Confessioni segrete di un convento di clausura - Film (1972)

Confessioni segrete di un convento di clausura
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Anno: 1972
Genere: comico (colore)
Note: Aka "Confessioni segrete d'un convento di clausura", in vhs come "Perdonate padre Lorenzo, una ne faccio e cento ne penso".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/08/07 DAL BENEMERITO UNDYING
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Undying 6/08/07 18:29 - 3807 commenti

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Vicende erotico-comiche di un giovane sciupafemmine, perennemente nei guai perché concupisce femmine "maritate": nemmeno il tentativo di spacciarsi per frate tiene a debita distanza l'altro sesso, attratto dal suo piacevole aspetto e dalla sua dissolutezza. Si segnala la presenza di Ivana Novak, non nuova al genere e di Alfredo Rizzo, attore, sceneggiatore e regista di un nutrito parco di pellicole exploitation (Sorbole che Romagnola, ad esempio). La regia di Batzella (Nuda per Satana, La bestia in calore) è garanzia di frivolezza.

Ronax 28/12/12 00:58 - 1259 commenti

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Per la sua unica incursione nel decamerotico Batzella sceglie la più impegnativa via del racconto unitario, invece della più semplice soluzione a episodi staccati e in fondo non se la cava poi neanche malaccio. Dopo una partenza piuttosto confusa, il film acquista un discreto ritmo privilegiando l'aspetto comico-picaresco e relegando sullo sfondo quello erotico. Fortunamente ciò non impedisce alla Neri e alle altre belle della compagnia, fra cui molte frequentatrici abituali del filone, di regalarci succulenti primi piani delle loro grazie.

B. Legnani 4/04/16 13:24 - 5544 commenti

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Purtroppo è un film dal vuoto pressoché assoluto. Lento, ripetitivo, non succede quasi nulla. E il pochissimo che c'è non fa sorridere neppure per sbaglio. Lo spunto di far parlare il protagonista (Damon, spesso con un foruncolaccio sulla gota sinistra) con frequenti ottonari rimati è uno sforzo di sceneggiatura che non valeva neppure la pena di sostenere. Ci si consola parzialmente con la bellezza delle attrici. Qui valgono i gusti personali, ma direi che Mirella Rossi, la suora timida, spicca su tutte.

Minitina80 29/06/16 08:25 - 2986 commenti

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Sembra la trasposizione su celluloide di uno stornello, anche se appare più uno sberleffo. Ciò che manca è la sostanza perché quel poco che c’è si ripete continuamente portando allo sfinimento in breve. I costumi e le scenografie, invece, rendono bene; stesso dicasi per Damon che se la cava degnamente, sebbene il substrato in cui opera sia veramente povero. Si nota lo sforzo nel costruire le battute in rima e in volgare, ma nel complesso resta inconcludente, come se si fosse voluto costruire una casa senza pensare prima alle fondamenta.
MEMORABILE: Chi non è mai caduto non proverà mai la gioia di rialzarsi.

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