Piccolo gioiello di comicità toscana. Purtroppo il film è difficile che sia apprezzato da chi non è prettamente di origini toscane: molte cose non sono ben comprensibili. Il personaggio di Monni è molto simile a tanti personaggi caratteristici di questa terra (bestemmiatori e iracondi) e quindi assume un alone particolare. Molto azzeccata la moglie di Benvenuti, la tipica fiorentina perbenino. Anche il marito della Cenci è perfetto nel ruolo del toscano sempre pronto alla battuta, anche demenziale.
Una vera e propria famiglia toscana! In questo bisogna rendere merito a Benvenuti.
Benvenuti rende bene l'ambientazione della famiglia Gori (del resto gioca in casa...) e soprattutto azzecca il casting dei componenti perché Ceccherini e la Enrichi sono perfetti per i loro personaggi, oltre ai collaudati Novelli e Monni. Nonostante il linguaggio utilizzato direi che non ci sono cadute di stile, problema sempre presente nella commedia all'italiana.
Una discreta commedia teatrale viene trasformata dal suo autore (anche attore e regista) in un film gradevole nelle premesse (l'eterna storia dei parenti-serpenti) ma non completamente riuscito nella realizzazione. A personaggi azzeccati se ne affiancano altri che la sceneggiatura non ha perfettamente calibrato; inoltre alcune scene hanno il sapore della divagazione fine a sè stessa; il film è tutto sommato gradevole ma il risultato poteva essere migliore.
Un pranzo di Natale si trasforma in una resa dei conti tra i vari membri della famiglia. Il presupposto di partenza è semplice e non certo originalissimo ma lo svolgimento è più che dignitoso e certamente è il film più maturo del regista Benvenuti. Alterna luci e ombre ma si lascia seguire. Con un seguito.
Gradevole film di Benvenuti, sicuramente migliore di altre sue pellicole, con un cast affiatato e in parte (su tutti Carlo Monni) e una caratterizzazione dei personaggi molto forte e particolareggiata. Benvenuti attore se ne sta un po' in disparte ed è un peccato, perché alcuni tra i momenti più divertenti sono i suoi. Ceccherini ha la parte più insulsa di tutto il cast ma riesce a fare simpatia; in definitiva un film carino, anche se alcuni movimenti di macchina fanno venire il mal di mare.
Pranzo di Natale con parentela varia e con inevitabili dissapori, svelamenti e recriminazioni. Precisa la descrizione delle dinamiche famigliari, le situazioni, i personaggi, i dialoghi che sembrano usciti pari pari dai nostri ricordi (perlomeno in chi è toscano)... Umorismo con salacia vernacolare per un ritratto d'interno borghese, lievemente graffiante ma in realtà tenero e sognante, come il malinconico finale conferma. Buon impasto corale di caratteristi, con la rivelazione Ceccherini. Si ride di gusto.
Una buona commedia corale e un po' cinica con attori particolarmente affiatati che ci regalano qualche risata e momenti gradevoli. Spiccano su tutti Carlo Monni, Novello Novelli, Athina Cenci e Ilaria Occhini, ma anche il resto del cast se la cava egregiamente. Un po' ridicoli i momenti in cui Massimo Ceccherini è sotto effetto stupefacente.
Una piccola perla questo bel film corale toscanissimo, che ricorda il miglior Verdone di Compagni di scuola pur mantenendo un'anima propria e ben definita. Dirò un'ovvietà definendolo forse più apprezzabile per i toscani, ma vero è che la genuinità dei toni che riesce a riflettersi anche nei contenuti senza annoiare per niente (il 70% dei discorsi dei toscani verte sul cibo e sulle cose "pratiche" e non di certo sull'interiorità) ha dello sbalorditivo. Cast tutto azzeccato, da Novelli a Ceccherini. Da vedere.
MEMORABILE: Il cinismo del padre nei confronti del nonno reduce della prima guerra mondiale.
Quattro generazioni, dal nonno un poco rincitrullito alla piccina di due anni, riunite in occasione del pranzo di Natale: dopo aver apparecchiato la tavola in teatro, Benvenuti la ripropone sullo schermo, con risultati alterni. Il cast si impegna in una prova corale (simpatico Ceccherini fumato) e la rappresentazione non può non attivare link mnemonici in ogni spettatore, soprattutto se toscano, però certe reazioni sono forzate e poco attendibili, alcune gags troppo scontate (la videocassetta scambiata), il finale eccessivamente conciliante. Un "parenti serpenti" all'acqua di rose.
Riuscita opera corale dai testi taglienti e con una buona regia. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e affiatati (le coppie Monni/Ceccherini o Benvenuti/Cenci sono più che rodate), ma su tutti svetta senz'altro il "nonno" Novello Novelli, che qui ci regala la migliore prova della sua carriera. Assai divertente il modo in cui il regista ci restituisce le allucinazioni da LSD di Ceccherini e più in generale quell'atmosfera da parenti serpenti che deve aver non poco ispirato Ettore Scola.
Benvenuti ci regala una sorta di Cupiello toscano. L'occasione è la cena di Natale che attraverso le varie portate, con una gradevole semplicità, fa uscire fuori i piccoli dissidi fra parenti. La forza debordante della storia affonda a piene mani nella toscanità più genuina fra bestemmie e bischerate. Da un lato potrebbe esser visto come estremamente teatrale; dall'altro, se toscani, non si può negargli una paradossale veridicità come fosse un racconto che tutti noi in qualche modo abbiamo vissuto o visto.
Ritrovo familiare per la cena di Natale che dopo il preambolo amorevole mostra i veri caratteri. Coralità tenuta insieme anche dalla componente verace, alla lunga mostra la corda per la troppa alternanza di reazioni. Benvenuti cerca di equilibrare ma gli manca un Haber o un Handel a dare anche un tocco semiserio in più. Ambientazione interna senza il minimo spirito natalizio che segue lo stile di Monicelli senza raggiungerlo. Divertente Ceccherini, l’unico ad aver qualche idea registica dalla sua parte.
MEMORABILE: Monni entusiasta del puntale dell’albero di Natale.
Alessandro Benvenuti trasporta al cinema una sua commedia con esiti mediocri. La storia si presta molto di più alla trasposizione teatrale; come film annoia presto, anche se ad onor del vero qualche buona trovata c'è. Ma ce ne sono anche tante, troppe, davvero scontate e la fotografia è monotona. Alcune situazioni sono troppo forzate, anche perché la recitazione non è brillante. Non male invece Ceccherini sballato con le sue visioni. Film evitabile e troppo vernacolare.
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La benedizione natalizia del Papa trasmessa alla televisione che la famiglia Gori ascolta durante il pranzo di Natale è quella che Giovanni Paolo II pronunciò il 25 dicembre 1986. Per la precisione si sente il passaggio nel quale il pontefice disse "Il Vescovo di Roma, nel giorno di Natale, ringrazia ancora una volta tutti coloro che hanno ascoltato il messaggio di Francesco, amante del Creatore e di ogni creatura; di Francesco araldo della Gloria di quel Dio, che “nel più alto dei cieli” è Amore; di Francesco promotore della pace sulla terra"
Gli allora giovani Andrea Muzzi e Alessandro Paci appaiono nelle prime scene della pellicola. Sono uno (Muzzi) barbiere, l'altro (Paci) cliente nel negozio di Lapo Frittelli (Benvenuti).