Chi osa vince - Film (1982)

Di azione ce n'è veramente poca (non male l'operazione militare sulle montagne, che ha qualcosa di miliusiano) e la violenza latita (una ragazza uccisa a freddo sul pulmino durante un agguato). Il resto (in due ore non proprio legerissime) ci si barcamena tra manifestazioni contro il nucleare, sermoni di preti che paventano l'apocalisse, concerti rock (sic!), home invasion nelle dimore dei potenti con negoziazioni in cui si usano più i dialoghi che le armi. Tra rimasugli spionistici e tirate antiamericane chi osa vincerà pure, ma la dimensione e quella di un lungo telefilm.

Contro l'incalzante minaccia nucleare, bando a catechesi pacifiste, l'eco-interventismo dannunziano (titolo docet) è tutto. Si vis pacem para bellum ante-litter.a.d. Di mezzo, un ex S.a.s. che fa doppio - chissà forse triplo – gioco. Dal subconscio del cine-scibile 80's, Segretissimovie trashacchioso (dialoghi agghiaccianti, virgulti performance-art tamarrissimi) e inutilmente subplottoso. In un insieme più raffermo dell'aria nell'afa texana, parentesi action (che tali non dovrebbero essere) ove Sharp si dimostra degno del proprio cognome. Chi osa finirlo vince silos di passiflora.

Strepitoso film d'azione britannica, giustamente celebrato culto in patria e che trae spunto dall' "Operazione Nimrod" per liberare l'ambasciata iraniana a Londra nel 1980, presa in ostaggio e "bonificata" dagli stessi SAS. La mano di alcuni dei creatori dei Professionals si sente e vede, non solo per Lewis Collins protagonista; e la grande, celebrata colonna sonora di Roy Budd (non so se ci spiega), fa il resto. L'assalto finale vero e proprio rimane uno dei maggiori pezzi di cinema di scontro armato domestico, ancora oggi. E con la verità delle esplosioni non in CGI.