23
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Siska80 7/03/23 10:37 - 3838 commenti

I gusti di Siska80

C'è chi discende dalle scimmie e chi dagli uccelli: così è la vita. Vorrebbe far divertire? Non è accorpando elementi futuristici a location medievali (a loro volta comprensive di gente proveniente dalle caverne) che si centra l'obiettivo. Vorrebbe far riflettere sull'importanza dell'integrazione razziale? Non riesce neppure in quello, riciclando qua e là da pellicole giustamente ben più famose. Parodia di bassa lega all'insegna della povertà di contenuti e mezzi (cast, costumi e trucco sono mediocri, velo pietoso sul look carnevalesco degli umanoidi) che non fa neanche sorridere.
MEMORABILE: "L'anatrese" sottotitolato (sic!).

Magerehein 12/03/23 10:52 - 1006 commenti

I gusti di Magerehein

L'inizio simil-Guerre stellari lascia talmente basiti che per riflesso viene da ridere, e le demenziali sequenze che vedono per protagonisti i palmipedalieni dell'ilarità la generano pure; tra l'altro l'espediente dei becchi finti permette di bypassare ogni problema d'espressività attoriale. Purtroppo gran parte del film è invece ambientata in una Terra distorta (che c'era di male nel mostrare quella "vera"?) che tutt'al più suscita un senso di commiserazione, nonostante si tenti più volte (persino col metacinema) d'imbeccare ulteriore umorismo. Approssimativo e troppo povero.
MEMORABILE: L'anatrese sottotitolato; "Ultime parole?" "Sono anni che rigetto nei tuoi pasti"; Soffocamento alla Fener fallito e risolto alla vecchia maniera.

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  • Discussione Capannelle • 8/03/23 19:46
    Scrivano - 3541 interventi
    Siska che invidia provo per te, indomita frequentatrice di novità, questa parodia non deve mancare nel bagaglio del vero cinefilo. Prima o poi vedo di coprire la falla.
    Ah, se volete metterlo nelle note, il vero nome del regista è Lorenzo Dante Zanoni.
    Ultima modifica: 8/03/23 19:52 da Capannelle
  • Discussione Siska80 • 8/03/23 20:16
    Comunicazione esterna - 675 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    Siska che invidia provo per te, indomita frequentatrice di novità, questa parodia non deve mancare nel bagaglio del vero cinefilo. Prima o poi vedo di coprire la falla.
    Ah, se volete metterlo nelle note, il vero nome del regista è Lorenzo Dante Zanoni.

    Ti ringrazio, ma in casi come questi è dura (a me non è piaciuto, magari il prossimo commentatore lo troverà un capolavoro: mai fidarsi dei pareri altrui...Grazie per la precisazione, immaginavo che il regista fosse italianissimo, lo stile è inconfondibile! :)
  • Discussione Zender • 12/03/23 08:56
    Capo scrivano - 47868 interventi
    Spostata su Davibook la questione sui pareri altrui. Chi vuole continua lì.